Crystal City, Arlington (vista da Roaches Run Waterfowl Sanctuary)
Alla fine è successo: la still life ha rivendicato la propria ragione sociale fra queste pagine, come da titolo del blog. Nell'ultima settimana sono rimaste molte parole in sospeso, non scritte ogni volta che mi sono venute in mente (e, credetemi, l'ispirazione mi prende ad ogni respiro!).
Eccole di nuovo però, le Still Words: in questo momento sono messe nel bagaglio che porterò con me ancora una volta oltre i confini di questi Uniti Stati... Messico, arrivo!
C'è il mio vecchio trolley azzurro cielo (l'anima), un marsupio che non si staccherà dal corpo (il cuore) e il pesante zaino sulle spalle (la mente). E tutto è come sempre prima di ogni mio viaggio: non sono affatto pronta a partire.
Domani ho l'aereo e fino a un attimo prima ho fatto quello che ho sempre fatto nella quotidianità: classi di yoga, passeggiate fra uno scatto fotografico e l'altro e fra Virginia e D.C., allenamenti e arti marziali, investimenti e sogni per il futuro.
Il risultato è che in questo momento sono nel bel mezzo del tutto in una volta:
- abbigliamento armadio quattro stagioni appallottolato in micro valigia: mi sposterò dal freddo di Città del Messico, attraverso le escursioni termiche del Chiapas, fino al caldo Yucatan. Trattasi di tutti i cenci possibili a mia disposizione, cosiddetto equipaggiamento "da guerra" nonché sedativo per mio marito che candidamente mi ha chiesto di imbruttirmi il più possibile per vagare lungo le strade messicane.
- Tutti i miei rimedi naturali e i probiotici in vista di possibile maledizione di Montezuma: dopo il Perù, non si rischia più! Ora so che finora, persino in India e in Africa, mi era andata bene quando invece il pericolo è sempre in agguato!
- Piano telefonico modificato per chiamare da lì il mio compagno di viaggio (solo compagno, questa volta, almeno in senso stretto) negli US.
- Lonely Planet Messico e materiale intellettuale messicano: Carlos Fuentes, "Aura" e Laura Esquivel, "Como agua para chocolate" i libri in valigia scelti per entrare nel mood.
- Spray al peperoncino: mio marito ha voluto regalarmelo per l'occasione, ma la compagnia aerea non consente di portarlo. Perciò restano solo le mie arti marziali.
- Pensierino autobus: ne dovrò prendere un tantino per spostarmi e non ho fatto neanche un biglietto in anticipo, visto che la ADO (Autobuses de Oriente) non permette di acquistarli online con carta di credito straniera (lo sapevate?). Sperare bene.
E tante altre cose, ma soprattutto una: "Amore, vado in Messico!".
Leggenda metropolitana vuole che il marito esca di casa per comprare le sigarette e chissà, forse estasiato da quella mistica esperienza di fumo, non faccia più ritorno al focolare.
In questo caso è la moglie a partire da sola, il marito la sostiene pienamente e nessuno dei due fuma.
Questa però è la prima volta che viaggio completamente da sola per fare un'esperienza del genere, lunga e avventurosa. Questa volta senza amici, senza riferimenti lì a destinazione, soprattutto senza il mio amato e preferito CV, Compagno di Viaggio.
Non so dire quanto io stia bene da sola: la solitudine è parte della mia forza, del mio modo per avere intuizione, conoscere il mondo e scoprire quanto siano belle le persone che lo abitano. Anche lo yoga lo insegna.
A distanza di una notte da questo viaggio, però, l'eccitazione e la curiosità hanno il gusto agrodolce del distacco dal CV. Da quello stesso uomo che mi ha spronato a fare questa esperienza e ogni singolo giorno mi abbraccia senza costringere le mie ali spiegate.
Realizzo di vivere ogni luogo del mondo come la nuova pagina di un libro, come una storia che vuole essere raccontata. Questo viaggio in particolare assume per me, piccola di fronte a una parte di me stessa che comincio appena a conoscere, dimensioni gigantesche. E non per i pericoli che (ancora) la maggior parte delle persone continuano a ripetermi ci sono in Messico per una donna che va da sola. Più perché potrei scoprire di non avere davvero più bisogno della mia solitudine per sognare il mio futuro, di potere davvero espandere le mie possibilità e raggiungere ogni persona per comunicare e dare, dare, dare. In una parola, nel mio dizionario: scrivere.
Perché se sarà chi mi lascia volare a dirmi di crederci, io gli crederò. E non sarà mai troppo tardi.
Hold fast for dreams for if dreams die, life is a broken winged bird that cannot fly - Langston Hughes