Tg la7 continua ad occuparsi del malessere che aumenta e delle proteste delle categorie che continuano a squassare il paese. E’ la volta dei pescatori dopo tassisti e camionisti. I pescatori sono arrivati sotto Montecitorio per protestare contro il caro gasolio. Da febbraio altri scioperi. La vita costa di più e lavoratori e famiglie sono presi dal panico. I redditi sono scesi mentre aumenta l’area della povertà. L’austerità scuote l’Italia, la tensione sale e la rabbia diventa incontenibile. La manifestazione inizia in modo pacifico, ma poi si lanciano alcune bombe carta e petardi, repressi dalla polizia. Il bilancio è di 5 feriti, di cui 2 finiti in ospedale. Dopo la carica della polizia i protestanti alzano le braccia ma restano in piazza, in attesa di risposte concrete. Solo verso sera torna la calma.
Prosegue il pugno di ferro tra lavoratori e istituzioni, a Palermo è tornato a riunirsi il movimento dei Forconi che ha dato vita a una manifestazione con migliaia di partecipanti, compresi studenti e agricoltori che ora attendono il risultato dell’incontro tra Lombardo e Monti. Continua ancora, il fermo degli autotrasportatori in tutto il paese, fra autisti che tentano di superare il blocco e vengono fermati dai colleghi.
I prossimi giorni la situazione non migliorerà. Difficili gli approvvigionamenti, specie al Sud, ma un pò ovunque si registrano carenze di generi alimentari e benzina. Inevitabili reazioni alla stretta che provoca ricadute sociali. I soldi non fanno la felicità ma, oggi le famiglie non sono d’accordo. Gli italiani sono più poveri rispetto a dieci anni fa e la loro ricchezza va restringendosi sempre di più.
La crisi ha, infatti, messo a nudo un rancore crescente verso l’ineguaglianza sociale e verso il paradosso che vede l’Italia come uno dei paesi più ricchi del mondo, senza che questo venga riconosciuto nell’esperienza quotidiana. Un paese ricco, abitato da poveri. La vulnerabilità della situazione non fa dormire sonni tranquilli.
Due fattori hanno profondamente modificato, in quantità e qualità, la piramide sociale italiana. Si è aperta una spaccatura verticale, un travaso progressivo di ricchezza, dai lavoratori dipendenti agli autonomi: imprenditori, liberi professionisti, commercianti e poi si aggiunge il ristagno dei redditi che ha svuotato e affondato i ceti medi. Famiglie sempre più povere e indebitate. Quando si sono accorte di non essere affatto sulla strada per diventare ricchi, anche nei ceti medi si è risvegliata l’insofferenza verso gli squilibri sociali.
Non basta, insomma, essere un paese in cui l’80 per cento delle famiglie è proprietaria della casa in cui vive per riequilibrare la piramide rovesciata della ricchezza nazionale. E’ una realta’ non solo percepita dalle famiglie italiane, ma confermata da una indagine elaborata dalla Banca d’Italia. La probabilità di trovarsi nel segmento più abbiente aumenta in modo significativo, una condizione che non permette di guardare all’orizzonte futuro con serenità.