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A’isha: l’amata del Profeta

Creato il 20 luglio 2012 da Alessandraz @RedazioneDiario

A’isha: l’amata del Profeta

Pubblicato da Francesca Rossi A’isha, personaggio venerato nel mondo islamico, ma semisconosciuto da noi, fu la moglie preferita del profeta Maometto. La sua figura storica e l’influsso che ha avuto nella letteratura islamica e occidentale meritano di essere approfondite per una serie di motivi: in primo luogo la vita di A’isha è emblema di molti dei limiti e delle imposizioni che le donne musulmane rispettano ancora oggi; in secondo luogo la sua personalità di distinse per forza e coraggio, riuscendo ad ottenere una buona influenza sul profeta; infine A’isha è stata una delle figure cardine della tradizione orale islamica, un punto di riferimento necessario per le generazioni successive che si accostarono agli insegnamenti di Maometto, proprio perché lo conobbe personalmente.
A’isha: l’amata del ProfetaUna donna determinata, ribelle e molto intelligente. Questo fu A’isha, che ancora oggi rimane una figura storica di grande attualità e fascino. Nata da una famiglia musulmana, A’isha sposò Maometto quando aveva 9 o 10 anni. Questo fatto, comunque, è ancora oggi oggetto di discussioni tra gli studiosi: le fonti, infatti, presentano notevoli discordanze sia sull’età che la giovane aveva al momento della stipula del contratto di matrimonio, sia su quella della effettiva consumazione. Per esempio, alcuni sostengono che quando A’isha ebbe tra i 9 e i 10 anni il matrimonio venne consumato e, dunque, era già stato stipulato in precedenza. Maometto aveva, invece, circa 50 anni al momento delle nozze
Questa grande differenza d’età rappresenta per moltissimi non musulmani un fatto decisamente deprecabile. Va, però, considerato che rapporti di questo genere non erano affatto eccezioni a quell’epoca, al contrario, e molte ricerche lo hanno ampiamente dimostrato. A tutt’oggi nei Paesi arabi e islamici ci si sposa molto presto, con età minime variabili a seconda della legislazione vigente in questi luoghi.
Con questo non si sta discutendo sulla liceità o meno di contrarre matrimonio in giovane età e/o con uomini molto più anziani, ma si sta semplicemente mettendo in evidenza una tradizione diversa dalle nostre che ha origini lontane e si sta presentando la questione come fatto, tenendo conto del contesto sociale in cui si sviluppò ed evitando di guardare al passato applicando categorie e stili di vita moderni o metri di giudizio personale. Dunque A’isha divenne la terza moglie di Maometto e anche la sua favorita. L’unione non portò figli.

