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"Avanti Sempre e Comunque": un'Analisi Sulle Saghe di One Piece - Il Mare Orientale (1)

Creato il 21 febbraio 2015 da Marco Giorgio @MarcoGiorgioGM

Scritto da Marco Grande Arbitro

I miei tesori...? Se li volete, sono vostri... Cercateli.

Ho lasciato tutto in un certo posto.

Vi devo chiedere perdono, perchè sono in un ritardo mostruoso! Vi avevo promesso di far uscire questa rubrica dedicata a One Piece ogni mese, ma la situazione mi è sfuggita mano. Le altre rubriche hanno rubato il tempo a questo spazio... Ho quindi deciso di continuare "Avanti Sempre e Comunque", ma senza nessuna scadenza particolare: così sarò libero di poterne parlare senza vincoli. Deciso questo oggi possiamo partire ufficialmente! In questo primo episodio inizieremo dal primo capitolo " Romance Dawn, l'Alba di una Grande Avventura" fino ad arrivare alla partenza dalla città Sheltz Town. Bando alle ciance ed immergiamoci nell'avventura!
Tutto iniziò dalle volontà di un condannato a morte. Un uomo che visse libero, fino all'ultimo momento. Un uomo che divenne il Re dei Pirati. Quell'uomo si chiamava Gold Roger: diede ufficialmente inizio all' Era dei Pirati. Una frase bastò per scatenare milioni di animi: lo One Piece, il tesoro che lo rese il sovrano del mare, era a disposizione di tutti. Bisognava solo partire e trovare Raftel: la misteriosa terra dove è attualmente nascosto...
Diversi anni dopo a Foosha, in un villaggio del Mare Orientale, vediamo questa scena:

Facciamo la conoscenza di Monkey D. Rufy (Monkey D. Luffy nella versione originale): un bambino di 7 anni che ha il sogno di diventare un pirata. Sia subito chiaro: non un pirata qualsiasi, bensì il Re dei Pirati! L'autore Eiichirō Oda ci mostra il classico bambino-rompiscatole che infesta il mondo dei manga shōnen: è talmente cocciuto che si ferisce sotto l'occhio per mostrare il suo coraggio!

Come vi ho spiegato nello scorso post, ho conosciuto One Piece grazie all'Anime trasmesso da Italia 1: il manga l'ho recuperato solo molto tempo dopo. Ad esser sincero, se anni fa avessi letto il primo capitolo, " Romance Dawn, l'Alba di una Grande Avventura", senza aver mai visto l'Anime, non so se avrei effettivamente continuato la lettura. Stranamente il primo capitolo non mi ha mai detto molto: all'epoca non mi trasmise troppo pathos, alcuni personaggi li trovai poco interessanti.

Lo stesso Rufy bambino, mi sembrò una stupida palla al piede: il suo carattere da moccioso oscurò il suo coraggio e perfino il suo poderoso nuovo potere.

In quelle pagine di noia, trovai qualcuno che cambiò le sorti di questa situazione. Shanks il Rosso mi mostrò quello che voleva dire "fare il pirata nel mondo di One di Piece". Con una scena mi fece rivalutare tutto il il capitolo.

Qualche pagina prima l'abbiamo visto scacciare un mostro marino con la sola forza di volontà, la pagina dopo lo troviamo senza un braccio. Shanks ha sacrificato il suo arto per salvare Rufy. Di fondo questo non è solo un gesto di bontà, ma un investimento per il futuro. Shanks vede in Rufy qualcosa: una forza che farà tremare le Nazioni.

Non c'è niente da fare: quando in un'opera artistica assisto ad una scena di un sacrificio, le mie viscere si commuovono. Basta focalizzarsi su quel gesto per capire quello che sarà tutto One Piece. Perchè un grande pirata avrebbe dovuto sacrificare il suo braccio? C'è qualcosa di davvero grande dietro. Quindi perchè non continuare a leggere?

Nemmeno la scena dopo scherza! Rufy riceve in prestito quello che diventerà il suo simbolo caratteristico: il suo adorato cappello di paglia. Quel cappello è in realtà l'emblema di una promessa: quando sarà diventato il Re dei Pirati dovrà infatti restituirlo a Shanks. Questo è un grande pegno per la realizzazione di un immenso sogno!

Già questo fatto fa capire come finirà One Piece... se Naruto è diventato , Rufy diventerà il Re dei Pirati! Ok, One Piece non è ancora finito: ma del resto non ci vuole un genio per capirlo.

Ma la cosa che mi preme davvero di più sapere è: "Come si guadagnerà questo sudato titolo?". Quante avventure dovrà ancora vivere? Sono passati diciotto anni e vogliamo ancora avventure!

