Lo ammetto. All'inizio non è stata una scelta consapevole ma una necessità dettata dal fatto che ho la pelle delicata come quella di un neonato finlandese. Fatto sta che negli ultimi anni sono passata dall'abbronzatura selvaggia in topless al culto della protezione totale. E non contenta di utilizzare cappelloni e fattori di protezione così elevati che anche la farmacista si rifiuta di vendermeli, quest'anno ho aggiunto un ulteriore tassello al mio fanatismo epidermico: la camicia maschile a maniche lunghe indossata sul costume intero.
E dall'alto della mia nuova condizione di sunscreen-nazi ho appurato che il mondo non è ancora pronto. Gli italiani più di tutti. Noi italiani infatti siamo notoriamente dei drogati di raggi UVA e UVB e abbronzatura estrema. Non conta se abbiamo la chiappa cadente e brufolosa. Non importa se le nostre labbra sono devastate dall'herpes. Non ci frega se abbiamo il fisico di una busta di latte a lunga conservazione. Perché noi italiani saremo sempre e immancabilmente stesi su un lettino assolato fasciati in striminziti costumini e intenti a ungerci di olio di cocco.
Le reazioni al mio nuovo beach dress code attualmente quindi spaziano dall'incredulo (prevalentemente donne coetanee) al divertito (uomini) MA inaspettatamente è venuto fuori che a molti maschi questa cosa di andare al mare coperte piace. Li incuriosisce. Gli dà l'illusione di avere difronte a sè una donna seria e misteriosa, una che non ha timore di distinguersi dall'orda di portatrici (in)sane di perizomi, una che ci tiene al proprio corpo e al proprio aspetto. Tsè illusi! La verità è solo che mi sono scocciata di combattere con l'eritema.