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Atelier Versace: l’Haute Couture riparte da Donatella

Creato il 11 luglio 2014 da Dmoda

La stagionalità oramai appartiene sempre meno al mondo della moda, con un vocabolario che si fa sempre più fitto, tra Cruise Collections, Pre-Collections e quant’altro. Il punto fermo del carrozzone è sempre stato l’appuntamento con l’Alta Moda, un po’ per noia, un po’ per snoberia. Sono ben lontani i tempi della moda da mille e una notte e la fruizione delle informazioni viaggia velocissima in internet.Donatella, comunque, ce l’ha fatta. È riuscita a dare nuovo lustro all’Haute Couture, quel mondo dell’Alta Moda che non segue la tendenza, ma regala (dicono) sogni. O almeno così dovrebbe essere, perché la principale differenza con il Prêt-à-Porter è il lusso che non tutti possono concedersi, il pezzo unico che rende speciale ogni momento.

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Atelier Versace racconta una nuova storia, fatta di esplorazione tra maschile e femminile, costruzioni ardite, sensualità marcate e spinte. Un’alta moda moderna, che parla la lingua dell’attualità e volge lo sguardo alle giovani di tutto il mondo.
Se l’Alta Moda è prima di tutto alta sartoria e messa in piedi di un capo da sogno, in questa collezione Donatella dimostra di saper costruire e decostruire abiti e volumi, forme e stili.

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Uno chic minimale, senza orpelli, che scopre la donna nei tagli frontali che ne solcano le fome, partendo dai fianchi sui quali si stagliano i corsetti, stretti a loro volta dalle catene in metallo. La novità sono i pantaloni dal taglio maschile, asimmetrici e alla caviglia, e l’abito da sera che diventa t-shirt impreziosita da metalli. Classiche le gonne con tanto di strascico.

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Nuovi e vecchi materiali si innestano, dando vita a capi ricchi e monumentali: la romantica duchesse conquista la pelle, la seta si sporca di silicone, l’organza e la lana si coprono di vinile. Donatella mette il punto su una questione fondamentale: non basta il know-how, i materiali preziosi, l’illusione del sogno, l’incanto di lustrini e pailettes. Proprio come il Ready to Wear, anche l’Haute Couture ha bisogno di stimoli e di nuovo e più ampio respiro. E non c’è alcun dubbio che stavolta a Parigi si sia scritto un nuovo capitolo dell’Haute Couture.

Andrea Pesaola

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