L’azzurro fa 31 punti ma i Raptors cedono in casa a Detroit. Con Gallinari ancora out i Knicks crollano al Madison Square Garden (davanti all’agente di Carmelo Anthony) contro Sacramento. Gli Hornets, privi di Belinelli, espugnano Houston all’overtime
- Andrea Bargnani, a destra, lotta con Chris Wilcox di Detroit
I 31 punti di Andrea Bargnani non bastano a Toronto per evitare la sconfitta interna con Detroit, la sesta nelle ultime 8 gare per i Raptors. Il Mago è l’unico italiano in campo nella notte: Danilo Gallinari, ancora alle prese con la distorsione a un ginocchio che lo tiene fuori da 6 gare, osserva la sconfitta che i suoi Knicks incassano da Sacramento; Marco Belinelli si perde per una distorsione alla caviglia destra la vittoria di New Orleans a Houston.
Toronto Raptors-Detroit Pistons 95-101
(Adriana Galimberti) Malgrado 31 punti e 9 rimbalzi di Andrea Bargnani, sempre più protagonista dell’attacco dei Raptors, sono i Detroit Pistons di un ottimo Tracy McGrady a lasciare l’Air Canada Centre con la vittoria (95-101) in tasca. I Raptors affondano nel secondo quarto a -14 e nemmeno uno sforzo migliore nel secondo tempo riesce a chiudere il varco. Bargnani parte bene in attacco con un rimbalzo offensivo e i primi due punti. Dopo un raro airball scoccato dall’angolo a un paio di metri dal canestro, il Mago comincia a bombardare il canestro dalla media facendosi trovare in posizioni ottimali per il tiro. Johnson lo serve puntualmente e Bargnani mette a segno in fretta 10 punti (su 23 della squadra) con 5/7 dal campo. Toronto e Detroit giocano alla pari: 11/17 per entrambe e gara in equilibrio fino al 25-24. Con due errori durante un tentativo di correggere a canestro il pallone che rimbalza sul ferro Bargnani chiude il primo quarto con 5/10. I Pistons sono in testa 26-31 grazie alla precisione di McGrady e Monroe. Un momento di smarrimento dei padroni di casa determina le sorti del match. Villanueva è infallibile dal perimetro (14 punti nel secondo quarto), mentre gli esterni dei Raptors soffrono l’improvvisa pressione della difesa avversaria e soprattutto Bayless commette errori e forzature, costringendo Triano a reinserire Calderon. Intanto la frittata è fatta. Detroit allunga a +14. Tra i Raptors ci pensa Ed Davis a risvegliare squadra e pubblico con una bella sequenza di rimbalzo offensivo, schiacciata e successiva stoppata. Negli ultimi secondi del primo tempo Leandro Barbosa esce per uno stiramento alla gamba destra e la panchina perde la sua arma più pericolosa: “L’abbandono di Barbosa è stato un grande handicap per noi. La loro riserve hanno finito con 35 punti totali contro solo 18 per noi”. Toronto insegue 54-61 dopo due quarti e Bargnani ha all’attivo 16 punti e 3 rimbalzi. Il 58% al tiro di Detroit la dice lunga sull’inefficacia della difesa dei Raptors. Bargnani segna un paio di canestri all’inizio del terzo quarto e Toronto va a -6, per poi subire Wilcox sotto i tabelloni e permettere a McGrady di allungare con il massimo vantaggio di 15 lunghezze. Toronto riesce ancora a dimezzare lo svantaggio grazie a Kleiza e la partita è ancora aperta nell’ultimo quarto, che è quello in cui i Raptors giocano meglio e sistemano la difesa tenendo Detroit al 39%. Purtroppo non è sufficiente perché in attacco sono imprecisi da tre (0/4) e anche ai liberi (3/7 di squadra e 1/3 di Bargnani). Il buon finale non premia i padroni di casa, colpevoli di produrre il massimo sforzo troppo tardi. I canestri di Bargnani e DeRozan sono soli utili per il -5, ma nell’ultimo minuto ai Pistons basta fare 3/4 dalla lunetta per agguantare il successo. Pistons e Raptors sono ora accomunati dall’identico record di 13-26. Alla vigilia di una delicata trasferta di 5 gare in 8 giorni con 2 back to back, i Raptors hanno firmato con un contratto di 10 giorni l’ex canturino Sundiata Gaines, rilasciato da Minnesota il 4 gennaio, come assicurazione contro i guai fisici di Jose Calderon. La dirigenza ha voluto cautelarsi aggiungendo una point guard al roster per tamponare l’emergenza infortuni. Che poi Gaines riesca a dare un contributo reale in un ruolo delicato e con poche ore di allenamento per imparare gli schemi della squadra resta tutto da verificare.
Toronto: BARGNANI 31 punti (12/23 da 2, 0/2 da 3, 7/9 tl), 9 rimbalzi, 3 assist, 1 palla recuperata e 1 stoppata in 35’. DeRozan 15, Kleiza 13. Rimbalzi: Johnson 10. Assist: Calderon 13.
Detroit: McGrady 22 (8/17), Stuckey 19, Villanueva 16. Rimbalzi: Wilcox 12. Assist: McGrady 5.
