Chi accorre da tutto il mondo per vedere il Festival di Sitges, unico nel suo genere, non ne viene deluso perchè raccoglie un mondo che è alla fine il 70% del fatturato cinematografico mondiale e che spesso non viene approfondito o commentato se non attraverso singoli film. Se la passione per il festival per i suoi protagonisti del genere fantastico, catalani e spagnoli, non si può non commentare (quest’anno è infatti la volta dell’attore Álex Angulo, morto recentemente, il 20 luglio, a cui si sta rendendo omaggio con alcune proiezioni e vanta inoltre la presenza di Álex de la Iglesia), è sicuramente la vocazione del festival al comprendere le tematiche piu’ interessanti per il genere fantastico europeo ed internazionale a fare da padrone quest’anno.
In questa logica, sicuramente un bel film proiettato nella sezione ufficiale del concorso in questi giorni (e che ben rappresenta il filone del Festival di quest’anno) è quello che vede protagonista Scarlett Johansson, Jeremy McWilliams, Lynsey Taylor Mackay, Dougie McConnell ovvero “Under the skin” di Jonathan Glazer del 2013. Un film ben construito dai colori freddi e tinte ghiacciate dove una stupenda Scarlett Johansson, spesso nuda, percorre la storia con una bravura ed una intensità soprendenti. Non sembrano essere passati questi dieci anni da quando questo regista ha cominciato a sviluppare sperimentazioni e stili del tutto nuovi con il genere fantastico. E forse è proprio di questo che il genere fantastico ha bisogno per produrre sempre migliori progetti.
In Sotto la pelle, tratto dal romanzo di Michel Faber, nel film come nel libro, tutto ruota attorno alla protagonista, una superba Scarlett Johansson, una vittima della trasformazione di un alieno che vuole fare esperienza di sè attraverso il corpo umano che viene spogliato, violato, accolto, rifiutato e corrotto. Un film poetico dunque, che ben rappresenta le tematiche del Festival del Cinema di Sitges di quest’anno, dove la poesia sta però nel suo trattare la storia con poche parole, sottraendo piuttosto che aggiungendo, ma gesti ed atteggiamenti attoriali davvero bellissimi. Dove la realtà diventa diventa un viaggio di conoscenza alla Kerouac, per esempio, facendone continuamente esperienza attraverso gli incontri umani e non.Un “on the road” visionario, è vero, ma sicuramente con un taglio letterario-estetico affascinante pronto a diventare capolavoro o scivolare nel nulla eterno del cinema di cassetta diranno molti, ben venga quindi la proiezione durante il Festival del Cinema di Sitges che ci ricorda, una volta di più, a stare attenti alla differenza tra un sogno ideale e l’incubo che potrebbe nascerne nella realtà. Una curiosità: Sitges 2014 ha aggiunto una nuova sezione la Oficial Fantastic Orbita che si è aperta ieri con “In order of disapearance” di Hans Peter Moland ed oggi con “Montain” dell’inglese Mo Ali.
Questa sezione unirà tredici thriller e la tipica “action” poliziesca per tre giorni di programmazione; molta è la curiosità su come reagirà il pubblico in sala. Una nuova vocazione?
di Cristina T. Chiochia per Oggialcinema.net