Negli ultimi tempi è stata riportata, molte volte e in contesti diversi, questa citazione di William B. Yeats :
“Insegnare ( educare) non è riempire un secchio ma accendere un fuoco.”
Bellissima, certo, vorrei però completarla con qualche riflessione.
Considerare il cervello del discente “un secchio” è indubbiamente non solo riduttivo , ma anche e soprattutto, offensivo. Peccato non sia la scuola a considerarlo tale, quanto piuttosto il resto della società, che gode, è inutile negarlo, di maggior prestigio rispetto all’ istituzione scolastica.
Non ci credete? Accendete la tv e mettetevi nei panni di un bambino seduto davanti al video, solo, senza la guida di un adulto e scegliete un canale qualsiasi. Luoghi comuni, violenza, superstizione, ignoranza vi si rovesceranno addosso con la potenza di una tempesta equatoriale. E questo, vi piaccia o no, attualmente è il sentire comune, la voce della nostra società.
Il cervello di un bimbo non sarà un secchio, ma è sicuramente una spugna e senza una guida assorbirà tutta quella pioggia di scempiaggini, ben confezionate e colorate e su quelle, solo su quelle, formerà il suo pensiero. L’esempio si può ampliare sostituendo alla TV, internet, giornali e giornalini, film e videogiochi. Riuscirà la famiglia a inserirsi in questo il percorso così magistralmente tracciato e poi, siamo sicuri che lo voglia? L’atteggiamento aggressivo di molti genitori mi fa pensare che essi stessi siano il risultato di una rigorosa educazione multimediale; stile educativo, che non prevede l’uso di parole quali mi dispiace, scusa, grazie, ma solo un gigantesco IO dominante.
Veniamo ora alla questione del fuoco. E’ un’ immagine forte, potente stupenda! Mi ci vedo brandire la fiaccola e accendere con un ampio gesto plastico, la scintilla della curiosità, il lume della conoscenza, la fiamma della sapienza.
Poi il risveglio. Non è una fiaccola quella che sto pomposamente agitando, ma sono primitivi bastoncini fatti in casa (seguendo le istruzioni gentilmente offerte gratis dal MIUR) da sfregare con fatica per ricavarne una precaria scintilla e accendere un fuoco in mezzo a una società inselvatichita e dotata di potentissimi idranti.
Quindi? Si rimettano le cose nel giusto ordine prima di pontificare, semplificare o addirittura banalizzare :
1) Educazione
2) Istruzione
e solo dopo, molto dopo, tutto il resto.
Non si riesce ? Costa troppo tempo alle famiglie educare e preparare alla convivenza i propri figli e costa troppo denaro allo stato mettere in piedi un sistema d’istruzione efficace?
Bene, allora continuiamo così, scintille vs idranti, ma fatemi un favore, smettete di parlare di scuola. Buona o cattiva che sia è morente. Assistete in silenzio alla sua agonia.
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