Magazine Pari Opportunità
A 65 anni si è giovani, una manciata di anni poi se parliamo del diritto di voto alle donne che il 2 giugno del '46 sono entrate per la prima volta nelle cabine elettorali. Un profumo nuovo di cieli tersi, di viole, di rose, di dignità, di perseveranza, di lacrime e soprusi.
Strano vero?Ma in cosa siamo diverse dai neri degli States? A loro il posto a sedere sui mezzi pubblici non era concesso, a noi gli uomini, galanti, ce lo cedevano, per poi palparci il di dietro.E in cosa differiamo dalle donne violentate nella ex Jugoslavia? A noi ci stuprano parenti, amici, conoscenti e sconosciuti. E ci ammazzano pure...Il voto è il riconoscimento dell'uguaglianza tra uomo e donna, e ringraziamo chi si è battuto per tale diritto, ma non è stato che l'inizio di un percorso travagliato e che ancora non ha raggiunto il traguardo.Oggi più che mai la storia, il fluire del tempo, ci ha insegnato come il sesso maschile ha fatto propria la frase "pugno di ferro in guanto di velluto"; hanno glissato gli uomini, hanno sogghignato mentre ci accordavano il permesso di pilotare aerei o di entrare in sala operatoria, ma dietro la schiena avevano sempre la clava dell'homo erectus, pronta per abbattersi sul cranio di un animale per cibarsi o di una donna per procurarsi piacere, le femmine poi si possono uccidere addirittura in due modi: metaforicamente o letteralmente, sempre impunemente.Appunto, il voto nel '46, ma solo nel 1981 è stata cancellata quella nefandezza che si chiamava "delitto d'onore" e che recitava così:"Chiunque cagiona la morte del coniuge, della figlia o della sorella, nell’atto in cui ne scopre la illegittima relazione carnale e nello stato d’ira determinato dall’offesa recata all’onor suo o della famiglia, è punito con la reclusione da tre a sette anni. Alla stessa pena soggiace chi, nelle dette circostanze, cagiona la morte della persona che sia in illegittima relazione carnale col coniuge, con la figlia o con la sorella".Il testo valeva per entrambi i sessi, ma è sempre stato usato come strumento di dissuasione verso le donne che non dovevano tradire, mai.Dunque domani festeggiamo, nel nostro intimo legate alle sorelle del '46, che liete e leggere sentivano di essere cresciute di una spanna rispetto alle loro madri.Rimaniamo però, come gli arcieri, la freccia tesa nell'arco, pronta a scoccare e trafiggere chiunque ci guardi con bramosia, chiunque ci manchi di rispetto, chiunque abusi della tenerezza che dilaga endemica nelle nostre vene. Né padri, né fratelli, né compagni, né amici. Noi andiamo per il mondo, in compagnia per alcuni tratti, sole per altri, ma felici come solo le donne sanno esserlo.
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