Dev’essere colpa di questo strascico di emozioni, che mi porto dietro da domenica. Sono rimaste lì, le emozioni. Galleggiano. Così tante, in così poco tempo, e ora non se ne vogliono andare.
O, forse, non se ne vanno proprio perché funzionano così, a rilascio lento. Sono tutte concentrate sottopelle. Nell’avambraccio, in un piccolo serbatoio. E a piccole dosi, piano piano, entrano in circolo. Quando ce n’è bisogno.
Oggi è entrata in circolo un’altra piccola dose. Va a sommarsi alle decine e decine che ho assorbito in questa settimana. E le più forti, le più dense, erano le note su Facebook, i post, i commenti ai post. Eravamo noi, insomma.
E prendiamola fra le braccia, questa vita danzante,
questi pezzi di amore caro, quest’esistenza tremante,
che sono io e che sei anche tu, che sono io e che sei anche tu.