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Ansia, terrore, claustrofobia a Sitges con Rec 4 Apocalypse

Creato il 03 ottobre 2014 da Oggialcinemanet @oggialcinema

Ebbene, che l’ansia ed il terrore si impossessino dei sogni degli spettatori. O almeno ci provino, come nella migliore tradizione del Festival del Cinema di Sitges vuole. E’ cominciato. Forse bastava guardarne le locandine per capire cosa aspettava il pubblico del festival: un mondo di sogni da incubo. Ed il Festival ha mantenuto questa promessa fatta da Angel Sala, il direttore del Festival, in conferenza stampa: bisognava tornare ai sogni perché la realtà annoia. Andare ad un Festival come quello di Sitges e raccontarlo come fosse un qualsiasi altro festival di cinema, non è compito facile. Anno dopo anno racconta un genere non sempre commerciale se non in qualche segmento di mercato con grandi nomi, ma seguitissimo e con un pubblico decisamente fedele. Cosa rarissima in altri festival cinematografici.

E cosi, quasi per fidelizzarsi anche chi tra il pubblico non vuole avere incubi e dormire sonni tranquilli, ecco che quest’anno il festival di Sitges si apre al “sogno” inteso come immaginazione nuda e cruda della realtà, però. Una piccola rivoluzione copernicana che, per molti all’inizio, poteva apparire un tradimento. Ecco, così non è stato. Ed il Festival rimane fedele a se stesso. Anche quest’anno. E se davvero ben si esprime in quel ragazzo in uniforme e con gli occhi bendati vicino a dei palloncini (che sono in realtà degli occhi) e quella chiesa sullo sfondo (creazione di Rafa Antón, direttore creativo dell’agenzia Cina) della locandina pubblicitaria sparsa un pò ovunque in questa cittadina spagnola, è anche quel bambino che ciondola su di un’altalena legata ad un rametto troppo leggero a stapiombo sul mare che guarda questi occhi poco iniettati di sangue come palloncini, allontanarsi mentre un simpatico pennuto occhialuto disegnato lo guarda e gli strizza l’occhio di un’altra locandina.

Rec 4 Apocalypse
Molte le scommesse di quest’anno aperte proprio al “sogno”a cui strizza l’occhio proprio con alcune nuove sezioni aperte a giovani talenti e diversi outsiders che paiono davvero interessanti. Sarà questa la nuova tendenza del genere fantastico? Ed è proprio il film del regista coreano Sujin Lee, vincitore del Film Festival di Rottedam e Deuville, a ben descrivere questa nuova direzione nel Festival se si vuole, più “immaginativa” che legata all’incubo. Ma se di evento di oggi bisogna parlare, l’evento, l’unico possibile, è sempre ed ancora lui: l’incubo. Con la sua tipica claustrofobia, che genera continua angoscia e che continua a farla da padrona al Festival. Grazie proprio a lavori come “REC 4 Apocalypse”, acclamatissimo.

La pelliccola è il quarto film della lunga serie creata da Jaume Balagueró e famosissima in Spagna; nata oramai ben sette anni fa, è lui che ha aperto con il nuovo film , la 47 ° edizione del Festival Internazionale del Cinema Fantastico di Sitges e dominato anche sul red carpet. Il regista in conferenza stampa aveva definito il suo lavoro: “un divertimento doloroso e terrificante”, di sicuro il film ha tutto quello che necessita per mantenere le promesse e rendere una semplice barca, un crogiolo di claustrofobici passaggi terrorizzanti. La serie di REC era salpata proprio da Sitges e di nuovo, qui approda trionfalmente. Protagonista la bella conduttrice televisiva spagnola Manuela Velasco, classe 1975 nota al pubblico spagnolo proprio per essere Angela Vidal, protagonista appunto di REC; ruolo che le fece vincere un Premio Goya nel 2007 e nel 2009; ma che per il pubblico italiano è sempre e solo Cristina, la fidanzata ufficiale di Alberto, il protagonista di Velvet in onda su Rai1 il mercoledi sera.

Il film -REC 4- è stato girato sia a Barcellona che a Gijón, Terrassa e le Isole Canarie. La storia è legata al precedente: Angela Vidal, una giovane reporter televisiva entrata con i pompieri in un edificio messo in quarantena, ma riesce a salvarsi. Ma quello che nessuno sa è che è proprio lei ad avere incubato questo strano virus. Messa quindi in quarantena in una struttura di massima sicurezza, viene scelta una vecchia petroliera distante dalla costa e circondata dal mare. Insomma, la storia parte dall’unico superstite della terribile inferzione, appunto Angela Vidal, quando l’edificio viene evacuato e finalmente la calma (apparente) sembrava essere tornata. Sogno (immaginazione) o incubo quindi al Festival? Si vedrà nei prossimi giorni, per ora il dubbio rimane.

di Cristina T. Chiochia per Oggialcinema.net


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