Nel frattempo credo che gli elettori sapranno riconoscere lo sforzo di chi, per sua iniziativa, saprà farli partecipare in modo trasparente alla scelta dei candidati”.
Sempre su Facebook Carla Pellegatta, dirigente della Cgil del Veneto, ha dichiarato: “Il sistema delle preferenze è sempre stato foriero di clientele e manovre di bottega. Si facciano le primarie di collegio”.
La sinistra storica del PD (ex Pci, ex Pds, ex DS) ha dimenticano volutamente le battaglie fatte da sempre contro le preferenze per motivi condivisibili (libertà di voto contro le clientele, la mafia e la criminalità). Adesso invece pur di contestare Renzi condivide strumentalmente le preferenze.
Sono cresciuto con le preferenze fin dagli anni 70 nel Sud e conosco molto bene gli effetti illeciti di tale strumento. Negli anni 90 si è creata una cultura contro tale metodo di scelta e non sono stato io a sostenerla. Ma non si può per le convenienze di qualcuno interessato cambiare a comando. Questo è quello che sta avvenendo oggi dimenticando che le preferenze possono essere sostituite con altri strumenti (lista corta, collegi ridotti e primarie). In ogni caso nel momento in cui occorre arrivare ad un accordo qualcosa bisogna pur lasciare se si è convinti che un cambiamento del sistema è necessario ed urgente. Altrimenti non facciamo nulla e continuiamo a fare gli "intellettuali sterili" senza produrre nulla di positivo per il paese e senza pensare che potremmo scomparire dal sistema politico. Rimanere fermi e uniti non serve al paese ed al PD.
La sinistra storica ha continuato anche con Bersani a contrastare le preferenze e vi sono articoli di giornali. Non ho interesse a difendere una parte del partito. Ho vissuto il periodo pre PD e parlo con cognizione di causa. Quella posizione è continuata nel PD tanto è vero che era stata scelta una proposta con collegi uninominali e doppio turno in contrasto con la posizione di Berlusconi. Per tale motivo non si è fatto nulla. La proposta di Renzi rappresenta la proposta possibile in questo momento e con le forze politiche in campo. Si evitino le preferenze e si facciano le primarie.
Brava Alessia Rotta ad esprimere tale posizione che non va tanto di moda ma che può salvare un paese in ginocchio.
La riforma elettorale e collegata alla istituzione del senato delle autonomie e alla riforma del titolo V della Costituzione. Tutte riforme importanti che rappresentano il presupposto per avviare un grande cambiamento nel nostro paese. Non bisogna dimenticare che la prossima settimana si discuterà in direzione PD del Job Act di Matteo Renzi dopo anni di inerzia e slogansimproduttivi.
Occorre avere presente che la ragione di essere del Governo Letta sono le riforme e senza di esse cadono i presupposti di questo Governo.