Enrico Mentana, attento osservatore dello scenario politico italiano, nel Tg de La7, non può sorvolare sul tentativo di Matteo Renzi di rivolgersi a più forze politiche, anche dell’opposizione, per modificare la legge elettorale. Sta forzando i tempi per trovare un’intesa, ha incontrato Alfano, Casini, Vendola e fa capire che presto sarà la volta di Berlusconi.
Renzi vuole un accordo, ed è chiaro che non lo vuole soltanto sulla questione legge elettorale, ma anche su altre riforme. È questa la strada che si profila e Renzi ha anche chiaro, che se si ferma è perduto.
I contraccolpi continuano a essere forti nel braccio di ferro del governo. Da sette anni (dal 2005) noi viviamo in una completa illegalità visto che perfino la Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale il porcellum. Lo
scontro è a tutto campo e le tensioni tra Pd e Nuovo centro sinistra restano alte. Il colloquio è servito più che altro a certificare il timore di Alfano che un accordo sulla legge elettorale possa portare con sé il tracollo del governo Letta e il voto anticipato. Le larghe intese preferirebbero tenerselo, e prendono tempo, Renzi invece, scatenato, prosegue giocando una partita complicatissima.“Il sistema elettorale, si fa con tutti”, precisa e da il via ad una serie di incontri, che dovrebbero portare il più presto possibile all’appuntamento del 27 gennaio. Ma è evidente che non tutti vogliono questa velocità. Tanto che il leader del Ncd sarebbe arrivato a dire al segretario Pd che sulla legge elettorale non c’è fretta. È il risultato dell’incontro che ha visto distanze molto ampie tra i duellanti Renzi e Alfano. Si incontrano, lontano dai giornalisti e dalle telecamere, per parlare della nuova legge elettorale ma oltre al nulla di fatto, pubblicamente continua il duello con in mezzo il governo Letta.
“Se Renzi è contro il governo – dichiara Angelino Alfano – lo dica. Il Pd si riunisca e decidsa se riconosce e sostiene Letta o faccia un’altra proposta al paese. L’arroganza non paga e noi non ci faremo dettare l’agenda da nessuno” .” Renzi provoca noi, per fare la crisi“, si spinge oltre, Cicchitto.
Ma il sindaco-segretario, non arretra e affonda ancora sul palazzo Chigi: “Dettiamo l’agenda noi stavolta. Sulle nostre questioni ci facciamo sentire, non possiamo permetterci di farci tenere sotto scacco”. Se Letta si logora, si logora per le cose che fa o non fa. Non per il tentativo di altri di realizzare, finalmente riforme atttese da venti anni. Si logora perchè governa male, non perchè c’è un nuovo segretario del PD”.Parole ruvide che non lasciano dubbi sulla risolutezza del sindaco-segretario. O la va o la spacca.
Sulla legge elettorale, intanto, grava una girandola di incontri e la paura della riesumazione politica di Berlusconi. Dopo Mario Monti, ha parlato con Denis Verdini e Pier Ferdinando Casini. Con Vendola già incontrato, l’asse sembra solido, con Alfano, da cui sembra tutto dividerlo, la battaglia è aperta. Urge la riforma e queste settimane saranno decisive anche se le posizioni sembrano distanti e le alleanze confuse.
Insomma, Matteo Renzi tenta la stretta finale sulla legge elettorale e ci aggiunge altre richieste da inserire nella lista. Allargherà lo spettro del ragionamento. Non più solo legge elettorale, che ancora naviga a vista tra i marasmi degli altri partiti. Appare determinato sulla sua strada. Continua a pungolare tutti al fine di uscire dall’immobilismo della macchina del governo.