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Arpisella, porro, insalatina e una tazzina di caffè

Creato il 31 dicembre 2010 da Tnepd

Arpisella, porro, insalatina e una tazzina di caffè

Nicola Porro

Il 15 settembre 2010, dopo un mesetto abbondante di affaire Montecarlo, la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, dichiara ai giornali che la maggioranza di governo non c’è più per i conflitti personali tra Mussoloni e Galeazzo. E’ l’ultima italiana ad arrivarci ma, nonostante questo, al Giornale di via Negri la dichiarazione non viene presa bene.
Il 16 settembre Nicola Porro, vicedirettore del Giornale, reagisce mandando un sms al capo uffico stampa della Marcegaglia, Rinaldo Arpisella: “Ciao Rinaldo domani super pezzo giudiziario sugli affari della family Marcegaglia”
Prima che Porro riesca a spegnere il telefonino, Arpisella lo richiama e lui insiste: “Adesso ci divertiamo per 20 giorni, romperemo il cazzo alla Marcegaglia come pochi al mondo! Non è uno scherzo, sposto i segugi da Montecarlo a Mantova” cittadina della bassa lombarda che fu ridente all’epoca dei Gonzaga e che oggi e’ mesta nell’epoca dei Marcegaglia.

E’ in tutta evidenza una provocazione – se volete una boutade - ma Arpisella, che a modo suo conosce le trame oscure che regolano le relazioni tra i grandi poteri italiani, se ne preoccupa oltre misura e cerca di frenare la tracotanza di Porro dicendogli d’aspettare prima di far danni a se’ e agli altri: “Ci sono sovrastrutture che passano sopra la mia testa, la tua testa… Ma tu non sai che caz... c’è altro in giro, ti parlo da amico cioè… (la tua, ndr) è un’ottica corta... il cerchio sovrastrutturale va oltre…”. Grazie alla pubblicazione delle intercettazioni, questa sara’ la prima volta che si sentira’ parlare pubblicamente di cerchio sovrastrutturale.

Arpisella, porro, insalatina e una tazzina di caffè

Rinaldo Arpisella

A questo punto, per come la vedo io, Arpisella sbaglia di grosso. Da Porro non ha avuto nessuna conferma, nessun accenno di disponibilita’, Porro lo ha minacciato e lui, invece di minacciarlo a sua volta – come si converrebbe – cerca di calmarlo. Non e’ ancora convinto che l’altro sia all’oscuro delle trame a cui devono sottostare sia Mussoloni che la Marcegaglia (a chi sa, appare inspiegabile che gli altri non se ne accorgano) e di fronte all’ostentata ingenuita’ dell’interlocutore, preoccupato che Porro nella sua beata ignoranza possa davvero piantar grane, gli da’ addirittura degli indizi – erroraccio - evidentemente nella speranza che quello ammetta di sapere: “Dai, secondo te chi c’è dietro Fini?”. Porro o davvero non sa o fa ancora finta di non sapere e risponde: “Chi c’è dietro Fini, tu lo sai? Io no.” Qui Arpisella fa la frittata: “Ci sono quelli che c’erano dietro la D’Addario, dai su! No, no fermati un attimo non sai alcune cose. Purtroppo voi siete relegati lì, in via Negri senza comprendere, capire che non esiste solamente la politica Fini, la politica Casini… Il cerchio sovrastrutturale va oltre me, va oltre Feltri, va oltre Berlusconi, va oltre...
I due interrompono la comunicazione - evidentemente per consultarsi coi rispettivi capi – e nella chiamata successiva Porro appare molto meno spavaldo: «Dobbiamo trovare un accordo perché se no non si finisce più qui… la signora se vuole gestire i rapporti con noi deve saper gestire… quello che cercavo di dirti è che dobbiamo cercare di capire come disinnescare in maniera reciprocamente vantaggiosa, nel senso diciamo delle notizie delle informazioni della collaborazione no…”
Ma certo. Quando Porro diceva: adesso ci divertiamo per 20 giorni, romperemo il cazzo alla Marcegaglia come pochi al mondo!” in realta’ intendeva dire: “dobbiamo cercare di capire come disinnescare in maniera reciprocamente vantaggiosa”. Mi pare ovvio.
Cosa e’ successo nel frattempo? E’ successo che Arpisella ha messo sul chi va la’ le alte sfere di Confindustria e non solo. Udite udite! Arpisella ha una discussione con Porro del Giornale e allora chi chiama? Chiama Mediaset, nella persona di Mauro Crippa, responsabile delle relazioni esterne, il quale chiama il boss.
La situazione alla fine si risolve perche’, avendo dei sottoposti incapaci, si parlano direttamente Confalonieri e la Marcegaglia. Della chiamata non ci sono registrazioni ma possiamo immaginarla:
-   Ciao. -   Ciao. -   E’ un idiota. -   Anche il mio. -   Prendero’ provvedimenti. -   Anche io. -   Errori... evitabili, evidentemente. -   Arrivederci.

