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Creato il 02 ottobre 2012 da Dragor

 

 

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   Ogni tanto mi volto per vedere se ho la coda. Di solito i Rwan’vi non ce l’hanno, ma in certi momenti mi sento un Na’vi. Dragor è steso sul letto nella sua casa di Nizza ma è un guscio vuoto perché il suo ego ha abbandonato il cervello e si è trasferito nel corpo di Dragor 2, il Rwan’vi che vive sul magico pianeta Rwandora. Come Jake nel corpo del Na’vi, Dragor 2 fa cose che l’originale nizzardo non potrebbe nemmeno concepire. Puo’ passare un’intera giornata sotto il sole rovente nell’attesa che un enorme coccodrillo di nome Gustave esca dalle acque a limacciose della Ruzizi per mangiare la capra messa sulla sponda come esca. Ancora febbricitante per un attacco di malaria, puo’ scalare una montagna avvolta dalla nebbia per incontrare i guerriglieri di M23 in una regione insanguinata dalla guerra. Puo’ avventurarsi nella giungla sotto il diluvio per socializzare con una famiglia di gorilla. Puo’ andare nella savana dell’Aka’gera e sfidare la carica di un bufalo per mettere sassi sotto le ruote della macchina impantanata. Puo’ inforcare una moto- ikran, infilare la coda nel tubo di scappamento per addomesticarla e sfidare intrepido il traffico di Ki’gali. E naturalmente socializza con il clan dei Rwando-Omaticaya. Vive nel suo albero-casa , parla il kinya-rwan’vi, fa l’amore- tsaheylu con la sua Dédé-Neytiri, ascolta la saggia suocera Marguerite-Mo’at, viaggia con Denis-Eytukan, il cognato sciamano-tsahik del culto di Imana-Eiwa, e con l’altro cognato Edwin-Tsu’tey, combatte i malvagi terrestri di Union Minière-Quaritch venuti a scacciare i Rwan’vi per rubare il coltan-unobtanium di cui la Terra ha un disperato bisogno.

   Ma ricordi quando il corpo vuoto di Dragor giaceva nell’ospedale Prince Ragwasore di Bujumbura e il suo avatar sbarcato dall’aereo baciava l’umido pavé di Parigi in una piovigginosa giornata di febbraio del 1989? Allora volevi le pietre. Grigie pietre coperte di muschio, bianche pietre calcinate dal sole, le pietre delle cattedrali, dei musei, dei teatri, delle biblioteche, delle rovine, le pietre della storia. Allora, non dimenticarlo, la tua Pandora si chiamava Europa.

Dragor

 


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