31 dicembre 2013 • Primo Piano, Vetrina Cinema, Videos •
commento di Maurizio ErmisinoSummary:
American Hustle. Il segreto è far credere alla gente quello che vuole credere
Il segreto è far credere alla gente quello che vuole credere. Ecco la chiave di una buona truffa secondo Irving Rosenfeld, il protagonista di American Hustle. Nella vita truffiamo sempre, anche noi stessi, per convincerci che le cose vanno bene. Facciamo di tutto per sopravvivere. La vita è truffare per non essere truffati. Vivi e lascia morire, Live And Let Die, come canta Paul McCartney American Hustle, gangster movie che è anche commedia, tragedia e musical nella cornice sfarzosa degli anni Settanta. Irving Rosenfeld è un abile genio della truffa, e insieme alla sua amante Sydney mette in piedi un’ottima associazione a delinquere. Ma i due vengono beccati con le mani nel sacco dall’agente FBI Richie DiMaso, che li costringe e ordire un inganno ai danni del politico Carmine Polito e di altri pezzi grossi. La chiave è un finto sceicco pronto a ricostruire Atlantic City. Il piano è così ben organizzato che nessuno può farlo fallire. Nessuno tranne la moglie di Irving, Rosalyn, “il Picasso dei comportamenti passivo-aggressivi”…
Il segreto è far credere alla gente quello che vuole credere. Vale per la truffa, ma vale anche per il cinema. E il senso di American Hustle è proprio questo: personaggi strepitosi che vivono l’imbroglio come se vivessero un film. Ognuno ha un ruolo da interpretare, e lo fa alla grande. La truffa è una grande messinscena, un gioco di ruoli, un gioco di seduzione. E tutto è reso più evidente dal fatto che siamo negli anni Settanta, che già di per sé sono un’enorme messinscena. Abiti e soprattutto capelli: ognuno si trucca, per sembrare quello che non è. C’è chi hai capelli con il riporto (Irving, un Christian Bale di nuovo mutante, ingrassato di 20 chili), chi si mette i rolli per i capelli ricci (il Richie di Bradley Cooper) e si veste come Tony Manero, chi porta i capelli a banana (Jeremy Renner as Carmine Polito) e chi si mette i bigodini. Sono Sidney e Rosalyn, cioè Amy Adams e Jennifer Lawrence, entrambe mai così belle e così sexy, e protagoniste di un bacio nel bagno di una discoteca. L’idea è stata della Adams. “Non so perché…forse avevo voglia di baciare Jennifer” ha dichiarato.
Sono tutti, più o meno, dei criminali. E ci piacciono, sono irresistibili. È capitato più volte che il cinema abbia reso affascinante il crimine. Ma qui c’è qualcosa di più. Siamo in un film di David O. Russell, un autore che, chi ha visto Il lato positivo lo sa bene, riesce a creare dei personaggi che sono comici e tragici, e lo sono allo stesso tempo. Fanno ridere, senza farci mai dimenticare la gravità delle situazioni in cui si trovano. È una sorta di magia, e il merito è di questo regista americano che, solo agli attori qui presenti, ha fatto vincere due Oscar e ottenere due nomination. E ha regalato a un altro che di Oscar se ne intende, Robert De Niro, i migliori ruoli degli ultimi quindici anni. Sì, c’è anche lui in American Hustle, in uno di quei personaggi in cui non lo vedevamo da tempo. “Faccio correre dei rischi” ha dichiarato il regista. “Gli attori devono affrontare tutta la gamma delle emozioni umane, da spiacevoli ad amabili”. E David O. Russell riesce a spingere sempre i suoi attori al limite, a renderli ridicoli ma allo stesso tempo credibili. E loro, una volta provato Russell, non riescono a smettere. Tranne Renner, tutti hanno già lavorato con lui. American Hustle è una sfida tra grandi prove attoriali. Come le truffe di Irving.
di Maurizio Ermisino per Oggialcinema.net
Alessandro NivolaAmerican HustleAmy AdamsBradley CooperCast: Christian BaleDavid O. RussellJack Hustonjennifer lawrenceJeremy RennerLouis C.K.Michael PeñaRobert De Niro