Domanda alta e tassi bassi alle aste titoli di Stato. Rendimenti ai minimi ormai da mesi. E lo spread si posiziona intorno ai 330 punti base
Tra ieri e oggi il Tesoro ha collocato titoli per quasi 11 miliardi di euro tra BoT annuali e BTp a tre e quindici anni.
Alle aste titoli di Stato di ieri sono stati collocati BoT con scadenza dicembre 2013 per 6,5 miliardi. Se a novembre il tasso di copertura (rapporto tra titoli richiesti e titoli offerti) si era attestato a 1,76 ed il rendimento medio lordo era stato del 1,752%, le attese erano per un calo al 1,65-1,70%. Invece, i BoT hanno fatto molto meglio e, quasi sorprendendo gli analisti, il rendimento è sceso all’1,456%, ai minimi da marzo 2012. La domanda ha superato l’offerta di 1,94 volte, in salita dall’ultima asta, ai massimi da novembre 2011, quando però i rendimenti semestrali erano esplosi al 6,5%. A fronte dei 6,5 miliardi offerti, quindi, sono arrivate richieste per 12,6 miliardi da parte di tutti i canali: istituzionale, retail, nazionale ed estero.
Alle aste titoli di Stato di oggi è stata la volta dei BTp scadenze 1/12/2015 e marzo 2026.
Il primo è stato collocato all’importo massimo previsto di 3,5 miliardi di euro, a fronte di una richiesta di circa 4,8 miliardi, ad un rendimento medio lordo in calo al 2,5%, ai minimi da ottobre 2010, inferiore anche al 2,6% in vigore sul mercato secondario e al 2,64% medio dell’ultima emissione. Il rapporto di copertura è risultato in calo a 1,36 rispetto al 1,5 dell’asta di metà novembre.
I BTp marzo 2026 sono stati collocati quasi ai massimi della forchetta prevista, per un importo di 729 milioni. Si trattava della dodicesima tranche e della prima emissione da settembre, quando a sua volta il bond era riapparso sul mercato dopo un anno di assenza. Il rapporto di copertura è salito in questo caso da 1,50 a 1,94, mentre il rendimento è sceso dal 5,32% al 4,75%. Il benchmark a 15 anni rendeva stamane sul mercato grigio il 4,86%.
Notizie positive anche sul fronte spread che, dopo avere raggiunto un minimo in mattinata di 322,7 punti base, ora è poco sopra quota 330 punti, dopo le cattive previsioni della BCE sull’economia dell’Eurozona. Tuttavia, il differenziale continua ad attestarsi intorno a tale soglia, smentendo le cassandre su una sua impennata a causa della crisi politica in atto.
Il fatto che i rendimenti alle aste titoli di Stato degli ultimi due giorni siano stati inferiori a quelli sul mercato secondario lascia sperare in un miglioramento di questi ultimi e ad un loro calo più strutturale anche nelle prossime settimane.
Hanno contribuito positivamente alle aste titoli di Stato anche le scadenze abbondanti di titoli del Tesoro tra ieri e quelli del prossimo 18 dicembre per circa 29,5 miliardi di euro.