A’isha: l’amata del ProfetaA’isha visse la fase di transizione tra l’epoca preislamica (la jahiliyya) e quella delle nuove leggi musulmane: la sua vita matrimoniale, la stima della comunità, il (breve) periodo di potere politico che ebbe dopo la morte del marito sono un chiaro emblema delle antiche tradizioni degli avi che si fondono o che man mano vengono quasi del tutto, o completamente, sostituite da quelle musulmane. 
Il rapporto tra A’isha e Maometto si basava sull’affetto e la dipendenza reciproche, ma anche sull’uguaglianza: la giovane moglie, infatti, non si fece mai intimorire dal ruolo politico e dal carisma del Profeta. Lui, d’altro canto, ebbe sempre grande pazienza e un amore viscerale nei confronti di A’isha. Un episodio su tutti, il più famoso, ci restituisce totalmente l’essenza del loro legame: un giorno A’isha, impegnata a raccogliere le perline che si erano sfilate dalla sua collana, non si accorse che la carovana era ripartita senza di lei. Tornò a casa il giorno dopo, scortata da un giovane beduino, senza l’aiuto del quale di sicuro sarebbe morta. Le voci sulla sua infedeltà esplosero immediatamente, correndo di bocca in bocca. Se ne convinse perfino Maometto che, addolorato, si allontanò da lei e smise di avere rivelazioniQuando l’equivoco venne chiarito, la prima rivelazione che ebbe riguardò proprio l’innocenza della moglie. A’isha era una donna molto intelligente e scaltra, perfettamente in grado di affrontare suo marito a viso aperto; prova ne è la battuta con cui lo rimbeccò quando seppe ch’egli aveva avuto una rivelazione che lo autorizzava a contrarre nuovi matrimoni: “Vedo che il tuo Signore si prodiga per soddisfare i tuoi desideri!” (Ibn Sa’d 8:112).
A’isha: l’amata del ProfetaA’isha e le altre mogli del Profeta seguivano il loro uomo perfino in battaglia, portando acqua ai soldati e curando i feriti coraggiosamente. Di certo la vita nell’harem non era delle più semplici: c’era un misto di solidarietà femminile e di rivalità tra le mogli di Maometto. A’isha, poi, fu sempre molto gelosa delle altre consorti, pur considerandosi, in quanto favorita, nettamente al di sopra di loro. Ci sono alcuni episodi che rendono bene la questione della difficile convivenza di queste donne. Uno di questi riguardò la ribellione delle mogli nei confronti della segregazione imposta loro da Maometto. A’isha fu una delle protagoniste di questa “insurrezione al femminile”, che rischiò addirittura di minare l’equilibrio politico, visto che i matrimoni, all’epoca, (non solo quelli del Profeta) erano alleanze politiche e strategiche fra tribù. Il Profeta minacciò un divorzio in massa, ma le cose, lentamente, si appianarono senza ulteriori strascichi.
A’isha: l’amata del ProfetaNel 632 Maometto, in punto di morte, volle essere portato nella stanza dell’amata A’isha. Morì tra le sue braccia e venne sepolto proprio in quella stessa stanzaA tal proposito occorre ricordare che egli non ebbe mai una stanza tutta sua, ma divise per tutta la vita quelle delle sue mogli, che visitava a turno e regolarmente. Dopo la morte del profeta ci fu un periodo di incertezza politica, dal momento che egli non aveva figli maschi e non aveva designato il suo successore. Le mogli, da tempo investite del titolo di Madri dei Credenti, continuarono a vivere nei loro appartamenti ma non ereditarono nulla dal profeta. 
A’isha fu l’unica moglie ad avere un ruolo politico dopo la morte del marito e venne costantemente consultata come fonte più importante della tradizione islamica. Nessun’altra consorte fu tanto prolifica e precisa come lo fu lei nel ricordare e tramandare gli insegnamenti del Profeta. Questo personaggio femminile cosi fiero e determinato fu anche protagonista della famosissima “Battaglia del Cammello” (656) contro Ali, genero di Maometto, che portò alla sconfitta definitiva di A’isha. La battaglia viene chiamata cosi in ricordo del cammello che A’isha montava mentre spronava i soldati a combattere. La figura fin qui tratteggiata mostra una donna tutt’altro che sottomessa. Ovviamente questa considerazione deve tenere conto del contesto sociale in cui A’isha visse; ella, dunque, fu sicuramente figlia del suo tempo, ma dotata di una spiccata intelligenza che le consentiva di affrontare ogni ostacolo con lucidità e fierezza da guerriera
A’isha: l’amata del ProfetaA’isha, Madre dei Credenti e della tradizione orale islamica, da cui è possibile ricavare “i detti del Profeta” (ahadith) è diventata, col tempo, anche un personaggio letterario e oggetto di numerosi studi. L’interessante volume della ricercatrice Leila Ahmed, “Dietro il Velo”, affrontando le questioni più spinose che ruotano attorno alla religione islamica come, per esempio, l’imposizione del velo, la segregazione e il diritto all’istruzione femminile, tratteggia in modo dettagliato e con uno stile raffinato anche la vita delle mogli di Maometto, prima fra tutte A’isha, in quanto simbolo del passaggio dall’epoca preislamica a quella islamica. 
Gli studi dedicati a questa figura, comunque, sono molti. Tra questi si può citare il saggio di Nabia Abbott “A’isha: The Beloved of Muhammad”, che affronta con rigore e originalità la vita della favorita del Profeta, mettendo l’accento sul contesto politico, culturale e sociale dell’epoca, indissolubilmente legato all’ascesa dell’IslamUn libro bellissimo, una sorta di affresco corale di voci femminili, è “Lontano da Medina” della scrittrice femminista Assia Djebar. In quest’opera la storia musulmana, dalla morte del Profeta alla riorganizzazione del potere, viene narrata dal punto di vista femminile, con lo sguardo ribelle verso gli uomini ma sottomesso a Dio delle donne, A’isha compresa. E’ un romanzo originale e insolito, nello stile e nella struttura, che avvicina il lettore ad un mondo ormai lontano nel tempo e a donne che quasi mai hanno avuto voce.
A’isha: l’amata del ProfetaEsempi più recenti di romanzi con protagonista A’isha, sono "La Madre di tutti i Credenti" di Pasha Kamran, bel romanzo che ripercorre, intrecciandole vita pubblica e privata di A'isha e Maometto ed i contestassimi ma davvero interessanti “A’isha L’Amata di Maometto” ed il seguito “La Sposa Guerriera” di Sherry JonesLe polemiche, scaturite in minacce culminate anche con un attentato all’editore inglese dei volumi, si concentrarono sul fatto che fosse stato toccato un argomento molto delicato come la vita del Profeta, addirittura diventata l’oggetto di due romanzi. L’autrice venne accusata di aver vilipeso l’Islam, offendendone i credenti, ignorando i fondamenti e la storia di questa religione. Alcuni dissero anche che i libri rasentano la pornografia e si cercò in tutti i modi di bloccarne la pubblicazione. Al di là delle contestazioni e delle polemiche sulla possibilità o meno di scrivere e discutere sulla vita del Profeta e della sua famiglia, ciò che rimane è l’immagine di una donna che ha saputo scegliersi le battaglie da affrontare e le regole a cui sottostare
A’isha non è stata una donna debole, ma nemmeno una ribelle assoluta e sola contro il mondo. Ha usato sapientemente la propria astuzia per capire quando era il caso di lottare e quando, invece, era necessario deporre le armi. Non si tratta di opportunismo, ma di semplice lungimiranza e capacità politica. Certo le sue scelte non si sono sempre rivelate felici, la Battaglia del Cammello ne è la prova, ma A’isha ebbe comunque il coraggio di rischiare e per questa sua forza e ribellione è un personaggio molto attuale, che potrebbe, se cercassimo di conoscerlo di più, insegnare moltissimo agli uomini e alle donne di oggi.

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