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alessia e michela orlando: LA MORTE QUALE INACCETTABILE CONDIZIONE, IN QUALSIASI MANIERA LA SI CHIAMI

Creato il 04 dicembre 2010 da Gurufranc

alessia e michela orlando: LA MORTE QUALE INACCETTABILE CONDIZIONE, IN QUALSIASI MANIERA LA SI CHIAMI

MORIRE, UCCISI: POTREBBE MAI ESSERE ACCETTABILE?

Vorremmo essere originali. E dunque la prendiamo alla lontana. Facciamo l'ipotesi che un giorno si scoprano particolari allucinanti sul cervello dei cercopitechi e delle balene, e che i giornali la raccontino più o meno così:

Quelli la sapevano lunga e non ce ne siamo mai accorti. Sapendo che noi esseri umani siamo una banda di fetenti, ogni qualvolta hanno lanciato un cocco, spaccandoci la testa, oppure colpito con la coda la barchetta facendoci affogare, lo facevano deliberatamente: volevano la nostra morte! Ebbene, siccome i reati, se non è ancora decorso il tempo dettato da norme sacrosanti, ancora non sono prescritti, ne chiediamo la condanna a morte.

Facciamo anche un'altra ipotesi: la condanna a morte viene comminata e, finalmente, eseguita. Giacché sappiamo che il cervello di quegli animali, stavolta fetenti quanto noi, è organizzato come il nostro, si tratta di un omicidio oppure no?

A questo punto potrebbero essere chiamati a esprimere un parere anche i linguisti, che forse ci direbbero: Il termine omicidio deriva da una lingua che se non è ancora deceduta poco ci manca e voi venite a parlare di omicidio e morte proprio a noi?

Vi è chi, a questo punto, non si chiederebbe: Ma che dice questo? Qual è il nesso?

Beh, forse c'è: è vero che omicidio deriva dall'unione del vocabolo homo, uomo sicuramente, ma non certo sant'uomo, con il vocabolo cidium, che ha, senza tentennamenti, a che fare con la morte. Con una lingua un po' più viva, ma neppure tanto, il sarebbe: uccidere un uomo per mezzo di un altro uomo.

Questo ci manda in bestia giacché ci confonde le idee rispetto alle ipotesi precedenti. Sarebbe forse più esatto dire balenicidio e cercopedicio?

E le balene che si spiaggiano si suicidano oppure no?

E il cercopiteco che si lancia da un ramo e si lascia andare impattando il suolo, dove si spiaccica con quel noto rumore da corpo che quasi esplode, muore suicida oppure no?

Altri spiegano con saccenza: l'omicidio è la soppressione di una vita umana a opera di un altro essere umano.

Chiaramente, rendendosi conto che è un po' poco, aprono il codice e leggono: Può essere volontario o colposo…chiaramente dipende dalla volontà: ovvero se si sia consumato con intenzionalità dal soggetto che lo pone in essere oppure no.

Andando sempre più in profondità, il termine omicidio per gli italiani è sinonimo di assassinio.

Ebbene, chi volesse approfondire impiegherebbe un attimo a capire che in altri ordinamenti giuridici questo termine indica una fattispecie diversa e più grave: vi rientrano, infatti, i casi di omicidio volontario premeditato. Così è, ad esempio, in Francia: con il termine assasinat si indica proprio questo ultimo caso.

Altra ipotesi: e se un uomo uccide un altro uomo in guerra è o non è un assassinio?

E nel caso della legittima difesa?

E nel caso della cosiddetta legittima difesa putativa, cioè quando temi che stanno per farti male e ti difendi togliendo la vita a un altro uomo ma ti sbagliavi, visto che quello voleva solo accarezzarti di sorpresa?

E i sacrifici umani in onore di una o più divinità erano o no omicidi?

E il dio che ti fulmina quando pecchi è un assassino oppure no?

E in questo ultimo caso, siamo di fronte a un parricidio se si scopre che tu hai dato vita al dio che ti ammazza, avendo il bisogno di sentirti protetto?

La faccenda si complicherebbe se volessimo approfondire altre ipotesi alla luce della inseminazione artificiale: si potrebbe definire l'omicidio dell'uomo, che non ti ha cresciuto e neppure ha partecipato alla inseminazione in maniera naturale, come parricidio?

Perseguendo ancora su questa strada: ci potremmo trovare di fronte a casi di uxoricidio se a perdere la vita è una donna, ma non si è sposati ed essendo inoperativi i cosiddetti PACS?

Per non dire delle ipotesi di fratricidio che, in una situazione da bailamme familiare, sono del tutto improponibili. E, per finire, quando qualcuno viene ucciso …

Alleggerendo un po' le argomentazioni e narrando di una ipotesi che si è verificata da poco, come si può leggere sulla carta stampata e nel web:

questo due dicembre appena trascorso, a Celebration, in Florida, cittadina nata da una idea di Walt Disney, fondata poi nel 1996, noto luogo in cui tutto appare calmo e pacifico, destinato al divertimento, è stato ammazzato Matteo Giovanditto. Lo hanno trovato morto in cucina, dopo alcuni giorni di vane ricerche. Gli è stata tolta la vita durante il weekend per la festa del Ringraziamento.

Ebbene, per questa ipotesi, che ha creato un allarme ancora più eclatante di qualsiasi omicidio perpetrato sulla faccia della terra, giacché non era mai successa una cosa così grave in quel luogo creato per il divertimento, si potrebbe coniare un neologismo capace di dire in maniera più potente quel che non basta a dire con le parole consuete? Si potrà immaginare un nuovo termine, più grave, di omicidio e assassinio, senza scadere in una visione filmica hollywoodiana?

Ci farebbe piacere avere qualche risposta, potrebbe bastarne una proveniente dal nostro subconscio, giacché il prossimo giorno sedici torneremo a lavorare per Disney. Anche se si tratta di Euro Disney, qualche preoccupazione si affaccia nel panorama della nostra mente, malgrado si sappia, ne siamo certe, di non essere coinvolte in una trama da film giallo.

L'immagine: Il trionfo della morte, 1562; di Pieter Bruegel il Vecchio.

 

 

 



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