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55. In cambio

Creato il 29 gennaio 2012 da Fabry2010

Pubblicato da fabrizio centofanti su gennaio 29, 2012

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Perché sei venuta fino a qui? Non ne potevi più dell’uomo che ti chiedeva un sacrificio: la vita è così breve e ne hai goduta così poca. C’è un silenzio irreale, tra le piante rade, a tratti, per l’incendio che ha divorato la pineta. Dimenticavi  il passato mentre ti stringeva e tu dicevi arriverà qualcuno e lui ma che t’importa, le stelle erano occhi discreti che fingevano di guardare altrove, gli uccelli notturni conversavano piano, la luna vegliava come una madre preoccupata per i figli.Ricominciare, ripartire dal desiderio che ti senti dentro, a cui non sapresti ancora dare un nome. I pini scrutano la macchia oltre la linea dei cespugli, sentinelle pagate per proteggere gli amanti dagli intrusi. Che ora è? Perché devi pensare all’ora? Se mi vedono rientrare tardi? Mi vedono, mi vedono: io vedo solo te. La pineta è fatta di colline che si gonfiano e sbocciano in capezzoli verdi di lentisco. Ti sentivi libera, felice. Cos’è cambiato, da quei giorni?
- Posso esserle utile?
Chi è? Ester, sei sola, la pineta è una tomba sigillata dal silenzio. Possibile tu sappia soltanto metterti nei guai? Aspetta, c’è qualcuno. Lascia stare, baciami, non tornano più questi momenti, basta, andiamo, ho paura a stare qui, finiscila ti ho detto, l’odore inconfondibile del rosmarino, il fresco che entra e si posa come neve sulla pelle in fiamme.
- Mi ha fatto paura.
Dove puoi scappare? Telefonare, non fai in tempo. Tirargli un calcio nelle parti basse e fuggire il più presto possibile. Andiamo, c’è qualcuno! Smettila, lasciati abbracciare. Il passaggio frusciante della volpe, l’uh uh del gufo appollaiato sul ginepro.
- Cosa ci fa in un posto così pericoloso?
E’ vero: cosa fai? Lo dicevano i tuoi che sei incosciente, e non li hai mai ascoltati. Baciami, smettila di guardarti intorno. Ti ricordi l’incendio? Il fumo si vedeva da chilometri e chilometri, piangevi: le piante, gli animali, i mendicanti che venivano a dormire in tende di fortuna.
- Ho bisogno di stare qui da sola.
Brava: pensi che se ne vada per delicatezza? Magari è un un serial killer. Non irrigidirti, baciami, ti ho detto. Possibile che non pensi ad altro? Ti verrebbe di chiedergli: mi ami? Ma sai che non sarebbe vero, non è più vero niente.
- Qual è la cosa che desidera di più?
E’ il genio della lampada? Ester, li incontri tutti tu. Va bene, ti bacio, ma non ci vengo più. Non sai pensare all’attimo che vivi? Hai sempre la testa da qualche altra parte.
- Vorrei essere felice.
Ti divertivi a cogliere i frutti della fillyrea, a masticare le bacche del corbezzolo. Ora glielo chiedo: mi ami? Lo so che pensa solo a quello.
- E cosa daresti in cambio?
- In cambio?


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