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Armenia. Nel 2018 via ai lavori per nuovo reattore centrale di Metsamor

Creato il 14 gennaio 2015 da Giacomo Dolzani @giacomodolzani

metsamor_centraledi Giacomo Dolzani

Secondo quanto dichiarato dal ministro dell’Energia armeno, Yervand Zakarian, i lavori per la realizzazione del nuovo reattore della centrale nucleare di Metsamor cominceranno nel 2018.
Il 20 gennaio dello scorso anno è stato infatti firmato un accordo tra il governo di Erevan e la compagnia di stato russa per l’energia atomica Rosatom, il quale prevede un prestito della durata di 15 anni da parte della Russia per un ammontare di 270 milioni di dollari, ai quali si aggiungono consulenze e supporto tecnico da parte di esperti inviati da Mosca, nell’ambito di un piano finalizzato a mantenere in funzione il reattore numero due della centrale tramite interventi di modernizzazione e manutenzione, per poi sostituirlo nel 2026 con la nuova unità la cui realizzazione prenderà il via fra tre anni.
La centrale nucleare di Metsamor, realizzata nel 1970 e situata a pochi chilometri dalla capitale armena, supplisce per oltre il 33% del fabbisogno nazionale di energia elettrica; è dotata di due reattori VVER440 modello V-230, di cui solo uno in funzione, il quale genera una potenza di 408 MW ed il cui smantellamento era previsto per il 2016 ma che, grazie a queste operazioni, potrà rimanere in funzione per altri dieci anni.
In seguito al terremoto di Spitak, nel 1988 il governo di Erevan decise per lo spegnimento della centrale che venne però rimessa in attività nel 1995, tra le forti proteste avanzate dai paesi vicini, soprattutto Turchia ed Azerbaigian che con l’Armenia non intrattengono da anni alcuna relazione diplomatica e con i quali i rapporti sono molto tesi, sia a causa del mancato riconoscimento da parte di Ankara del genocidio armeno sia per l’occupazione da parte di Erevan della regione del Nagorno-Karabakh, reclamata da Baku come propria.
Nonostante sia il governo turco che quello azero abbiano definito l’impianto come un pericolo per l’intera regione, i tecnici dell’Aiea hanno però sempre valutato la centrale idonea per un proseguo delle attività.

da Notizie Geopolitiche



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