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BAFTA 2014: i commenti, i record e i veleni post-nomination

Creato il 10 gennaio 2014 da Oggialcinemanet @oggialcinema

10 gennaio 2014 • London Calling, Vetrina Cinema

Tutto sulle nomination 2014 dei BAFTA (British Academy of Film and Television Arts)….

A poco più di una settimana dall’annuncio delle nominations per gli Oscar, arrivano le candidature dei BAFTA, i premi inglesi da tempo considerati l’anticamera di quelli hollywoodiani. Come vi avevamo precedentemente scritto, c’erano ottime possibilità per La Grande Bellezza di Paolo Sorrentino, film particolarmente apprezzato nel Regno Unito e che infatti ha ottenuto la nomination come miglior pellicola non in in lingua inglese (insieme a La vita di Adele, The Act of Killing, Metro Mania e La Bicicletta Verde). Per il resto, il copione è stato quasi tutto rispettato, con la cinquina per i migliori film popolata da Gravity (il più titolato, con 12 candidature), 12 anni schiavo, American Hustle (che è riuscito a candidare tutto il suo cast, composto da Christian Bale, Bradley Cooper, Jennifer Lawrence e Amy Adams), Captain Phillips e Philomena.

Paolo Sorrentino si avvicina agli Oscar?

Dopo aver centrato la candidatura per i Golden Globe, La Grande Bellezza riesce dunque a conquistare anche la nomination ai BAFTA. Se non c’è due senza tre, il trend dovrebbe essere confermato anche ai prossimi Oscar. “Sono molto sorpreso dal successo del film” ha commentato Paolo Sorrentino al Guardian, “Il film non è semplice. La trama è debole. Credo che il pubblico si sia identificato in alcuni aspetti del carattere del protagonista: il tempo perso, la memoria del primo amore, il fatto che la vita possa essere divertente e turbante allo stesso tempo.”

Sfida tutta britannica? Hollywood non ci sta!

A poche ore dalla diffusione delle nominations dei BAFTA, con il dominio di Gravity e 12 anni schiavo, sono usciti proclami sui giornali inglesi riguardo la sfida tutta britannica che starebbe caratterizzando questa Awards Season. Subito dopo, ecco scatenarsi su Gravity una vera e propria guerra di “paternità”, visto che Hollywood rivendica a tutti gli effetti l’americanità del film. A tal proposito, è intervenuto il noto critico inglese Mark Kermode: “Nonostante sia interpretato da due attori di Hollywood e diretto da un regista messicano, Gravity è un film che non può prescindere dai talenti inglesi che ci hanno lavorato. Gli stessi effetti speciali sono stati realizzati da un’azienda che ha la propria sede a Londra.” Il contenzioso tra “cugini” sembra destinato a non finire qui, soprattutto nel caso in cui il film di Alfonso Cuaron dovesse vincere l’Oscar.

Gallery Film Gravity

Gravity

L’appariscente Scorsese

Harvey Weinstein, la cui casa di produzione The Weinstein Company è dietro molti dei successi dei recenti Oscar (due titoli su tutti, The Artist e Il Discorso del Re), ha fortemente criticato la scelta di escludere Stephen Frears, regista di Philomena, dalla cinquina dei “best directors”, scalzato al fotofinish dal Martin Scorsese di The Wolf of Wall Street. “Stephen Frears è uno dei più grandi registi viventi. Philomena paga il prezzo di non essere tanto appariscente come altri film in gara” ha commentato in modo velatamente critico il noto produttore.

Judi Dench vs. Meryl Streep, sfida a colpi di record

È forse l’attrice più amata di chiunque altra in Inghilterra e non sembra smettere di mietere successi. Judi Dench, a 79 anni compiuti, incassa una nuova candidatura ai BAFTA grazie al suo ruolo in Philomena, e diventa l’attrice più nominata della storia della competizione (“Dimostra solo quanto sono vecchia”, ha commentato ironicamente l’attrice). Con le sue 15 nominations (e 6 vittorie), l’attrice supera Meryl Streep, ferma a 14 e incredibilmente esclusa quest’anno, dopo che molti l’avevano data come presenza certa per il suo ruolo in August: Osage County. Chi, però, guarda tutti dall’alto in quanto a record è Woody Allen: la candidatura per la sceneggiatura di Blue Jasmine porta il regista a 24 nominations totali accumulate in carriera, con ben 10 vittorie.

Dallas Buyers Club

Dallas Buyers Club

I grandi esclusi dai BAFTA 2014

Fare tutti contenti, si sa, è impossibile. E come ogni anno, ecco che ci si ritrova a lamentare la mancanza di questo o quell’altro nelle cinquine dei vari premi. Come già citato, ha fatto scalpore l’esclusione di Meryl Streep, superata dalla compagna di set Julia Roberts, che a sorpresa le strappa via la nomination come migliore attrice per August: Osage County. A proposito di colleghe di set, si prende i giusti meriti anche Sally Hawkins per Blue Jasmine, la cui prova nel film di Allen rischiava di essere eclissata dalla ben più plateale interpretazione di Cate Blanchett (presente comunque anche lei in nomination). Per quanto riguarda gli attori, segnaliamo anche l’esclusione, tra i veterani, di Robert Redford per All is Lost, e, tra i più giovani, di Matthew McConaughey e Jared Leto per il film Dallas Buyers Club, uno dei titoli più attesi e che invece, a sorpresi, torna a casa a mani vuote.

Box-office UK

Uscito il primo gennaio in tutti i cinema inglesi, American Hustle conquista subito la prima posizione, con un buonissimo incasso di 3,6 milioni di sterline. Scende al secondo posto, dopo aver dominato le festività, Lo Hobbit – La Desolazione di Smaug, che raggiunge la ragguardevole cifra di 37 milioni. Poco al di sotto del film di Peter Jackson, troviamo Frozen, che perde solo il 17% rispetto a settimana scorsa e dopo 5 settimane infrange il traguardo dei 30 milioni, preparandosi a superare The Hunger Games – Catching Fire, quasi ormai fuori classifica e fermo a 32 milioni. Da segnalare le altre tre new entry della settimana: Last Vegas (con Robert de Niro e Michael Douglas), quarto, Paranormal Activity: The Marked Ones, quinto, e Mandela: Long Way to Freedom, settimo, tutti intorno al milione e mezzo di sterline incassato.

Tutte le nomination dei BAFTA 2014 le potete trovare sul sito ufficiale dell’evento

Di Diego Scerrati per Oggialcinema.net

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