Magazine Diario personale

Alla fine di tutto

Da Whitemary
Credo che molta gente reputi la mia vita in disuso, ma non ho mai dato importanza alle opinioni vaghe. I miei giorni non sono scanditi, i miei ricordi sono accompagnati da profumi di spezie orientali, dal rumore del mare, dalla sensazione del vento sulla pelle. Ho viaggiato e viaggiando ho cercato me stesso.  Da giovane sono stato arruolato durante la guerra e porto ancora le cicatrici di quegli anni; gli unici davvero in disuso. Poi c'é stata lei e dopo di lei solo paesaggi diversi e chilometri da percorrere. Ricordo ancora i suoi occhi. Sono scappato da una vita che non volevo e lei non è voluta scappare con me. Negli anni la sua immagine si è affievolita e ancora oggi mi ritrovo a chiedermi che cosa sarebbe successo se fossi restato, o se lei fosse venuta con me. L'amavo. E me ne sono reso conto troppo tardi. Non saprò mai se per lei ci sarebbe stato posto nel mio disegno di libertà. Avevo paura. Desideravo aprirmi al mondo e il desiderio di partire vinse su quello di restare. Non le ho dato una possibilità. Non mi sono dato una possibilità. Le montagne mi chiamavano a loro come il canto delle sirene seduce i marinai. Presto, ciò che avevo e ciò che ero stato, mi scivolò  tra le mani e in pochi mesi mi ritrovai ad avere tutto davanti a me e nessuna radice che mi trattenesse. Ho conosciuto persone e visitato luoghi, ho vissuto nell'incertezza e imparato nuovi mestieri. Ho assaporato culture e ascoltato storie, ho preso parte a frammenti di vite e, chilometro dopo chilometro, ho costruito la mia. E ora che sta per finire tutto, i ricordi mi vengono a cercare e i suoi occhi illuminano i miei. Non ho mai voluto sicurezze, ma adeesso, alla fine della vita, mi ritrovo a volere lei, lei che avrebbe potuto essere la mia unica sicurezza. B.

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