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Aspetta concedendoti pazienza

Creato il 12 ottobre 2013 da Malvino

In prossimità del congresso di Radicali italiani, ti sarai sentito rivolgere linvito a iscriverti. Un consiglio: aspetta qualche anno.Il giorno che Marco Pannella tirerà le cuoia – e sarà sempre troppo tardi – l’aggettivo «radicale» potrà finalmente liberarsi dalle aberranti accezioni che ha assunto negli ultimi cinquant’anni diventando un termine che ormai esprime solo la variante di un quadro nosografico, quello di una psicopatologia di gruppo dal profilo settario e dalla leadership di tipo carismatico affidata ad un soggetto seriamente disturbato.Non sarà semplice, e ci vorrà molto tempo, ma «radicale», allora, potrà tornare a prendere il significato che ebbe con James Mill e Jeremy Bentham, con Jules Ferry e Leon Gambetta, con Agostino Bertani e Felice Cavallotti, con Gaetano Salvemini ed Ernesto Rossi, per poi andare a smarrire il suo senso originario nell’abbaglio delle fanfaluche capitiniane, nella scimmiottatura della pratica gandhiana e da ultimo, non fosse bastato il lungo rimasticare i rancidi avanzi del modernismo murriano, nel disseppellimento del Benedetto Croce più putrefatto, quello del neoidealismo.Fino a quel giorno, l’aggettivo «radicale» resterà sequestrato, inservibile a dare un nome a quei democratici che ritengono possibile coniugare liberalismo e socialismo, emendandoli di ciò che li ha resi incompatibili nel XX secolo: fino a quando «radicale» sarà sinonimo obbligato di «pannelliano», questa operazione sarà impossibile, ed è per questo che augurarsi la morte di Marco Pannella esprime una tensione ideale che va ben oltre l’auspicio della rimozione di un ostacolo fattosi insuperabile.Certo, dopo il funerale occorrerà darsi da fare per disperdere i parassiti che gli sono cresciuti sotto le ascelle, ma incoraggia il dato di esperienza: quando il cane muore, le zecche muoiono con lui o saltano su un altro groppone.Aspetta qualche anno, dunque. Aspetta concedendoti pazienza.

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