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42 Antefatti – Prima del turno di mezza 1679

Da Blanquita @Blanquita

Mar dei Sargassi - giugno 1679 Era notte, negli alloggi dell'equipaggio i pirati russavano, e Blanca si azzardò a scendere sul ponte inferiore. Aveva sonno, ma non poteva ritirarsi per dormire, ordine del quartiermastro. Siccome aveva disobbedito a un suo ordine, era stata destinata al turno di mezzo, quello della notte, e ora cercava disperatamente di levarsi la stanchezza, spruzzandosi acqua sul viso. Sicura che nessuno potesse accorgersi dello spreco, si rovesciò il mestolo d'acqua sulla testa e poi cercò di riavviare i capelli trattenuti nella treccia. Erano giorni che il prurito era insopportabile, si augurava di non essere infestata dai pidocchi, ma temeva che districare i riccioli con un pettine fitto non potesse bastare, a debellare quel flagello. Aveva bisogno di un bagno ma l'unico modo per lavarsi era fare un giro di chiglia, cosa che cercava di evitare, per rimanere in vita. Si sistemò il camiciotto di tela e lisciò le brache, da cui spuntavano i piedi nudi, ora tutt'altro che candidi e delicati. Ormai aveva le mani escoriate, le unghie orlate di nero e le dolevano le ginocchia, obbligate a strisciare sul ponte da lucidare da cima a fondo, compito di solito affidatole per punizione. Indossare quegli abiti maschili era imbarazzante, e togliere la tortura del busto era ancor peggio, poiché senza quell'armatura, lo sguardo della ciurma la passava al setaccio ogni volta che camminava! Accidenti, Cate ed Eve non erano così turbate? Eve se ne stava spavalda a gambe larghe e rideva ancor più sguaiatamente, dimostrando di sentirsi perfettamente a proprio agio. Catherine aveva scovato un panciotto abbastanza lungo da coprirle le cosce, di conseguenza camminava tranquilla, con il sedere al coperto. Blanca invece era stata costretta a cucire una parte della scollatura della camicia perché, quando era china sul ponte, non poteva tenere i lembi del colletto e allo stesso tempo lavorare! Quella bestia di Jeremy Hudson le trattava peggio dei suoi sottoposti, e non dava loro tregua, costringendole a occuparsi di tutte le mansioni come gli uomini! Lei si era ribellata molte volte, ottenendo addirittura un occhio pesto, e alla fine aveva dovuto rassegnarsi a fare il mozzo e abbassare la testa. Ora aspettava l'occasione giusta per rovesciare nuovamente le sue sorti. Lavorare non le dispiaceva, sempre meglio che restare chiusa in cabina, ma arrampicarsi sul sartiame come una scimmia, sapendo che almeno centouno occhi (includendo Bernard L'Orbo) fissavano la scena, non le piaceva per nulla. Quella notte non avrebbe dormito, sarebbe rimasta sul ponte con il timoniere dalla mezzanotte fino all'alba, ma almeno avrebbe riposato, protetta dal buio della notte. Afferrando il lume per tornare alla scaletta, si trovò a faccia a faccia con il capitano. Trasecolando Blanca fece un passo indietro, andando a sbattere contro il barile. Hudson non perse tempo, né sprecò parole, afferrandole il viso fra le mani e baciandola di sorpresa. Blanca, un braccio teso con la lampada a olio e il rischio di ustionarsi, gli afferrò subito i capelli, cercando di staccarlo da sé, mentre stringendola, faceva aderire i loro corpi, armeggiando sotto la sua camicia. Il corpo dell’uomo era pesante, fin troppo virile perché lei potesse realmente ignorarlo. Blanca si divincolava, ferendo la schiena contro le borchie del barile, scuotendo la testa per liberarsi di quella bocca, e al suo morso Jeremy reagì scostandosi appena. La zittì con uno ssssh e poi cercò di infilarle l’altra mano nei pantaloni che l'aveva costretta a indossare. Impazzita di rabbia, Blanca strappava con forza i capelli che stringeva  nel pugno, cercando invano di tirar calci ma il corpo dell’uomo aveva saputo incastrarla per bene e la camicia sollevata la metteva in svantaggio e a disagio. Alla fine, trovando preclusa la strada dal doppio nodo che fungeva da cintura, lui imprecò a bassa voce, mollando la presa. Blanca lo spinse via, al suono della campanella che annunciava l'inizio del turno, e lui si scostò sorridendo, per nulla sconfitto: -Alla prossima volta, Mackenzie. Grazie, per non aver urlato.- Con le guance in fiamme, Blanca mise la camicia nei pantaloni e scappò, andando a raggomitolarsi a prua. Con gli occhi asciutti, sbarrati di spavento, il respiro ansante, lo stomaco chiuso in una morsa, la donna cercò di riprender fiato. Quelle dita brucianti sulla sua pelle violata, impronte che sarebbero diventate lividi, più indelebili perché le trapanavano il cervello, le confondevano le idee, la lasciavo sgomenta. Morse la nocca per impedirsi di urlare: aveva ragione Hudson, perché non si era ribellata?  Sapeva tenere a bada gli uomini, Wilton l'avrebbe salvata, perché non aveva alzato la voce? La colpa era del capitano, un uomo non doveva essere tanto bello da confondere, e lei non era riuscita nemmeno a guardarlo in faccia, ma aveva risposto al bacio. Magari solo per un istante, ma così era stato. Era una sciocca, che ragionava soltanto d'istinto, proprio come suo padre. Sfregò la bocca sul polso, per cancellare quel bacio, e le rimase sulle labbra il sapore di cenere e sudore. Il capitano non era lurido come lei, non era stato tutto il giorno a spostare zavorra nella sentina maleodorante. L'indomani, decise Blanca, avrebbe trovato il modo di darsi una strigliata.  17 febbraio 2011 amelia.kalbi.preludio Preludio disegno preparatorio copyright Amelia Kalbi

Pubblicato da blanca.mackenzie | Commenti (1) Tag: vita a bordo 1679 - 1680
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