Bancari, promotori, private banker, guru, “tragattini” e le 13 regole del consulente “giusto”.

Creato il 05 novembre 2011 da Investiresemplice

Dopo quasi vent’anni di esperienza, posso affermare che una delle valutazioni più importanti che un risparmiatore dovrebbe fare (almeno 1 volta all’anno) è quella che abbia come fine, il capire se il proprio “operatore” finanziario sia la “persona” giusta a cui affidarsi nella gestione del proprio patrimonio finanziario. Si dovrebbe appurare in buona sostanza, se la relazione che si intrattiene con lui, risponda o meno ai bisogni e alle aspettative per cui è stata posta in essere. Altrimenti, se anche le possibili migliorie non consentissero di raggiungere l’obiettivo, è consigliabile valutare se CAMBIARE interlocutore. Voglio affrontare questo argomento “spinoso” proprio perché sono consapevole che la credibilità del settore è in forte crisi. L’approssimazione, la scarsa competenza e talvolta la poca etica che alcuni operatori, palesano nel loro lavoro, ha progressivamente sgretolato la fiducia della clientela verso questo settore. Ciò, senza considerare casi eclatanti in cui l’operato del sistema bancario, per usare un eufemismo, non si è orientato al co-interesse della clientela (Parmalat, Cirio, ed altri prodotti assolutamente discutibili). E questo mi addolora letteralmente. Ma….

In questo post ti svelerò gli “indizi” per capire se hai di fronte la “persona” giusta e i comportamenti adeguati a ricevere la tua FIDUCIA.

Ancora oggi infatti, non mi stupisco mai abbastanza delle frasi che ascolto dalle persone quando descrivono (spesso nel primo incontro che faccio con loro), il rapporto che hanno con la loro banca o il loro consulente.

Se ne escono con frasi del tipo: “….ma si è una persona tanto gentile, e poi è un amico di famiglia…” oppure “…si si, mi seguono abbastanza,  diciamo che in 10 anni di rapporto mi hanno chiamato per propormi dei loro prodotti e anche quando mi scadevano i titoli…”.

“…sa capisco, che ho perso molto e che questa scelta sarebbe migliore…ma poi magari si offendono se…..” “…eh ma poi non ci capisco nulla, non so nemmeno quanti soldi ho….”

e via con cose di questo tenore…

Quindi oltre il danno la beffa! persone che non sono soddisfatte, magari anche sfiduciate e deluse, ma faticano a cambiare. Forse perché pensano di non avere alternative o forse, perché non hanno gli strumenti (conoscenza) per distinguere, aldilà delle “esotiche” e roboanti definizioni, trai bravi operatori e  i “tragattini”. Dalle mie parti tragattino significa: chi si arrabatta, chi vive di espedienti

Questo tipo di atteggiamento, purtroppo molto diffuso, è spesso l’origine del problema. L’industria del risparmio (bancario) spesso approfitta della “pigrizia” della clientela e della sua “scarsa conoscenza e preparazione” (ignoranza) lavorando non sempre nel co-interesse del cliente. Ciò ha determinato, nel corso degli ultimi 10 anni, un vero e proprio risentimento nei confronti della “categoria” da parte della clientela, delusa e tradita dagli stessi attori nei quali aveva riposto la fiducia.

Io credo che, come per qualsiasi prodotto e servizio, si debba ragionare e valutare solo ed esclusivamente di risultati.

Credo quindi che la giusta misura, stia proprio nel pretendere il miglior risultato possibile ( e non la luna). Questo, tanto di più, se riguarda la gestione dei nostri risparmi!!!!! altro che gentilezza e simpatia!!!! ma scherziamo?!?!

Scusa lo sfogo

I miei clienti lo sanno bene.

Ma già ti sento….

Quindi cosa fare? Quali scelte fare se non si è ancora “provato”, a valutare i risultati?

Come in ogni altro ambito abbiamo 2 alternative:

1) Il fai da te. Spesso nasce dalla diffidenza che si ha verso il potenziale “specialista” in questione, e porta ad occuparsi esclusivamente da soli del proprio “bisogno”. In ambito finanziario questo è assolutamente possibile e relativamente facile. Cioè è alla portata di tutti, ma non è per tutti. Intendo che ciò possa essere possibile ma a condizione di formarsi molto bene, applicarsi con metodo e disciplina (astenersi i pigri….) e fare tanta, tanta esperienza. Altrimenti lascia perdere perché potresti farti molto, molto, molto male!!!

2) Il “disinteresse”. Come sopra ma, proprio in virtù della pigrizia, non si vuole investire in conoscenza, neanche un pò. Siccome non si cerca tanto il “freddo per il letto” – oggi sono in vena di detti popolari – senza sapere “ne leggere, ne scrivere”, si parcheggia tutto il patrimonio sul proprio conto corrente oppure, su un conto deposito di quelli tanto reclamizzati, o ancora in un immobile. Magari senza aver valutato attentamente l’eventuale “rovescio della medaglia” che, per le proprie esigenze, queste soluzioni potrebbero avere.  Mi riferisco a rendimenti che non “coprono” nemmeno l’inflazione, costi di manutenzione, problemi con affittuari, scarsa liquidabilità ecc.  Questo dei 3, è l’atteggiamento che mi piace meno, perché le esperienze passate anche se negative, non devono essere “invalidanti”. Non devono cioé “bloccarti” nella tua facoltà di scegliere. Non devono essere un “alibi” per non interessarti, e non “gestire” attivamente le tue finanze. Non esiste! E’ il tuo risparmio e merita la miglior “gestione” possibile! E’ una mia opinione, liberissimo di fare questa scelta

3) Avere un metodo per scegliere e valutare il “Consulente”. Avere un “processo” per trovare un interlocutore che abbia le carte in regola per aiutarci a co-gestire (nota che non ho detto gestire) il nostro risparmio. Quindi bisogna prepararsi, informarsi un minimo e poi provare, incrementare ed infine, consolidare la relazione con il nostro “consulente”. Se hai già trovato il tuo professionista di fiducia, puoi comunque sempre applicare lo stesso processo, per valutarlo.

Avere un bravo “fornitore di servizi” che ci aiuta a gestire un ambito della nostra vita, più o meno importante, non è forse una fortuna?

Tanto vale cercarne uno che faccia al caso nostro, provarlo e, se va bene, tenercelo stretto, no?

Ora ti svelo, dopo 20 anni di attività, gli indizi che devi cercare, per evitare di cadere in “cattive mani”. Ti svelerò i piccoli “segreti” che gli addetti ai lavori si guardano bene dal dirti.

Così facendo potrai trovare il tuo “specialista” di fiducia in ambito di risparmio o, se lo hai già trovato, per fare un rapido chek-up. In realtà non devi essere Grissom, il protagonista della serie televisiva CSI, per riuscire nel tuo intento. Trovare il tuo “money manager” è molto più semplice !!!!

Vediamo allora l’elenco di abilità, competenze, esperienza e umanità che dovrebbe avere il tuo Patch Adams del risparmio. Scomodo questa pellicola, per me un capolavoro, sapendo che la salute e la vita delle persone sono la cosa più preziosa e accosto il protagonista del film al nostro consulente, solo perché evoca il concetto di massima efficacia possibile. Un fantastico Robin Williams infatti (nomination all’Oscar), interpreta il medico che tutti vorremmo avere: sensibile, premuroso, competente e disponibile. Ecco, queste caratteristiche potrebbero essere anche quelle da ricercare,  nel tuo consulente finanziario.

Scarica la guida gratuita per valutare il tuo consulente, lascia poi un commento, mi raccomando. A presto!

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