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Aria fresca, sapone e qualche click

Creato il 04 aprile 2012 da Unarosaverde

Non so a voi: a me la primavera mette addosso la voglia di essere circondata da poche cose ma pulite e profumate. E’ una parentesi che dura un paio di settimane, in occasione dello spuntare delle primule e delle azalee e che coinvolge, basta che ne abbia il tempo, qualunque oggetto capiti nel mio raggio di azione.

Ieri sera ho trascorso un’oretta sul blog, quasi pronto a compiere un anno, e, dopo aver cambiato la fotografia della testata sostituendola con la versione estiva, ho cominciato a sfoltire categorie e widget. Spero di non avere inondato troppo la posta con messaggi di aggiornamento a coloro che sono iscritti. Ricordo che, nelle prime settimane dopo aver iniziato a scrivere su queste pagine, avevo trascorso molto tempo a decidere quali colori usare, come impostare la struttura, dove disporre le informazioni. Negli ultimi mesi, invece, mi sono ritrovata a scarnificare sempre di più l’apparenza della cornice laterale in un’operazione di taglia e sfoltisci.

La casa profuma di tende lavate, il cambio stagione degli armadi, dopo l’opera di razionalizzazione logistica degli anni scorsi, non serve più e consiste solo nel lavare e lasciar asciugare al sole  i maglioni mentre le prime magliette emergono dai sacchetti. Un giorno, quando terminerò le scorte accumulatesi in anni di offerte speciali, sostituirò detersivi e ammorbidenti chimici con qualcosa di più naturale, o presunto tale, se i miei tentativi con l’acido citrico non provocheranno l’erosione dei tessuti. Per ora rimango circondata dai profumi dolciastri del vernel e del coccolino, tenuti a bada dal più serio sapone di marsiglia.

Ho ripreso anche gli esperimenti con i detergenti solidi: finiti gli shampoo solidi di cui parlavo in questo post, ho abbandonato la Lush per testare un nuovo prodotto che dovrebbe essere così rispettoso di qualunque creatura vivente da meritarsi il nobel per la pace. Credo relativamente poco a questi proclami ma ha un buonissimo profumo di ginepro e limone che ha già preso possesso dell’armadietto. Inoltre, dopo aver trascorso l’inverno ad ingollare propoli liquida, adesso ne faccio abbondante uso in forma di crema e sapone. Non so se le api ringraziano o si seccano, per vedersi trafugare sostanze a loro necessarie.

Sono sprovvista di pollice verde: come succede con gli animali, che mi vengono vicino speranzosi di ricevere coccole e poi se ne vanno delusi perché concedo poca soddisfazione, pure le piante percepiscono la mia distanza. Ogni tanto però ci ricasco, a pensare di poter creare un legame tra me e madre natura. Quattro primavere fa ho piantato una camelia invernale che, in teoria, dovrebbe sbocciare all’inizio dell’anno e riempire di grossi, inattesi, fiori bianchi i suoi rami. Non ho ancora visto niente: i boccioli spuntano e poi decidono che è meglio continuare a dormire. Testarda, quest’anno ho provato con una rosa verde: ero curiosa di vedere se è veramente così facile da coltivare e pronta ad adattarsi a qualunque condizione, compresa l’assoluta indifferenza alla sua salute che le concederò. Per ora i vicini passano e chiedono cosa sia quella roba lì, con uno strano fiore verde e marrone, dall’aspetto poco aggraziato ma curioso.


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