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45 Antefatti – Un nomignolo, 1667

Da Blanquita @Blanquita

Taverna del Grillo Alegre, Isla Tortuga, agosto 1667 Quel mattino Seamus Everett era entrato al Grillo Alegre con aria sconsolata, lamentandosi dell’isterismo della moglie con Sean Mackenzie, il cognato. Connor Bride, che si trovava lì come ogni giorno, ascoltò divertito il resoconto di Seamus: c’era da stanare una talpa che creava voragini fra le colture dell’orto e s’introduceva in casa, sporcando dappertutto. Finora a nulla erano valse le trappole per topi prestate dai Field, non riuscivano a liberarsi dell’animaletto dispettoso e sua moglie stava perdendo il sonno e la ragione a causa del roditore. Sean Mackenzie, che l’aveva a morte con la sorella perché non voleva più saperne della nipotina ed era un mese che non le rivolgeva parola, disse con rabbia: -Quella serpe non può mordere la talpa e farla finita, una buona volta? Possibile che non possano nulla, le preghiere che sciorina notte e giorno come una sfilza di bestemmie?- Seamus sorrise, alzando il bicchiere: -Dannato me, e la volta che parlai con tuo padre!- Avendo assistito allo scambio di battute, Connor Bride si offrì di aiutarlo a cacciare l’ospite indesiderato e Sean lo guardò di traverso, come se fosse un vile traditore. Dopotutto lui era il suo migliore amico, e aiutare l’odiata sorella equivaleva a pugnalarlo nella schiena, ma Connor si strinse nelle spalle, come per scusarsi. Per questo motivo, Bride si era recato nell’orto degli Everett, dietro l’ultima baracca del borgo, alla fine della strada polverosa e al limitare del bosco di mangrovie. Era stato un lungo pomeriggio e Dolores Mackenzie, la moglie di Seamus, era stata presso l’albero di lime ad incitare i due uomini al lavoro: -Uccidete quella bestiaccia, signor Bride, e vi offrirò il miglior cinghiale arrosto che abbiate mai mangiato!-, gli prometteva stringendo le mani nel grembiule. Alla fine, la piccola talpa fu stanata e uccisa, con grande gioia di tutti, e Connor, la pancia piena per la lauta ricompensa, se ne tornò alla taverna, soddisfatto e assetato. Sean Mackenzie non gli disse una parola di rimprovero ma gli versò da bere con la bocca stretta e l’espressione rancorosa. Per riappacificarsi con il compare, l’indomani Connor tornò alla taverna con un cesto di frutta e una bottiglia di porto che nascondeva per le occasioni di festa. Per coincidenza John Malloy aveva portato dei pesci appena pescati, e Sean stava organizzando un festino, mentre la sua donna aveva già impastato focaccine al miele. Si prospettava davvero una bella giornata quando, nel vano della porta del cortile, si presentò Dolores Mackenzie Everett. Sean si fermò in mezzo al locale che in realtà apparteneva a entrambi: -Fuori di qui, beghina picchiapetto!- la apostrofò con sarcasmo. Istintivamente la donna si portò la mano al crocefisso, e per un attimo Connor immaginò che si mettesse a pontificare e invece, ignorando l’amante del fratello che voleva accoglierla con affetto, la donna avanzò: -Dónde está la bruja? La plaga, tu hija, Blanquita! E’ tornata la talpa, l’ha gettata por la ventana esta noche, estoy segura! E dov’è quella Streghina? Es una bruja loca como su madre, quella perra inglés!*- Sean le mostrò il pugno, facendo una smorfia che lo fece sembrare un bambino, mentre Malloy se la rideva e Seamus, comparso come un fantasma, afferrava la moglie e la portava via dal cortile. Le urla di quella mentecatta risuonarono lungo il vicolo, mentre veniva trascinata a casa e Sean borbottò qualcosa che Bride non comprese, ma la donna dietro il banco scoppiò a ridere come una matta. Sean cacciò l’amante con una bestemmia: -Fila di sopra, Muso di Scimmia!