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3 giorni da 5 ore sarebbero il giusto. Anzi, fin troppo.

Creato il 14 gennaio 2014 da Zioscriba
3 giorni da 5 ore sarebbero il giusto. Anzi, fin troppo.
IL LAVORO È VIETATO (DOVREBBE ESSERLO!!)AI MINORI E PUÒ CAUSARE DIPENDENZA PATOLOGICA
Secondo le esternazioni americane di fine estate del nostro presidente del consiglio Letta, dovrebbe essere nientemeno che l’ONU a dichiarare nientemeno che GUERRA “alla DISOCCUPAZIONE mondiale” (!?!). E io che credevo che il problema del pianeta (oltre a quello ovvio che dimentichiamo troppo spesso: la SOVRAPPOPOLAZIONE) fosse lo schiavismo, la mobilitazione totale e compulsiva sotto le insegne sataniche del lavhorror! E io che pensavo si dovessero spendere parole per la tragedia di milioni di schiavi-bambini, di milioni di automi adulti sfruttati per pochi centesimi dentro fabbriche-lager e laboratori-sgabuzzino (o per la costruzione di stadi e infrastrutture per i mondiali di calcio nel catarroso Qatar), di milioni di persone che si beccano il cancro nel nome del Pil, di milioni di pendolari che passano più tempo fra sgobbo e carri bestiame (o dentro auto trasformate in pericolose cabine telefoni-che per distratti servi della GLEBAlizzazione) che a VIVERE, di milioni di genitori stressati che vedono i loro figli per pochi minuti, peggio dei divorziati di una volta (e vorrebbero, a malincuore, vederli ancor meno, perché sono così disperati da pretendere la sqhuola a tempo pieno aperta tutto l’anno!), e che fanno fatica a resistere ai ritmi infernali persino con l’aiuto dei (poveri) nonni, e della piaga del rigenitoraggio geriatrico obbligatorio! Tutti precettati a produrre ricchezza (ALTRUI) e un sacco di roba inutile, senza mai un minuto libero, depredati del Tempo di esiste-re. E tutto questo delirio per cosa? Per diventare ogni giorno più tecnoglioniti e griffati, più indebitati e truffati, più inferiorizzati dalla tv, più abbrutiti e banalizzati da fessobukko e cippicippi e più app-anculo-dipendenti, più viaggiatori coatti e consumisti folle-mente spreconi, cioè più sprechisti (mostri che buttano la pasta avanzata nel cesso invece di riscaldarla per cena, o di farne meno). Ogni giorno più debilitati dalla frenesia e più minati dall’inquinamento (non c'è trombone di destra, centro o sinistra che non consideri il "dare lavhorror" prioritario rispetto all'ambiente, alla salute, alla vita stessa, come quelli che pregano i russi - i russi! - di venir qui a produrre acciaio). Sempre più spremuti e tartassati da governanti allo sbando. E resi sempre più insensibili, cattivi e maleducati dagli avidi maestri che anche dall’oltretomba insegnano: “Be shark! Be strunz!” Sembri una persona onesta e intelligentina, gentile presidente, e hai pure la mia stessa età e la mia stessa passione per il subbuteo. E allora leggiamoci Bertrand Russell e John Maynard Keynes (che già per la fine del secolo scorso prefiguravano, con l’aiuto di una tecnologia usata per aiutarci anziché per incularci da soli, settima-ne lavorative di quindici ore), leggiamoci Serge Latouche, e poi proponiamo qualcosa di NUOVO, invece di fare i galoppini del pro-fitto e dei profittatori! E invece di agitare lo spettro della FAME (come fanno quelli che si fingono terzomondisti per meglio asservi-re il terzomondo, inesauribile miniera di nuovi schiavi e futuri con-sumisti, a loro volta colpevoli di proliferazione irresponsabile) impa-riamo ad agitare qualche benedetto PRESERVATIVO!
3 giorni da 5 ore sarebbero il giusto. Anzi, fin troppo.
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p.s.
Un piccolo (e impietoso) confronto:
"Io consumo il necessario ma non accetto lo spreco. Perché quando compro qualcosa non lo compro coi soldi ma con il tempo della mia vita che è servito per guadagnarli. E il tempo della vita è un bene nei confronti del quale bisogna essere avari. Bisogna conservarlo per le cose che ci piacciono e ci motivano. Questo tempo per se stessi lo chiamo libertà. E se vuoi essere libero devi esser sobrio nei consumi. L'alternativa è farti schiavizzare dal lavoro per permetterti consumi cospicui che però ti tolgono il tempo di vivere. Lo spreco è funzionale all'accumulazione capitalista che per essere alimentata ha bisogno che compriamo di continuo e ci indebitiamo sino alla morte... Chi non è felice con poco non sarà felice con niente".
(Josè “Pepe” Mujica, Presidente dell’Uruguay)

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