In questi giorni i contribuenti devono scegliere a chi devolvere l’8 per mille. Premesso che religione e vita sessuale sono fatti privati, è interessante chiedersi perché ogni anno 400mila Italiani devolvono questa parte del loro reddito ad una chiesa che non frequentano visto che quest’ultima conta poco più di 30mila fedeli. Mi riferisco alla Chiesa Valdese, ovviamente :-)
Chissà se si può trovare una risposta a questa scelta nelle parole della pastora Letizia Tomassone[1]: “La lotta contro il male è dovere di cittadinanza […]. A volte non osiamo abbastanza. Così diventiamo complici inconsapevoli del male. Inconsapevoli, ma non innocenti.”
O in quelle del vangelo, che la pastora ha citato: “Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente”.
O forse al fatto che questi soldi devoluti alla Chiesa Valdese non vengono usati per il culto, bensì esclusivamente per progetti umanitari (“ne finanziamo anche di cattolici”), come lo attesta un bilancio pubblicato.
A meno che, a sedurre gli Italiani, sia la loro sobrietà, il loro attaccamento alla democrazia, senza dimenticare il loro rifiuto del proselitismo…
Riprendendo le parole pronunciate da Yves Montand a Barbara Streisand in L’amica delle 5 e mezza: “Credo che le risposte rendano saggi, ma le domande rendano umani”, dire che poco importa la risposta, il quesito era utile.
[1] Parole pronunciate durante l’ultimo Sinodo, l’assemblea generale della chiesa Valdese, che si è riunito a fine agosto scorso, come ogni anno, a Torre Pellice (Torino) e riprese in un interessante servizio del collega Fabrizio Ravelli su D, l’inserto della Repubblica, del 25 settembre scorso.