-, gridò gettandole appresso lo straccio che aveva sulla spalla. -Calmati Sean, ci facciamo un goccio?-, propose Connor scuotendo la bottiglia di vino. Sean Mackenzie alimentò il fuoco, spargendo scintille: -Gliel’ho gettata io la talpa dalla finestra! Le ho manomesso io tutte le trappole, a quella farisea ipocrita! E lei a dare colpa a mia figlia! Tzè le donne si odiano, a qualsiasi età, brutte troie tutte quante!-, spiegò a mezzavoce. Connor bestemmiò, furibondo: -Bastardo figlio di puttana, lo sai quanto mi è costato stanare quel topo?- -’Fanculo tu, che ti sei impicciato! Baciapile pure tu, scommetto che Dolly  ti ha fatto pregare, prima di mangiare!-, sputò Sean facendo scintillare gli occhi e segnandosi come un gesuita. Da che la madre era morta a causa del prete, Sean non aveva più messo piede in chiesa, sebbene sia il padre irlandese che la madre spagnola fossero cattolici convinti, sebbene poco praticanti. Mentre Malloy rideva, Blanca tornò dall’emporio dov’era stata mandata a comprare delle rape. Inconsapevole del trambusto, senza nemmeno liberarsi del peso sulle spalle, la ragazzina si precipitò in cortile e i tre uomini la seguirono all’esterno, incuriositi: -Che c’hai anche tu?!-,  le disse il padre senza alcun garbo. Con espressione torva e cattiva, Blanca si addossò al muro, guardandolo con gli occhi stretti: -Me llaman bruja.**- spiegò bruscamente. In effetti, bastò un attimo di silenzio, per comprendere il malumore della bambina: -Blanquita perrita***! Bruja, Streghina!- , gridavano dall’esterno. Si trattava di un coro di bambini  che inveiva contro di lei,  combinando  le frasi di zia Dolores alle risate di scherno. I tre uomini osservarono la zingarella offesa, commentando fra loro come se nemmeno fosse presente, così come si valuta un vitello da macellare. -A dire il vero, tua moglie non pareva una cagna, tutt’altro.-, convenne Malloy grattandosi il mento. Sean annuì: -La bimba è tutta sua nonna, mia sorella parla perchè ha un buco in mezzo alla faccia. Bruja sarà lei, vipera maledetta!- -Beh, tanto carina non è, questa Streghina...-, aggiunse  Peters sopraggiungendo alle loro spalle.  -Magari non te la sposa nessuno, Mackenzie.- affermò Muso di Scimmia con le focaccine da andare a cuocere al forno. Connor guardò la bimba e si sentì di difenderla, anche se in cuor suo dava ragione a tutti, la piccola pareva davvero una piccola strega: -Scommetto invece, che  avrà un codazzo di ammiratori!-, disse per porre sine alla discussione. Finalmente, la bimbetta sorrise e l’espressione torva sparì d’incanto, il visetto si illuminò conferendole una bellezza che nessuno  aveva ancora scoperto. Connor ne rimase sorpreso, ma l’impressione durò solo un attimo, perchè entrò nel cortile Josua Trenton con i polli da spennare, Sean le tolse il sacco dalle spalle e masticando bestemmie si allontanò. Da quel giorno Blanca sorrise molto meno e il nomignolo affibbiatole, per quanto odioso e immeritato, le rimase appiccicato addosso. *traduzione: -Dove si trova la strega? La peste, tua figlia Blanquita! E’ tornata la talpa, l'ha gettata dalla finestra stanotte, ne sono sicura! E dov'è quella Streghina? E' una strega pazza come sua madre, quella cagna inglese!- **traduzione: -Mi chiamano strega.- ***perrita = cagnetta   45 Antefatti – Un nomignolo, 1667 la zingarella foto dal web

Pubblicato da blanca.mackenzie | Commenti Tag: blanquita 1658 - 1672
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