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Faccio la fila in biblioteca e ho le braccia cariche di libri, cariche di sogni, speranze e futuro.
Leggiucchio un pò mentre aspetto sia il tuo turno per ritirare i testi quando prima di me osservo che ci sono una mamma con sua figlia. Sono qui per prendere dei libri per la bimba. Osservo la bambina e mi viene da sorridere. Ha un vestitino rosso con disegni di fiocchi di neve, che probabilmente non ha mai visto, e tra le braccia dei libri che in copertina hanno unicorni e principesse.
Come adoravo gli unicorni e le principesse alla sua età. I vestiti delle principesse ad essere precisi, fino ai nove anni, quando finalmente ebbi un vestito da principessa per carnevale e lo odiai dopo cinque minuti che lo indossavo. Non potevo correre, non potevo muovermi, dovevo stare lì ingessata e da allora penso a quanto le principesse siano tristi.
Ma la bimba è ancora piccina e io non posso infrangere i suoi sogni, tanto più se l'avvicineranno alla lettura.
Ecco, è il suo turno, si avvicina fiera al bancone e allunga le braccina per metter i libri sul tavolo. Sprizza orgoglio da tutti i pori. E' evidente che sta prendendo i suoi primi libri in biblioteca e che sono i suoi primi libri che, chissà, proverà a leggere. Quando la bibliotecaria le chiede quanti anni ha, orgogliosamente dice 'sei e sto imparando a leggere!'.
Rimango imbambolata pensando a quella gioia, quell'orgoglio che non capisco da cosa derivi, poi un'illuminazione. Non sono gli unicorni a renderla così orgogliosa: è che sta facendo una cosa da grande. Si, c'è la mamma ma sta facendo tutto lei.
Sorrido e penso a quante serate passerà in una biblioteca a studiare o quante volte verrà a prender libri per l'università o ci si fermerà sino a tardi per fare ricerche...chissà magari conoscerà qualcuno, sbircerà quel ragazzo che è sempre seduto due posti dopo di lei, e farà finta di non vederlo ma poi lo aspetterà alla macchinetta del caffè, facendo finta di scegliere chissà cosa.
'Prego signorina'
Ops. La bimba è scomparsa e tocca a me.
Vado via dalla biblioteca e mi fermo al supermercato dove vendono le pizze surgelate che piacciono tanto a me e il coniglio.
Prendo due confezioni giganti di pizze e già che ci sono anche mozzarelline impanate, patate da saltare in padella. Evviva la linea.
Vado alla cassa e prima di me...beh, un'altra mamma con figlia al seguito. Mamma e figlia sono palesemente andate dal parrucchiere e la figlia è così presa a sistemare le cose sul rullo prima della cassa che redarguisce anche la mamma su come sta mettendo la spesa. La mamma sospira e mette la roba come pare a lei, ma ecco che la bambina prende un separatore e divide una piccola parte della spesa con il resto messo su dalla mamma.
Un pacchetto di caramelle, una confezione di cibo per cani, un pacchetto di patatine e un succo di frutta.
'Mamma questa è la mia spesa e la pago io!'
Mi viene da sorridere alla sua felicità e alla sua precisione nel volersi pagare 'la sua spesa'. E penso a me stessa adolescente che vado a comprarmi le gomme e poi a me stessa adesso, che vado a far la spesa e mi dimentico i sacchetti e finisco per portar via le scatole delle pizze una sull'altra, con le mozzarelle e le patate che scappano da tutte le parti.
Penso a come pian piano per lei far la spesa perderà il suo fascino o come, se non troverà lavoro presto, diventerà uno strazio perchè l'unica occasione di shopping. E che il tuo shopping sia comprare pizze e mozzarelle è una tristezza infinita.
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