da qui
Leopoldo si sente perso. Giulio da Padova è sparito su un monte non meglio precisato (il Sinai, il Soratte, la Montagna incantata?), Joyce è stato inghiottito da uno zaino protonico insieme con le sue risposte, di Maria non c’è più traccia. Automaticamente, si dirige verso il pub. Non ha voglia di incontrare nessuno, ne ha abbastanza di apparizioni che lo hanno trascinato in un vortice di dubbi. Si siede al tavolo, aspetta la ragazza con lo straccio, s’impone di pensare ad altro. Invece, dalle volute di fumo della sala emerge un uomo giovane con una giacca di pelle e un paio di jeans. Il viso triangolare è solcato da sopracciglia folte mentre le labbra sembrano aprirsi in un sorriso da dio etrusco.
- Salve, sono Giovanni Paolo Pierino e ho bisogno di parlarle.
- Mi dica, risponde Leopoldo, rassegnato.
- So che è coinvolto in una ricerca sul romanzo, per capire se possa ancora sopravvivere. Ho fondato una rivista free press, Saitisfizio, il cui motto è sfiziàti o rimborsàti. Collaboro con vari giornali e sono più influente di Loredana Dalla Parte (il cui vero nome è Pervecchie, lo sapeva?). Sono esperto di Dylan Thomas: l’alcol per me non ha segreti e il mecenate della mia rivista ci ha costruito su un impero. Il futuro del romanzo è nella libertà: le scuole di scrittura lo stanno uccidendo, imbrigliandolo in un reticolo di norme fini a se stesse, buone a far sbarcare il lunario ai suoi inventori. L’accademia non ha mai creato nulla, è la musica che conta, le sensazioni forti che permettono di vivere una favola. Fortunatamente, c’è chi dice no alla prigione dorata dei creative writers, pronti a vendersi al miglior offerente del momento. Il potere è la fine della letteratura, anche se dall’antichità abbiamo esempi di talenti foraggiati da mecenati facoltosi. Il segreto è sfuggire al committente, vivere per l’allegria della scoperta. Bisogna giocare d’anticipo col sole per guadagnarsi il diritto a una parola che nasca dal silenzio e non dalla voce del padrone. Liberare la letteratura dai privilegi politici e sociali: la mia filosofia – sfiziàti o rimborsàti – deriva dall’idea che scegliere è importante, spendere a ragion veduta, senza farsi abbindolare dal mercato. Come salvare il romanzo? Pensando ad altro, a essere, a vivere, a sorridere dei guai come non hai fatto mai, e poi pensare che domani sarà sempre meglio.
Leopoldo ha la testa sotto sopra: chi è questo giovane che la sa tanto lunga? E perché gli ricorda qualcuno? Gli sembra di averlo incontrato a un concerto di una decina d’anni fa, in uno stadio Olimpico pieno di fumo e musica ad altissimo volume.