Ho ricevuto in questi giorni una email con una “testimonianza” (si, stile anonima alcolisti) che oggi vorrei condividere con voi.
Prima di tutto perchè molti di voi si riconosceranno in questo (io, per fortuna, sono troppo vecchia e vengo da un mondo universitario che mi ha permesso di entrare in azienda con stage non pagato invece di rompermi la testa con concorsi e concorsoni… e cominciare così, fin da subito, ad avere dimestichezza con l’assurdo mondo delle istituzioni, e delle “professionalità” che esse impiegano) e in secondo luogo perchè il ragazzo scrive talmente bene che non mi serve neanche parafrasarlo.. resterete incollati fino a fine lettura, e col fiato sospeso (benchè sappiamo tutti come va a finire la storia, no?) ve lo garantisco.
Ecco dunque che cosa mi scrive Stefano M.
“Cara (…) Voglio sfogare la mia rabbia, ovviamente repressa, coinvolgendoti (mi perdonerai!) nelle mie vicissitudini.
Anticipo che possiedo una Laurea Magistrale, un Master, e che parlo correntemente cinque lingue (accidenti a me che avrei potuto imparare un mestiere senza spaccarmi la schiena sui libri!!!). Anticipo che ho inviato per anni migliaia di CV alle più svariate ditte, imprese, agenzie, centri per l’impiego e compagnia bella, con il risultato di trovarmi eternamente nello status di inoccupato cronico.
Ma ecco che il 2014 mi regala la luce, la soluzione a tutti i miei problemi, la speranza di un futuro migliore: Garanzia Giovani!
È il 7 maggio, compilo con estrema diligenza il form d’adesione al progetto sul portale della Regione in cui risiedo, fra mille perplessità (debbo limitarmi a registrarmi in una sola regione o posso farlo anche in altre? Il bando non è mica così chiaro!). Attendo pazientemente la convocazione da parte della sede universitaria a me più vicina, quella che, a detta di un impiegato del Centro per l’impiego del mio comune, dovrebbe contattarmi, poiché, in quanto detentore di un titolo post-lauream acquisito da meno di un anno, sono di fatto equiparabile a un neolaureato, con i vantaggi (pochi, ma pur sempre tangibili) che tale condizione comporta.
La convocazione non perviene entro i termini stabiliti. Interpello lo sportello Lavoro della suddetta Università, e apprendo, con sconcerto, che la mia pratica non viene presa in carico, poiché ho acquisito il titolo in altra Regione. L’addetto allo sportello mi consiglia di rivolgermi all’Ateneo in cui ho conseguito la Laurea Magistrale. Nuova telefonata, medesima risposta.
Contatto nuovamente il Centro per l’Impiego. Qui l’addetta, estremamente scocciata, mi tratta da imbecille, asserendo che ho compilato in modo errato la domanda d’adesione: non avrei dovuto assolutamente menzionare il Master (Eccheccazzo!), così riesce a risolvere il problema in quattro e quattr’otto, senza spaccarsi il cervello più di tanto. (Non è mica pagata per questo!)
Perplesso (non sono rincoglionito del tutto!) mi rivolgo agli uffici competenti di Provincia e Regione. Costoro si limitano a citare un articolo del Regolamento Regionale secondo cui, effettivamente, dovrei godere dei vantaggi della condizione di neolaureato. Sempre più perplesso, interpello il Direttore del CPI, il Ministero del Lavoro e l’INSIEL. Scopro che non v’è nessuna certezza circa la mia condizione, e che i sistemi di gestione dati Ergonet e PIPOL non comunicano correttamente fra di loro (siamo in Italia!).
Incazzato, invio una mail di rimostranza alla Commissione Europea. Nel contempo, l’addetto al Centro per l’Impiego mi obbliga a sottoscrivere, pena l’esclusione d’imperio dal progetto, il documento che mi colloca ufficialmente nella fascia più disagiata.