- Bill Walker, a sinistra, e Amar’e Stoudemire, dei Knicks
New York Knicks-Sacramento Kings 83-93
Serata da dimenticare per i Knicks che si fanno sorprendere al Madison Square Garden dai Kings. La squadra newyorchese gioca una pallacanestro prevedibile, commette troppi errori in attacco e tira con un deludente 31% dal campo. C’è anche l’agente di Carmelo Anthony, Leon Rose, al Garden che si intrattiene a lungo, per la gioia dei reporter newyorchesi che iniziano a speculare su un riavvicinamento tra i Nuggets e i Knicks, con Donnie Walsh prima del match. Ancora out Danilo Gallinari che però, salvo clamorose sorprese, tornerà disponibile per il match di lunedì con i Phoenix Suns. La squadra di casa, reduce dalla trasferta a Ovest, parte al rallentatore. Troppa confusione in attacco e un’intensità insufficiente. I Kings così senza fare cose straordinarie prendono il controllo delle operazioni. La coppia Felton-Stoudemire ci mette un po’ a entrare in partita e dopo più di sette minuti di gioco i padroni di casa hanno soltanto cinque punti a referto. DeMarcus Cousins va a corrente alternata. Sembra spesso svogliato e deconcentrato ma quando accende la luce mostra sprazzi del sue enorme potenziale. Il primo quarto si chiude con Sacramento avanti 24-15, “merito” del 25% al tiro dei Knicks. All’inizio del secondo periodo le cose non migliorano per la truppa di Mike D’Antoni. A metà frazione la squadra californiana, grazie ai canestri di Carl Landry, è avanti di 15 lunghezze. New York risponde nella parte finale della frazione, limitando i danni e arrivando all’intervallo sotto 46-42. Considerate le percentuali al tiro dei due giocatori di punta, Stoudemire (3/11) e Felton (2/8), Mike D’Antoni può accettare di buon grado un passivo di quattro punti al termine del primo tempo. L’anemia in attacco continua anche all’inizio del secondo tempo. I Knicks balbettano, Sacramento fa il minimo indispensabile e rimane davanti. L’ex milanese Beno Udrih si mette a segnare negli ultimi minuti della frazione, i Kings così allungano e chiudono il terzo quarto avanti 69-58. Parte addirittura qualche fischio dalle tribune del Garden. Un eccellente Udrih si carica sulle spalle il suo attacco anche nell’ultimo quarto. Lo sloveno stravince il duello con Felton e produce ogni volta che Sacramento ha bisogno di un canestro. I Knicks vanno in post da Stoudemire con frequenza ma la squadra di D’Antoni non riesce a trovare ritmo in attacco e a tre minuti dalla sirena è sotto di 13 lunghezze. i Knicks tentano senza grade convinzione di tornare sotto ma Udrih non rallenta. I Kings così portano a casa con pieno merito un sorprendente successo.
New York: Stoudemire 25 (5/20, 1/2), Douglas 21. Rimbalzi: Stoudemire 13. Assist: Felton 6. Sacramento: Udrih 29 (9/12, 2/2), Cousins 16, Landry 15. Rimbalzi: Cousins 10. Assist: Udrih 4.
Houston Rockets-New Orleans Hornets 105-110 dts
Tutto il carattere degli Hornets. New Orleans (24-16) vince a Houston (17-23) la seconda gara consecutiva al supplementare (quarto centro nelle ultime 5 trasferte), prendendosi il successo con le unghie e un 10-3 negli ultimi 1’23”. Il trascinatore è Chris Paul, 3/3 nel parziale conclusivo dopo l’1/8 nel resto della gara. Ma gli ospiti trovano punti pesanti da David West (non segnava così tanto dal 15 dicembre) e Jarrett Jack (miglior prestazione da quando è agli Hornets), che dalla panchina si prende buona parte dei minuti lasciati liberi da Marco Belinelli. Mister B si arrende alla distorsione alla caviglia destra rimediata contro Orlando ed è costretto al primo forfeit stagionale (quasi certa la replica stanotte a Charlotte). Coach Williams inserisce Willie Green in quintetto, ma l’ex Philadelphia in difesa non regge il confronto con Kevin Martin, che assieme a Kyle Lowry (chiude col massimo in carriera eguagliato) trascina Houston (57,1% dal campo) al 28-21 del 12’. I Rockets arrivano fino a 34-25 a 8’32” dal riposo; poi, ispirati da 12 punti di Jack, gli Hornets rimontano e chiudono avanti 50-47, tenendo i padroni di casa a 5/17 nel parziale. Houston aggiusta la mira, e grazie allo scatenato Martin (11 punti) e alle 6 palle perse da New Orleans, si vola 76-60 a 46” dalla terza sirena. Gli Hornets chiudono il periodo con 4-0 e aprono l’ultimo con un 10-0 che li riporta a contatto (76-74 a 9’06” dalla fine). Houston riprova ad allungare (86-78 a 5’07” da fine periodo), ma New Orleans si guadagna l’overtime quando West (10 punti nel parziale) dalla lunetta fa 95 pari a 17” dal 48’. A 2’47” dalla sirena Battier piazza la tripla che lancia i Rockets sul 102-100. Poi Paul apre il break decisivo degli ospiti, interrotto solo dalla tripla di Lowry (106-105 Hornets con 4.4” da giocare). Jack viene spedito in lunetta (2/2), Houston si riserva 3.7” per l’ultimo possesso ma Paul chiude i conti col quinto recupero della sua partita e il canestro che sigilla il risultato. I Rockets incassano così la settima sconfitta nelle ultime 8 esibizioni.
Houston: Lowry 28 (8/15, 2/5, 6/6 tl), Martin 26, Scola 14. Rimbalzi: Scola 11. Assist: Lowry 7
New Orleans: West 29 (9/19, 0/1, 11/12 tl), Jack 23, Okafor 17. Rimbalzi: Okafor 15. Assist: Paul 8