L’NBA è la terra promessa per tutti coloro che hanno scelto il basket come proprio impiego nella vita, ed in questo meraviglioso contenitore eterogeneo tante storie diverse ed interessanti si intrecciano, e nessuna verità può rimanere tale al lungo. Può capitare infatti che una delle peggiori squadre mai viste solcare un parquet NBA possa trasformarsi in outsider interessante per gli imminenti playoff della Eastern Conference, quasi da un giorno all’altro.
I protagonisti della storia sono i Charlotte Bobcats e l’artefice della rinascita della franchigia del North Carolina ha un nome ed un cognome: Al Jefferson, l’esperto di vernici.
No, Al Jefferson non lavora part-time come imbianchino e non gestisce un colorificio, tuttavia sul suo sito è possibile ricercare validi argomenti per giustificare la grande crescita cestistica dell’ex Timberwolves e Jazz.
Come riportato proprio da Bigalspaint le prestazioni di Jefferson sono del tutto comparabili con quelle dei migliori centri in circolazione:
Tuttavia il prodotto di Mississipi high-school è stato uno dei grandi esclusi dall’All-Star Game di New Orleans, e come successo l’anno scorso a Kevin Love, la delusione per l’esclusione si è trasformata in grinta e determinazione come è possibile osservare in questa tabella che mette a confronto le statistiche di Jefferson prima e dopo l’ASG:
Al di là delle statistiche individuali occorre notare come siano tutti i Bobcats a beneficiare del boost garantito da Jefferson: prima dell’All-Star Game Charlotte occupava la 20esima posizione complessiva con un record di 23W-30L, mentre dalla serata delle stelle ad oggi la franchigia del Carolina occupa l’ottava posizione, con un record in positivo di 16W-8L.
La stagione dei Bobcats non è però esclusivamente frutto delle positive prestazioni di Jefferson: il segreto della truppa di coach Steve Clifford si chiama difesa. E una maggior attenzione a proteggere il proprio pitturato ha responsabilizzato tutti, innanzitutto Jefferson, che mai si era distinto per le sue skills difensive e che ora difende con maggior enfasi anche sul pick n’roll.
Una difesa attiva e che occupa spazio in pitturato costringe gli avversari ad esplorare soluzioni a coefficiente di difficoltà più elevato e responsabilizza tutta la squadra chiedendo loro un’attenzione prolungata e duratura. Il rovescio della medaglia tuttavia è rappresentato dalle percentuali dal perimetro concessi da Charlotte proprio per proteggere il pitturato: il 37.7% fa dei Bobcats la terza peggiore difesa ‘behind the arc‘.
Il corposo contratto triennale firmato quest’estate con i Bobcats allontana senza dubbio Jefferson dalle sirene di mercato e questo può rappresentare un vantaggio per continuare a migliorare il proprio gioco per la felicità della propria squadra. Tuttavia affinchè il matrimonio con Charlotte continui ad essere felice, le ambizioni del primo devono viaggiare di pari passo alle ambizione dei secondi, anche perchè in caso contrario ci sono tante squadre pronte a farsi ridipingere i propri pitturati da Al Jefferson!