Magazine Politica Internazionale

ANnullati

Creato il 24 marzo 2009 da Giusva

Ci sarà pure spazio per una voce fuori dal coro. Una voce difforme dall’appiattimento ideologico che ha caratterizzato la fine di AN. Quella voce sarà oggi la mia. Lo farò raccontandovi degli episodi che testimoniano l’ ipocrisia degli attori di questa svolta. Lo farò raccontandovi degli aneddoti, non di più. La sindrome da “venticinqueluglismo” ha conosciuto varie tappe durante la storia della destra italiana che ha fatto capo al Movimento Sociale Italiano. Abbiamo assistito al suo epilogo. Vi porto in un’aula di tribunale nella seconda metà degli anni ottanta. Processati per omicidio, e per l’epoca era già un enorme passo avanti, alcuni ragazzi comunisti del servizio d’ordine della facoltà di medicina di Milano. Siamo in quella fase del processo in cui la difesa degli imputati cercava di far insorgere il ragionevole dubbio circa la pericolosità dell’arma bianca utilizzata per l’ammazzamento, una chiave inglese Hazet 36. Titubanti sulla reale efficacia del mezzo mortale i giudici stavano per propendere verso la clemenza, come altre volte prima di allora. Non avevano ancora ascoltato la requisitoria dell’avvocato di parte civile, quello della famiglia del morto. Con un perfetto colpo di teatro l’avvocato sfoderò dalla toga l’arma in questione e la scaraventò sul tavolo che aveva dinanzi a lui. I frammenti di legno che si sollevarono per il colpo indussero i giudici benpensanti a considerare quell’arma realmente pericolosa, soprattutto quando questa veniva inferta sul cranio di un povero ragazzo. Il risultato ebbe valore storico. Tutti condannati. Unica condanna mai inflitta per la morte di un ragazzo del Movimento Sociale Italiano. Il suo nome era Sergio Ramelli, l’avvocato è un volto noto della defunta An, Ignazio La Russa: ANnullato. Chissà se nelle giornate umide e fredde dell’inverno ferrarese quel ginocchio gli duole. È una domanda che mi sono sempre posto. Evidentemente non deve essere così. Deve aver dimenticato, rimosso, quella sera del 7 di gennaio, quel sangue sparso sopra i marciapiedi, quei cadaveri di suoi amici riversi sul selciato di Piazzetta Acca Larentia, eppure lui c’era, li ha visti, ha visto gli scontri che dopo ne sono nati, ha subito il colpo di un lacrimogeno sul ginocchio, ha visto un agente di polizia fare fuoco ad altezza d’uomo e colpire un inerme ragazzo poco più che maggiorenne dagli occhi di un celeste cielo che sono rimasti fissi nella memoria della sua migliore amica, al secolo Francesca Mambro. Quel ginocchio appartiene tutt’ora a Gianfranco Fini: ANnullato. Roma, metà anni settanta, primavera con le canzoni di Battisti per radio e un pacco di volantini del Fronte nella mano davanti al Liceo Giulio Cesare. Un giovane viene aggredito e preso a botte dai rossi, dappertutto, testa inclusa ( solo adesso il cerchio si chiude). L’ospedale è garantito se non si fossero precipitati da dietro l’angolo un gruppo di ragazzi capeggiati da Nanni e Peppe. Quei ragazzi permettevano ad altri loro camerati di entrare in classe la mattina, garantivano nulla più del diritto all’istruzione, non potevano però evitare che addosso piovessero sputi. Nanni morirà suicidato in una cella in seguito alle botte ricevute, Peppe in un incidente stradale, i loro cognomi erano De Angelis e Dimitri, la testa rotta era quella di Maurizio Gasparri: ANnullato. Proprio quell’incidente stradale ci porta di nuovo a Roma, quartiere Eur. Peppe Dimitri muore in seguito alle ferite riportate; ad ammazzarlo un’auto guidata da un militante di AN: fatalità. Al suo funerale tutto il gota nero. Attorno al suo feretro, disposto a forma di freccia, si intravede un volto molto noto. Di questo volto ho tanti altri ricordi. Studio televisivo di telefono giallo, primi anni novanta, Corrado Augias conduce un’inchiesta televisiva sulla morte di un altro missino, portava i capelli lunghi ed era il migliore amico del ragazzotto del funerale. Ricordo che in quel frangente era vestito con un giubbotto di pelle nera ed un evidente croce celtica pendeva dal collo; rispondeva alle domande del giornalista, con piglio e competenza fuori dal comune. Qualche anno prima, però, quel ragazzotto aveva anche fatto a pugni all’aeroporto dove stava per atterrare, il 25 aprile, l’aereo con il presidente americano venuto da oltre oceano per le commemorazioni. Le voci fuori dal coro non erano tollerate. Quella faccia dietro una bara, quella celtica appesa al collo, quella voce fuori dal coro erano di Gianni Alemanno: ANullato. Di nuovo Roma. Un manipolo di missini fuoriesce da dietro un angolo di via Siena, commemorano con la cerimonia del presente un loro caduto, quello della trasmissione di Augias, Paolo di Nella. Arrivati sul posto, con loro sorpresa trovano una donna in cappotto di pelle nera annodato ai fianchi che arriva sotto il ginocchio e  che fa molto regime. A chiamare il presente, ricambiato da un fragoroso urlo levatosi tra una selva di braccia tese, una biondina di bassa statura, Giorgia Meloni: ANnullata. Ultimo episodio in ordine di tempo. Napoli, primavera, manifestazione per l’ergastolo comminato a Ciavardini per la strage di Bologna compare sul palco un altro volto noto della politica nazionale testimoniando ai microfoni la vicinanza del partito nei confronti di chi è stato ingiustamente condannato e leggendo un suo messaggio che manda i visibilio i militanti sotto il palco, quel messaggio fu letto da Landolfi.

Capirete il mio messaggio e concluderete che è meglio, in certi frangenti, essere un topo di fogna, uno di quelli disegnati da Marco Tarchi, meglio essere testimoni di quel mondo, meglio vivere da soli, tra le rovine, ma sempre impiedi, che diventare proni sudditi.

 


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :