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Vi ricordo inoltre che "A ciascuno il suo" è la trasposizione cinematografica dell'omonimo romanzo di Leonardo Sciascia.
Quindi grandi nomi in campo per questo film che ha riscosso un buon successo e vinto ben quattro premi ai Nastri d'argento 1968: miglior regista, migliore sceneggiatura, miglior attore protagonista (Gian Maria Volonté) e miglior attore non protagonista (Gabriele Ferzetti).
La storia vede protagonista l'ingenuo professore Paolo Laurana (Gian Maria Volonté) che per far giustizia sulla morte dei suoi amici, il farmacista Manno e il dottor Roscio, inizia a indagare. Laurana, innamorato della vedova di Roscio, Luisa, cerca e trova la sua complicità per far luce sul caso.
Giallo in piena regola, dove però non trionfano i buoni.
Abituati a una qualità d'immagine elevata, oggi il film ci appare meno raffinato di come poteva esserlo nel 1967. L'unico effetto speciale che il regista adopera costantemente è lo zoom. Ma, va detto, quei primi piani espressivi di Volonté valgono tutto il film.
La sceneggiatura, di cui non si è assolutamente occupato Sciascia, che a differenza di molti suoi colleghi non temeva le manipolazioni delle sue storie ed era solito lasciare campo libero agli sceneggiatori, pecca in diversi punti. Si capisce troppo in fretta come andrà a finire la storia, e poi c'è un momento in cui il professore Laurana riceve una lettera anonima dove gli si chiede di recarsi in un posto per ricevere una bella sorpresa... e dov'è questa sorpresa? Non si vede nulla, non c'è niente che sorprenda lo spettatore insieme al professore.
E ancora, il cugino di Luisa invita Laurana ad andare con lui con delle prostitute. Suonava un po' strano in quel momento, in quel contesto, e per l'atteggiamento avuto da entrambi fino a quel momento.
Andrea Camilleri, grande amico di Leonardo Sciascia e presente alla proiezione speciale di questo film al Teatro Petruzzelli in occasione del Bif&st 2014, ha confermato la debolezza di questi due punti nella sceneggiatura. L'invito del cugino di Luisa a Laurana ha infastidito molto Camilleri, è del tutto incongruente con la mentalità siciliana dell'epoca, una aggiunta inutile e non presente nel libro di Sciascia.
Nella stessa occasione, Camilleri ha criticato anche un altro famosissimo film... presto vi dirò quale! ;)
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