A 22 anni esatti dalla morte di Gold Roger, ritroviamo Rufy cresciuto e pronto a partire. Ragazzi non sapete quanto ho goduto! Tutti i manga shōnen mostrano ragazzini di a malapena dieci anni che sanno fare cose incredibili. Cavolo, dopo secoli ritroviamo un personaggio shōnen che si avvicina all'età adulta! Penso sempre i diciotto siano l'età perfetta per protagonisti dei manga: è un numero che attira molto i giovani, perchè i diciottenni sono sia ragazzi e adulti allo stesso tempo. Vi faccio un esempio nerdissimo: quando giocate a " Dungeons & Dragons" che età scegliete per il vostro personaggio? Per esperienza vi dico che è sempre quella vicina alla maturità della razza, nel caso degli umani almeno 18 anni, massimo 20. Perchè nel nostro immaginario il diciottenne è un connubio tra via della maturità e l'esplosione della forza giovanile.

Ma andiamo avanti: se il primo capitolo lo avevo bollato con una sufficienza d'ufficio, dal secondo in poi inizia la dimensione dell'avventura!

Rufy ha le idee decise: ha un sogno da realizzare, ma prima deve trovare una nave e almeno una ciurma di dieci validi elementi. Nessuno lo deve fermare: né un mostro marino, né una piratessa cicciona. Di colpo quel bamboccio inizia a diventare interessante: mostra tutta quella sicurezza e fiducia che ispirano gli eroi shōnen. Iniziavo a vedere un degno erede di Goku! Il suo potere inizia ad uscire fuori: come vi ho già detto nello scorso post, ho adorato questo nuovo "sfruttamento" della gomma e dell'elasticità.

Il secondo capitolo mostra due personaggi:

- Albida: che adesso rimane un piccolo boss da sconfiggere, utile per far capire come funziona il mondo dei pirati e per mostrare la forza di Rufy;

- Coby: personaggio che mi ha molto illuso, ma in senso buono della parola. Vedendolo ho pensato che potesse diventare la spalla perfetta di Rufy, il classico personaggio saggio di supporto ( un po come Oyamada Manta per Yoh Asakura di "Shaman King"). In realtà il ragazzino ha un sogno tutto suo da realizzare: diventare un valoroso marine. Il tempo di Coby è davvero breve, ma serve per sottolineare l'importanza del percorrere i propri ideali. In un certo senso, è stato un'importante compagno di viaggio.

Subito nel terzo capitolo vediamo il primo membro della futura ciurma di Cappello di Paglia. Roronoa Zoro è figaggine pura: di primo impatto può sembra il solito guerriero tenebroso, il classico vendicatore che attira sempre una determinata parte di pubblico. Poi scopri che non è solo cazzuto, ha anche una storia molto intensa...

Zoro ha un sogno: quello di diventare il miglior spadaccino al mondo. Non si tratta solo di una semplice ambizione, ma di una promessa da mantenere fatta ad un'amica perduta.

Il flashback di Zoro dura pochissime pagine. Oda non perde tempo e ci mostra il succo della vicenda: non lo fa di certo per una scelta ben precisa, si vede che è una condizione dettata dall'inesperienza. Tuttavia il messaggio arriva, il lettore capisce dove nasce tutta la forza e l'ambizione di Zoro.

Zoro è una belva quando si scatena! Una forza della natura che combatte con uno stile unico al mondo: la tecnica delle tre spade. Perchè la terza spada finisce dritta dritta in bocca! Uno stile di combattimento unico, che caratterizza sempre di più il personaggio. Rufy vuole Zoro nella sua ciurma: non solo per la sua terribile fama, ma per il suo carattere deciso. Di fatti viene ingiustamente imprigionato per un crimine che non ha compiuto. Accetta di seguire il ragazzo di gomma in cambio della sua liberazione. Nonostante il carattere forte, Zoro riconosce subito l'autorevolezza di Rufy. C'è subito un'intesa tra i due: entrambi hanno un desiderio, quello di diventare il migliore nel loro settore. La strada del Re dei Pirati e quella dello spadaccino più forte al mondo si intrecciano. Zoro passa così dall'essere un cacciatore di pirati al diventare un pirata stesso.

Il resto di questa parte di saga, mostra due antagonisti molto stereotipati.

- Morgan: un capitano della Marina, che si è fatto corrompere dal potere. E' il classico piccolo militare che comanda con il pugno di ferra. Mascella d'acciaio e ascia impiantata nel braccio sono le sue caratteristiche. Un nemico che sembra mettere paura, ma i lettori più navigati capiranno subito che è solo un cialtrone;

- Hermeppo: il figlio è anche peggio! E' il classico stereotipo del figlio viziato che spadroneggia sulle spalle del padre. Non sa combattere, perfino suo padre lo schifa... Per fortuna cinquanta numero dopo lo vedremo totalmente cambiato! Ma di questo ne parleremo con calma...

In questi capitoli vediamo che i combattimenti iniziamo a diventare molto più movimentati. Nulla di particolare, ma si vede quelli che sarebbero stati gli stili di combattimento di Oda. Di per se One Piece non è un battle shōnen alla " Dragon Ball": alcuni di essi si sono risolti con un paio di colpi secchi. Non è nemmeno un manga di combattimenti strategici alla " JoJo"... I combattimenti di One Piece sono spesso uno scontro di ideali e di volontà. Ricordo che un lettore domandò ad Oda come mai in One Piece molti nemici non morissero. Il mangaka gli rispose che una volta sconfitti da Rufy, il loro sogni andavano in frantumi. Con la morte dell'ideale non c'era bisogno di una morte fisica.