Dopo alcuni giorni apprendo non solo che Bruxelles mi ha ascoltato, ma che ha inviato al Ministero, alla Regione e al Centro per l’Impiego, e a me per conoscenza, una lettera di messa in mora con cui intima agli enti sopra citati di provvedere entro breve termine a risolvere la vexata quaestio, e a riconoscere il titolo da me acquisito, pena l’avvio di una procedura d’infrazione. Benedico San Laszlo Andor, con tutto il suo entourage!
Una settimana dopo, con una velocità stratosferica, vengo convocato d’urgenza (telefono fisso, cellulare, e-mail… Melius abundare quam deficere!) allo sportello universitario, dove un impiegato gentilissimo (che strano!) mi stila un Piano d’Azione Individuale (seduta stante!!!) e mi prospetta persino… un lavoro retribuito (sogno mostruosamente proibito!).
Nel contempo partecipo a una selezione in una famosa città italiana e stranamente (vista la mia proverbiale sfiga) vengo scelto e parto per l’Austria, con una borsa di tirocinio e studio. Contatto dal gelido nord, a intervalli regolari, il CPI dell’Ateneo, ottenendo la medesima risposta: tutto si svolge secondo il piano, e non c’è che da attendere la convocazione.
L’epilogo, puoi immaginarlo, è sconcertante: un paio di giorni fa mi reco presso il CPI del capoluogo provinciale per rinnovare il Patto di Servizio e scopro che… sono stato gabbato: mi trovo rischiaffato d’ufficio nella fascia dei desperados. Morale della favola: tanto rumore per nulla, continuo a essere un inoccupato in cerca di primo impiego.”
Potete immaginare la mia faccia a fine lettura… è più o meno simile alla vostra.
Dopo aver contattato Stefano e avergli espresso la mia solidarietà, gli ho confessato di odiare grandemente gli impiegati e i dipendenti pubblici, soprattutto quelli che, nascondendosi dietro il grossolano dito del “io non posso farci niente, qui ci lavoro soltanto” rifiutano non solo di aiutare il povero cristo in ginocchio che hanno davanti (Sacrosanto: se non se po fa non se po fa…) ma di esprimergli quel poco di solidarietà, comprensione, empatia che potrebbe non dico cambiargli la vita, ma svoltargli la giornata si.
E invece niente. Costa troppo e certa gente non è pagata per quello, giusto?
Un sorriso, una parola gentile. Molto meglio maltrattare il malcapitato quasi fosse una pezza da Q e mandarlo per la sua strada con, sulle spalle, oltre il danno la beffa. La beffa di incontrare il volto inumano dell’umanità, il braccio indolente della legge.
Per farci due risate, gli ho confessato anche che, se conoscesse la gente che conosco io, probabilmente a quest’ora qualcuno gli avrebbe detto “ma sai che ho sentito che per l’Expo cercano un sacco di gente? perchè non guardi se c’è qualcosa che ti interessa?” e poi dicendogli anche di risparmiarsi la fatica: cercano tutti stage per neolaureati da non più di 12 mesi MA con ESPERIENZA in almeno due o tre categorie varie ed eventuali (pr, comunicazione, social, cazzi e mazzi… si, cazzi e mazzi siamo tutti esperti è vero, ma sono le altre skills che vanno coltivate fin dalla culla – e se mi nasce un figlio lo mando a lavorare fin da dopo l’asilo, sapevatelo!-)
Ecco, ora faccio ridere anche voi: Stefano mi ha risposto. Per dirmi che, incredibile ma vero una zia della cugina della nonna dell’amica della sorella… insomma una conoscente lo ha chiamato, così, giusto per dirgli che per l’Expo cercano un sacco di gente e…
E si, non ci credevo, ma è tutto vero.
Si, anche che all’Expo cercano gente.
E quindi sedetevi tutti qui con me, cari amici e lettori, che questo è un altro bel viaggetto ai confini della realtà… e ritorno.