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41. Come lui

Creato il 24 aprile 2012 da Fabry2010

Pubblicato da fabrizio centofanti su aprile 24, 2012

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- Ti sembra normale tutto questo?
I ragazzi hanno smesso di giocare: si sono accorti di voi e vi squadrano con aria divertita. Anche le signore anziane si voltano prendendosi una pausa da pettegolezzi e lamentele. Che ci sia qualcosa, in te, capace di interrompere il racconto della vita, come se la trama dei giorni si bloccasse e il giro di tango diventasse pietra e ci volesse qualcuno, magari lo strizzacervelli qui davanti, per mandare avanti il fotogramma con la parola giusta, la prospettiva rimasta nascosta fino a ora?
Il motivo è più semplice. Sono arrivati in corsa Futura e la banda di terroristi disperati, sempre in cerca di qualcosa da mangiare. C’è anche Adriano, il padre di Mattea, appena evaso dal carcere di estrema sicurezza: avrà trovato il punto in cui la mappa della prigione perfetta non si sovrappone a quella vera, che nasconde certamente uno spiraglio imprevisto, un secondino addormentato sulla panca, un angelo in pensione col vizio di aprire le celle ai detenuti. La strana compagnia ha attirato l’attenzione generale, esclusi Dante e Nino, impegnati a rimettere insieme i pezzi di una storia senza capo né coda, come spesso – quasi sempre – è la vita.
- Mi sembra normalissimo.
I ragazzi che giocavano a ping pong la smettono di ridere e cominciano a gridare: attenti! le signore anziane gridano: attenti! con la voce in falsetto delle vecchie signore, ma qualsiasi avvertimento è ormai tardivo: Futura allunga il braccio e strappa il borsello grigioscuro di Dante con i risparmi da assistente sociale, il denaro accumulato con fatica, scrutando gli occhi dei bambini difficili che non spiccicano neanche una parola e solo a volte imparano canzoni da maestri con nomi improbabili, e all’improvviso a Dante viene voglia di una birra, di una corsa sul serpente impazzito che gli morde le caviglie, e comincia a bestemmiare, e le signore emettono gridolini isterici e i ragazzi ricominciano a ridere e hanno già ripreso la partita, tanto a loro cosa importa se ti ritrovi a Parigi senza un franco, che neanche potrai offrire un caffè alla tua Eleonora se la vedrai sulla pista da ballo abbarbicata a un altro, che prima o poi, certo, te la porta via e allora addio bikini nero, addio colline sode delle natiche, e piatti da lavare e porco qui e porco là, che perfino Nino dice basta, in fondo è un borsello con un po’ di soldi, e Futura si gira per un attimo e tu incroci lo sguardo azzurro e verde e ci leggi qualcosa che ti fa paura, come l’eco di uno sparo, un uomo piegato in due, un gatto di pietra che domina la piazza perché vuole ridurre tutti come lui.


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