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An what about family?

Da Nina
AN WHAT ABOUT FAMILY?In questi giorni si è conclusa la conferenza nazionale della famiglia a Milano, lo sapevate? Io, che ultimamente ho latitato un po', non lo sapevo e l'ho scoperto grazie alla mia amica Rossa Innaturale che ha scritto un'interessante articolo sull'argomento, citando me e la mia situazione come emblema di quella di molte altre donne (e di conseguenza di molte coppie).
Colgo l'occasione quindi per fare la mia di riflessione. Grazie  Rossa per lo spunto.
L'assunto da cui parto è proprio questo:
La Conferenza è si è conclusa così come iniziata: riaffermando il concetto di famiglia composta da un uomo e una donna che hanno progetti di procreazione. Il sottosegretario Eugenia Roccella ha ribadito che questa non è «un'ideologia» ma il rispetto per un modello tradizionale che funziona. Il ministro della giustizia Angelino Alfano ha parlato di un'idea di famiglia «scolpita nella costituzione».
SUL CONCETTO DI FAMIGLIA
Cos'è la famiglia? Cosa è in e cosa out? Chi è che lo stabilisce? La Chiesa, dico io, ma andiamo per gradi.
Lo standard, cioè il modello che "funziona", sembrerebbe essere quello della famigliola del mulino bianco che è così composta: mamma e papà (una donna e un uomo per la precisione, che i dettagli sono importanti prego) rigorosamente sposati e un paio facciamo anche tre figli. Animali? No grazie.
Ora, voglio dire, vi sembra verosimile? Vi sembra che tutte le famiglie abbiamo i prerequisiti richiesti per poter rientrare nella nomina a Famiglia con la F maiuscola? Siamo realistici per favore!
No. E no perchè è un modello appunto, è un'idea, qualcosa a cui ci si appella, si fa riferimenti ma, parliamoci chiaro, ormai è quanto meno anacronistico. Perchè non è l'unico, perchè la realtà è molteplice e sfaccettata e le soluzioni possibili sono innumerevoli.
Allora ditelo, cari politici, che vi serve solo restringere la cerchia degli eletti per poi bastonare chi rimane fuori. Questo ormai mi pare chiaro.
Prendiamo il mio caso, che sarà simile a quello di molte/i di voi. Ho un compagno, conviviamo, perciò non legati dal sacro vincolo del matrimonio. Già questa è una discriminante, se aggiungiamo pure che a sposarci manco ci pensiamo, che ci và bene così e che non abbiamo figli, il caso clinico si complica.
Come ci considera lo stato? Due singles? E vaglielo a spiegare, a quei 4 ladri di speranze, l'amore che ci lega e il respetto e tutto il resto, vaglielo a dire che il proggetto di procreare c'è, ma la realizzazione di tale proggetto è posticipata a data da definirsi e non per scelta nostra.
Ma cosa importa, il modello è lì per questo, per ricordarci che siamo inadempienti di qualcosa, di fronte alla legge. Che gli aiuti (gli sgravi fiscali) sono per le famiglie sposate e con taaanti figli, mica per gente come noi! Conviventi? Senza figli? Figuriamoci poi le coppie gay. Alla faccia della democrazia e della libertà, alla faccia della costituzione.
Diciamo pure che le pressioni a cui mi sento sottoposta, in quanto donna senza prole, sono già innumerevoli, perchè il messaggio sociale è chiaro e non lascia spazio a dubbi... serve aggiungere anche questo? Non credo proprio. Anche no.
Che donne complete e felici lo siamo anche senza essere madri (diosolosà quanto ci costa certi giorni riuscire a crederci fino in fondo, a sentirlo davvero),
Che coppia e famiglia io e Lui lo siamo al di là del matrimonio, al di là del riuscire o meno ad avere bambini.
Perchè sarebbe ora che i 4 ladri di cui sopra si aggiornassero sull'argomento e considerassero l'enventualità che attualmente avere figli non è più solo una questione di scelta e volontà della donna o della coppia, ma sta diventando sempre più una questione di culo. Sia perchè un figlio costa, sia perchè sempre più donne hanno difficoltà ad averne anche solo uno. Ne vogliamo parlare?
Perciò non prendiamoci per il culo.

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