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Alla Rivoluzione sulle Due Cavalle

Creato il 21 gennaio 2011 da Gianlucaciucci
Alla Rivoluzione sulle Due CavalleSilvio Berlusconi va alla guerra. Si rifiuta di comparire davanti ai Giudici milanesi ribadendo che questi non sono competenti dei reati ascrittigli. Sostiene infatti che ad esser competenti circa la prostituzione minorile siano i giudici di Monza (benedetta provincia di Monza-Brianza, giochini MB), per quanto riguarda la concussione, addirittura, deve pronunciarsi il Tribunale dei Ministri sito in Roma. A me sembra che siamo già all'esautorazione del potere giudiziario ma non sono un'esperto di diritto; di certo non se la passa bene pure quello legislativo, potere assolto dal Parlamento che, di fatto, non sussiste, essendo Montecitorio oramai buono solo ad ospitare le gite scolastiche e la rassegna stampa che controllo ogni mattina. Per non parlare poi del potere amministrativo di un Governo che risponde ad un unico padrone, lo stesso che tiene in scacco gli altri due, Berlusconi, appunto, nella peggior tradizione che va da Videla a Pinochet, da Stalin a Ceausescu (con buona pace dei "comunisti"). Da questi statisti il Cavaliere si distacca per il disamore della divisa, alla quale preferisce le cravatte a pallini e i bei completi ginnici blu scuro, che pretende facciano "giovane" laddove invece mostrano tutta la vecchiaia e la pinguedine dello sbiadito leader. Pecche che non sono sfuggite nemmeno agli occhi attenti delle ospiti di Arcore, loro sì giovani e sempre in formissima: "l'ho trovato invecchiato, sta più di là che di qua". Sarà contento.
Insomma un caro leader che, a dispetto del nome che si porta dietro da sempre, difficilmente ricorderemo in pose equestri alla guida della Patria. Più facile invece il pensiero di un "doggy style" con la simpatica ragazza di turno, sempre all'insegna della grande eleganza e della rilassatezza che vigono nelle residenze presidenziali. Si preparano giorni di fuoco, con scontri sempre più duri tra la sordida realtà e la favola imbastita dai Signorini della casa del Silvio alla quale, è innegabile, c'è ancora chi vuole credere fino alla morte, non si sa bene di chi. Molte persone, a mio avviso, rischiano fortemente della propria incolumità fisica e professionale, perché non si scherza con un caimano preso alle strette. La situazione si fa sempre più grave e sempre meno seria, sarebbe il caso di smettere di ridere.

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