Inoltre Oda ha sempre caratterizzato i suoi combattimenti inserendo elementi sempre più strambi: in futuro vedremmo ancora più particolari stili di lotta, bizzarri poteri posseduti da gente eccentrica e diavolerie di vario genere. Del resto anche lo stesso Oda dice spesso che i suoi personaggi sono un po matti...

Questi pochi pochi capitoli di One Piece sono solo un'antipasto di quello che sarà il tutto. Effettivamente la maxi-saga del Mare Orientale andrebbe narrata in un unico post, ma per questione di convenienza la divido in piccole parti. Una cosa che si può palesemente vedere, in questi pochi capitoli, è l'importanza di coltivare il proprio sogno o di un'ideale. In One Piece le protagonisti si farebbero anche ammazzare per rimanere fedeli ai propri principi. Anche in queste poche pagine vediamo che i grandi uomini sono mossi da grandi ambizioni: lo sono Shanks, Rufy, Zoro e perfino il "piccolo" Kobi.

Rufy & Company sono come dei tornado: il loro passaggio in un'isola è sempre significativo, perchè finiscono per scuotere le fondamenta di quel luogo. I dittatori cadono, gli oppressori vengono sconfitti, gli imbrogli smascherati... E meno male che sono solo pirati :D

Fatto sta che l'isola di turno gli ricorderà per sempre (o almeno la maggior parte dei loro abitanti). E la nave parte via, verso sempre nuove avventure...

Prima di concludere questo semplice post, volevo spendere altre due parole. Nel primo volume di One Piece, Oda parla della genesi della sua opera: spiegando le sue fonti d'ispirazione. Tra le varie fonti vediamo l'anime giapponese " Vicky il Vichingo". L'anime venne infatti ispirato dall'omonima serie di libri per bambini che fu scritta dal Runer Jonsson ( 1916-2006). Il protagonista della serie è Vicky, il figlio del capo di un valoroso capo vichingo. Il giovane è diverso da tutti gli altri vichinghi: invece di usare la forza, preferisce risolvere i problemi con l'intelligenza. Oda da piccino guardò quell'Anime, facendo nascere in lui la passione per il mondo dei pirati. Com'è strana la vita: ricordo che da ragazzino guardavo questo cartone con mia sorella. La piccolina l'adorava, mentre io lo trovavo una grandissima stronzata. Tutto sommato gli sono grato: senza quest'opera oggi non ci sarebbe One Piece! Come è strana la vita... anzi com'è stupenda!

L'ultimo pensiero che volevo spendere prima di chiudere definitivamente è una piccola informazione. Ricordo quando iniziai a collezionare il manga, il mio fumettaro di fiducia dell'epoca iniziò ad appassionarsi pian piano all'opera di Oda. Un giorno, mentre discutemmo della bellezza del manga, in quel momento pronunciai questa frase: "Il tema di One Piece è molto originale. Quanti altri fumetti parlano di pirati?".

La mia fu una domanda retorica, di fondo saccente e arrogante.

Il fumettaro rise dicendomi che mi sbagliato su una cosa: "Esiste un altro manga che tratta dei pirati, si chiama Avanti tutta Coco!".

Aveva ragione... Nel 1997, lo stesso anno della nascita di One Piece, la Weekly Shōnen Champion pubblicò il manga " Avanti Tutta Coco!" di Hideyuki Yonehara. Il fumettaro mi raccontò la trama del manga: tutto sommato mi parlò di pirati, di navi e di strani poteri simili a quelli dei Pokèmon. Non ci capii nulla, tutt'ora non ci capisco nulla visto che per pigrizia non l'ho mai recuperato. Anche qui penso alle diversità del destino: due manga con gli stessi temi, che presero due pieghe totalmente diverse. Uno è il manga più venduto al mondo, l'altro è stato gettato nella morsa dell'oblio! Continuo a dire che il destino è eccentrico...

La serie di "Avanti Tutta Coco!" venne pubblicata anche in Italia nel 2003 dalla Play Press Publishing (oggi chiamata Play Media Company). Tuttavia la pubblicazione venne interrotta al quindicesimo numero: lasciando i quattordici numeri rimanenti ancora inediti. Si presume che l'interruzione avvenne per colpa delle scarse vendite...

Con questi pensieri, chiudiamo questo appuntamento. Come vedete, questi sono post per chi già conosce l'opera. Se volete avere una visione maggiore su One Piece vi consiglio ( per la seconda volta) i seguenti blog: "Il Laboratorio di Vegapunk" e "Il Viagra della Mente" ( gestiti rispettivamente da due #MassimiEsperti). Devo ammettere che è stato abbastanza complicato scrivere questo capitolo: mi risulta molto più facile dal vivo parlare di One Piece. Sono sicuro che con il tempo guadagnerò una maggiore manualità con questo tipo di articoli. Quando di sarà il prossimo appuntamento?

Presto... ma sicuramente non farò passare quattro mesi :D


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