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Frattini Dry

Comunque, cio’ che abbiamo raccontato accade a meta’ settembre 2010 ma le intercettazioni saltano fuori a meta’ ottobre. Per un giorno la blogosfera – e non solo – si interroga sull’accaduto. Sta per aprirsi un dibattito serio, lo si respira nell’aria, quando senza preavviso interviene Frattini Dry a mandare tutto in vacca. “C’e’ una cospirazione mondiale contro Berlusconi!” tuona, sibillino. E scatta la baldoria. Prime pagine, telegiornali, complottisti di ogni estrazione, tutti a domandarsi cosa sia questo cerchio sovrastrutturale, che forma abbia, se ci sia il pericolo che possa caderci sulla testa e via discorrendo. Gli opinion leaders di ‘sinistra’ non si lasciano scappare l’occasione: “Ecco, l’ennesima bufala del cavaliere per coprire uno scandalo o un processo!” Tutti si concentrano sulle dichiarazioni da fotoromanzo di Frattini Dry – e su quelle di Mussoloni che rincara la dose – e dimenticano che Arpisella, il portavoce della presidenza di Confindustria, al telefono, in un colloquio privato, si e’ lasciato scappare qualcosa di importante. Tant’e’, il dibattito serio che era nell’aria resta nell’aria e tutto torna come prima. Obiettivo raggiunto.
E Porro? E Arpisella? Che fine hanno fatto?
Il primo, con quella telefonata, tutto sommato, ha fatto il suo lavoro. Anzi, ha fatto lo scoop. Infatti continua ad essere il vicedirettore del Giornale. Arpisella invece e’ quello che l’ha fatta piu’ grossa. La riservatezza e’ la prima regola – e se non e’ la prima e’ tra le prime – e Arpy l’ha sonoramente infranta, al telefono, con un giornalista, sotto intercettazione. Ops. Infatti e’ stato defenestrato, rimosso dall’incarico di portavoce della presidenza di Confindustria e spedito va a sapere dove. Temo per lui che gliela faranno scontare per anni.

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Lord Feltri

Frattanto Vittorio Feltri, direttore di un Giornale in cui dice di sentirsi sempre meno a suo agio, viene condannato (per altre faccende) ad un trimestre di esilio dall’ordine dei giornalisti e poco dopo fa le valigie e se ne torna a Libero - il quotidiano che aveva fondato anni orsono - e qui ricomincia a sparare a zero su Galeazzo, per mano del fido Belpietro. Soldi, politica, mignotte e violenza, un classico del cinema americano, rinnovato da inediti camei: prezzi maggiorati per prestazioni speciali (tra i cavalli di battaglia della figliola pare ci siano persino la ‘cedrata’ e la ‘cioccolata’ e pare che il buon Galeazzo abbia pagato il supplemento), puttan-tour in Audi blu, uomini della scorta che circondano la casa, contatti con la criminalita’ organizzata, falsi attentati per false vittime e falsi colpevoli, losche trame di palazzo e via discorrendo, tutto il repertorio insomma. Sara’ vero?
Probabile, ma da queste parti, chiamatela se volete deformazione professionale, siamo abituati a fidarci della nostra prima impressione che raramente coincide con l’opinione generale. D’altronde ci e’ ormai chiaro che la maggior parte degli attacchi a Mussoloni finiscono per ‘ritorcersi’ a suo favore. L’esempio Saviano, l’abbiamo ripetuto, e’ emblematico. Sappiamo altresi’ che la prima regola – e se non e’ la prima poco ci manca - nell’odierna imbarazzante societa’ occidentale e’ acquisire visibilita’, far parlare di se’, bene o male non conta. Abbiamo altresi’ visto che la sola strategia difesiva nelle mani di chi non volesse stare al gioco consiste nel non lasciarsi trascinare, nell’evitare di gettare benzina sul fuoco, da qualsiasi parte stia la ragione.
Non a caso, dopo oltre un mese di gossip monegaschi, Galeazzo ha fondato un nuovo partito e passato quota 9,0% nei sondaggi elettorali, risultato a mio parere impensabile altrimenti.
Arpisella, porro, insalatina e una tazzina di caffè
Cosa c’e’ allora dietro alla politica editoriale di Feltri e Belpietro? Quali i legami tra gli scandali di Mussoloni e di Galeazzo? Cosa unisce le mignotte, la criminalita’ organizzata, le intercettazioni che fanno notizia o per lo meno gossip, la stampa prezzolata, i business off-shore ed i falsi attentati in cui non muore mai nessuno? Da dove sbucano tutte queste minorenni, questi scandali, questi infiltrati che ci sono, oppure no, fa lo stesso? Cosa c’e’ dietro?
Sapete una cosa? Non ve lo dico cosa c’e’ dietro. Vi dico cosa c’e’ davanti.
Davanti a tutto questo ci siete voi! Voi, inebetiti davanti al televisore, senza comprendere, senza capire che non esiste la politica Fini, la politica Bersani, la politica Casini. Il cerchio sovrastrutturale va oltre me, va oltre Feltri, va oltre Berlusconi. Va oltre...

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