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Alluvioni e siccità: la regolamentazione dei fiumi finanziata col Motore di Schietti

Creato il 25 agosto 2012 da Tnepd

Alluvioni e siccità: la regolamentazione dei fiumi finanziata col Motore di Schietti

Alluvioni e siccità: la regolamentazione dei fiumi finanziata col Motore di Schietti

Ciao a tutti. come va?

Provo a cimentarmi nel classico articolo a riprova di un complotto per speculare sulle catastrofi: la regolamentazione dei fiumi in particolare del Po.

Quando avviene un’alluvione, o una siccità, nel bacino alluvionale del Po ci sono danni anche per 10 miliardi. A volte anche 20. Quest’anno per il momento si calcola 3-4 miliardi di danni effettivi all’economia dovuti alla mancanza di acqua.

Con il cambiamento climatico la situazione peggiorerà sempre di più, sia per le alluvioni che potrebbero essere causate dalle famose bombe d’acqua (precipitazioni intense in poche ore), oppure da piogge anomale prolungate, oppure ancora come quest’anno da siccità estive favorite dallo scioglimento dei ghiacciai.

Se ne parla dalla famosa alluvione del Piemonte del 1994 che causò danni equivalenti ad una completa risistemazione del bacino del Po e dei suoi affluenti.

Se ne discusse tanto. Anche allora si giunse alla conclusione che i danni per il cittadino comune sono costi, ma per i becchini delle alluvioni sono grandi introiti, come un terremoto, una guerra.

Per i becchini del cambiamento climatico la siccità di quest’anno è un business spettacolare. Pensate alle importazioni di cereali e cibo che dovranno essere fatte. Il 50% del raccolto in Pianura Padana è perduto. Chi ha una stalla dovrà approvvigionarsi di mangime all’estero.

Non parliamo poi di chi dovrà fare debiti e pagare gli interessi.

Vita mia, morte tua.

A Milano per fare un esempio stupido, nei parchi molti prati sono rinsecchiti. Se ormai l’erba non si rigenerasse e dovessero essere seminati di nuovo, sono costi. E così in milioni di giardini. Chi vende sementi ride.

Pensate agli orti che non sono stati innaffiati e non hanno prodotto verdure. Ok, era merce che non sarebbe stata venduta, ma si trattava di cibo e con il costo che hanno le verdure sono soldi.

 Non è solo un problema di Serpentina e produzioni autonome di acqua, ma di regolamentazione delle acque.

Ci sono le siccità e le alluvioni. Non manca l’acqua, va regolamentata.

Nella foto la Diga di Porto Torre sul Ticino. E’ la tipica diga di altezza inferiore a 10 metri che potrebbe essere facilmente retroalimentata con adeguate pompe a pressione atmosferica per produrre energia gratis illimitata con il Motore di Schietti.

L’acqua fino a 10 metri con pompe apposite risale come se fossero 10 cm a causa della pressione atmosferica che genera energia in eccesso sfruttabile attraverso le propietà dei liquidi e del vuoto come in una cannuccia per bibite. Quindi ricaricare un bacino idroelettrico alto meno di 10 metri costa meno energia di quella che può essere prodotta.

E’ in atto quindi anche un boicottaggio di produzione di energia elettrica con cui potrebbe essere finanziato il progetto di risistemazione del Bacino del Po.

Con il Motore di Schietti potrebbero essere costruite nuove dighe, o migliorate quelle esistenti, e produrre energia gratis infinita sempre con la stessa acqua che la faremmo macinare decine di volte, raccolta a valle e non a monte della diga.

Con il Motore di Schietti avete capito potrebbe essere finanziata la risistemazione dei principali bacini idrici del mondo controllando meglio il deflusso delle acque.

Non entro nello specifico di cosa andrebbe fatto perchè diventerebbe un discorso da specialisti, però è semplice, vanno creati dei nuovi bacini arginati da dighe di pochi metri per regolamentare le acque producendo energia con il Motore di Schietti.

Poi vanno sistemati gli acquedotti.

Poi le acque delle fogne vanno trattate con l’ozono per renderle pulite da ogni tipo di scarico civile ed industriale permettendo che vengano utilizzate in agricoltura o riutilizzate per l’industria.

Poi in alcuni casi le acque dei fiumi ( trattate con ozono) devono poter essere utilizzate anche per scopi civili.

Possono essere previsti nuovi canali o la sistemazione di quelli vecchi con adeguati bacini di raccolta e conservazione delle acque.

Vanno sistemati gli argini, in alcuni casi alzati anche solo di 50-100 cm.

Mi fermo qua.

Alluvioni e siccità per alcuni sono un business enorme. Il mondo è controllato da una banda di criminali che specula sulle catastrofi e ne genera sempre di nuove. Un tipico caso appunto sono alluvioni e siccità, oltre a guerre, malattie, povertà, terremoti, …  ed ovviamente la creazione di monopoli come energia, biomassa, cibo, cultura, materie prime, tecnologia, medicine, droga, prostituzione.

In Italia e nel mondo non si fa niente per evitare alluvioni e siccità sistemando i bacini fluviali, usando come scusa che mancano i fondi.

I danni nel corso degli anni sono molto superiori agli effettivi costi, e quindi i progetti si ripagherebbero da sè, ma in ogni caso con il Motore di Schietti si potrebbero finanziare i progetti producendo energia elettrica a volontà gratis.

Il PIL ne trarrebbe giovamento, sono le tasche dei becchini del cambiamento climatico che si ritroverebbero vuote e che dovrebbero diversificare gli investimenti in altri business, però etici, quindi senza generare catastrofi annunciate di altro tipo.

 Grazie dell’attenzione.

Domenico Schietti

Ps per ingegneri ed esperti: evidentemente col prototipo del Motore di Schietti a bollicine che può essere costruito ovunque senza bisogno di bacini idrici di raccolta non serve costruire dighe con centrali elettriche di nessun tipo. L’energia può essere prodotta in ogni condominio, in ogni azienda, in ogni città, direttamente. Quindi le dighe vanno previste solo per la regolamentazione delle acque che non verrebbero sprecate per produrre energia elettrica, ma raccolte durante le piogge e conservate adeguatamente per i periodi di siccità. Attualmente nel bacino del Po per esempio, nei bacini idroelettrici  l’acqua viene sprecata a monte per produrre energia elettrica  in periodi che a valle non serve per scopi di nessun tipo, generando quindi crisi idrica in caso di siccità.


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