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Altro che Idem

Creato il 20 novembre 2013 da Ilpescatorediperle
La pervicacia con cui la ministra Cancellieri si ostina a non dare le dimissioni per la trista affaire Ligresti lascia un po' di stucco. L'ex prefetto è stato più volte definito una servitrice dello Stato, una riserva della Repubblica, addirittura - fu peraltro tra i candidati più votati negli scrutini che rielessero Napolitano al Quirinale.Eppure niente di tutto ciò si può ritrovare in una testardaggine da Scajola qualunque (che però alla fine, per due volte, si è dimesso). Nella sua difesa la ministra ha evocato una serie di aspetti (il suo onore, la sua carriera ecc.) che nulla hanno a che fare con il punto: che è quello di aver favorito la situazione detentiva di una persona potente, che aveva probabilmente molti più mezzi degli altri comuni mortali per i quali Cancellieri si è allertata per ottenere gli arresti domiciliari. Il legame con la famiglia Ligresti è poi oggettivo. E le nuove dichiarazioni appena uscite del patriarca, secondo cui il prefetto gli chiese di fare pressioni sull'allora premier Berlusconi per confermarla a Parma, fanno pensare che anche questo secondo voto di fiducia non basti a fugare i dubbi e a chiudere la faccenda.Già, il voto. Il Pd ha dato prova di un'incapacità di mantenere il punto davvero vergognosa. Scorretta è stata senz'altro la sovrapposizione della sfiducia a Cancellieri e della sfiducia al Governo messa in atto da Enrico Letta: il primo a chiedere di separare le questioni di un singolo (sia esso Berlusconi o chiunque altro) dalle sorti del Governo; e il primo a non aver ottemperato a questo principio nel momento in cui fu chiesto a Josefa Idem di dimettersi, per una faccenda di poco conto (l'Imu non pagata), prontamente risolta dalla ministra e che non aveva nulla a che fare con l'esercizio delle sue funzioni. Vien da pensare che possano dimettersi solo i ministri poco potenti. Anzi, vien da pensare che solo le dimissioni di ministri del Pd permetta al Governo di continuare comunque il suo corso. Un suicidio plurimo, per un partito sotto primarie.Questa faccenda, come dicevo, forse non si è davvero chiusa. Nonostante la pressione esercitata dal capo dello Stato perché sia archiviata - l'ennesimo atto di vero e proprio esercizio di sovranità con cui re Giorgio sta interpretando questo secondo, improvvido mandato.L'unico che nel Pd ha provato a tenere il punto è stato Pippo Civati. Alla fine, però, ha votato contro la sfiducia. Io voterò per lui alle primare dell'8 dicembre, e l'affaire Cancellieri non cambia la mia opinione. Però mi spiace che abbia preso questa decisione. Capisco il ricatto di Letta, come lui stesso l'ha definito, ma si tratta del Governo per cui Civati non ha votato la fiducia, non partecipando al voto. Perché non ha fatto lo stesso in questo caso, o non ha scelto l'astensione? Credo che, se pensava che fosse una battaglia giusta, avrebbe dovuto almeno distinguersi, nello stesso modo, dal voto del suo partito.È tutto molto penoso e anche le (poche) figure che ancora possono godere della nostra stima faticano a trovare una strategia adeguata.L'unica cosa che questa storia ci ha insegnato è che a dimettersi, in Italia, sono solo le Pari Opportunità.
da TEMPI FRU FRU http://www.tempifrufru.blogspot.com

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