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American Pie: ancora insieme

Creato il 12 giugno 2012 da Af68 @AntonioFalcone1

American Pie: ancora insiemeTrasportati praticamente di peso dall’epoca che più gli compete ai giorni nostri, grazie alla magia temporale ordita dagli sceneggiatori e registi Jon Hurwitz e Hayden Schlossberg, sono ritornati gli allegri zuzzurelloni di American Pie, dodici anni dopo il loro esordio che li vedeva studenti liceali in quel di East Great Falls, tipica cittadina americana di fine anni ’90, pressati da gravi necessità ormonali, ancor prima che grevi nella loro soluzione più pratica e spiccia: nel mezzo l’immancabile gita post diploma tutti insieme appassionatamente e, a conclusione del viaggio esistenziale, il matrimonio tra Jim (Jason Biggs) e Michelle (Alyson Hannigan), a rappresentare, vanamente, l’ingresso nell’età adulta.

American Pie: ancora insieme
Ormai trentenni o giù di lì, i componenti dell’allegra brigata sembrano sempre più uguali a se stessi, per quanto possa iniziare a farsi avvertire il sentore del tempo che passa, tra insoddisfazioni lavorative, ansie familiari e preoccupazioni varie: il citato Jim, buon giuggiolone alla mano, spesso colto in fallo (letteralmente) dal figlioletto (anche la sua signora è dedita ad alternativi fisiologici trastulli, considerando che il menage matrimoniale è già nella fase “minestra riscaldata”); Oz (Chris Klein), giornalista sportivo, dopo la partecipazione ad un reality che gli ha dato una certa notorietà; Kevin (Thomas Ian Nicholas), architetto casalingo con moglie manager, Finch (Eddie Kaye Thomas), l’intellettuale con arie da uomo di mondo, che si vanta di aver girato in lungo e in largo; Stifler (Seann William Scott), apparentemente domato da un lavoro d’ufficio frustrante, vessato com’è dal suo capo, ma che in realtà non ha perso quelle scintille proprie del suo ardore adolescenziale.

American Pie: ancora insieme
Pur avendo come chiaro modello ispiratore Una notte da leoni (2009, Todd Phillips), nel tentativo d’imitarne il riuscito mix tra demenzialità, goliardia, toni scanzonati e surreali, gli autori Hurwitz e Schlossberg non riescono a sollevare il film da un fastidioso senso di già visto e da un certo imbarazzo causato dalla stanca coazione a ripetere di gag escatologiche e falliche, probabilmente funzionale a conferire alla narrazione il ritmo proprio e consono di una farsa, ormai evidentemente datata e per di più, a mio parere, estremamente stridente con il giulebboso sentimentalismo da middle class made in Usa, fiaccamente improntato sui saldi valori dell’amicizia che non muore mai, come consolazione da eventuali fallimenti o insoddisfazioni che prima o poi la vita finisce con l’offrirci.

American Pie: ancora insieme
In conclusione, più un telefilm “rimpolpato” per il grande schermo che un vero e proprio film strutturato in forma di commedia, per quanto demenziale, consigliabile, in considerazione di qualche risata che comunque riesce a suscitare ( è la forza della comicità di situazione) e per la riuscita figura del padre di Jim, interpretato da Eugene Levy (foto), vedovo inconsolabile (forse) con i suoi motti esistenziali in odor di praticità, ai tanti fan della saga, che apprezzeranno (i risultati al botteghino lo dimostrano) questa scombinata e “fuori corso” American Reunion, titolo originale della pellicola.


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