Grillo ha preso Stalingrado, Grillogrado, cioè Parma, dove tutto ebbe inizio con le iettature rivelatesi profetiche su Tanzi. Da allora non ha sbagliato una mossa e con la pazienza di un artigiano della comunicazione ha scardinato un certo modo di far politica con i media. Se io (e tanti altri come e meglio di me) sono qui a scrivere su questo stupido blog, è perchè c’è stato Grillo, il suo pensare e praticare una riconversione del flusso informativo che riavvicinasse il pubblico all’autore, all’interprete, al politico, al coglione come me che scrive per non farsi venir l’artrosi. Grillo ha scardinato quel modo di comunicare la politica che Berlusconi aveva prima insegnato e poi imposto e che dal 2001 è stata l’unica via. Ora vuole andare a Berlino ed è giusto andare fino in fondo, cioè andarci sul serio a Berlino e avanzare ancora. Ma per questa marcia Grillo non basta, tocca ai 5 stelle, tocca alla gente trasformare questi fatti, trasformare la forza di Grillo in un movimento, in movimenti, perchè no… anche in nuovi partiti capaci di dare non solo risposte locali (importantissime e staremo a vedere, discutere ed eventualmente promuovere o criticare), ma anche sovranazionali. Non si può bollare la questione pseudoeuropea come una postilla a margine della crisi della poltica italiana, perchè la politica è in crisi ovunque, con modalità diverse ma è in crisi ovunque. L’Italia è un fantoccio nelle mani dell’Ue, ma l’Ue è un burattino del Fondo Monetario Internazionale e salendo nella scla gerarchica si arriva a un magma di poteri finanziari ed economici di cui i politici occidentali sono umili servitori. Ma qui entra in gioco quello che io credo debba essere il nocciolo vero della nuova politica, del vero ingresso nel terzo millennio; la ridistribuzione planetaria del potere politico, economico e dei diritti sociali essenziali. L’Europa è un piccolo orticello intollerante fatto di meschini interessi post coloniali, è ferma al ’900, classi dirigenti che se potessero farsi guerra senza autodistruggersi lo farebbero e per non farsi guerra tra loro hanno solo ridichiarato guerra ai più deboli tra i loro concittadini e ai più deboli tra i cittadini di tutto il mondo. I liberisti che a fine anni ’90 parlavano di globalizzazione sono rinculati in Europa con i fucili spianati al confine. I 5 stelle possono essere distinti da questo magma tramite l’indipendenza da ogni tipo di interesse precedente alla giornata di ieri. Da ieri sono in pista con 600 milioni di debito sul groppone e 600 milioni sono uno sputo se si cambia modo non solo di comunicare la politica ma anche di farla, altrimenti saranno un macigno, il rischio è di finire seppelliti a Stalingrado. Intanto c’è da notare un fatto, non nuovo ma sempre stupefacente: l’impermeabilità della politica parlamentare ad ogni sussulto del paese. Alfano riannuncia dopo la sconfitta la rinascita di una specie di Forza Italia, ci sarà anche la ridiscesa in orticello di Zio Silvio? Casini, sanguina come Padre pio e invoca la rivolta massonica dei moderati guidati da Passera o Montezemolo o, se si rimette, va bene pure Andreotti, Bersani dice di aver vinto, ma lasciamolo stare in pace che gioisca pure tanto lui non è della partita, Rosy Bindi, invece è la meglio e ci azzecca sempre, si lamenta a ragione del fatto che Grillo prende voti a destra… e certo cara Rosy, li ha presi dal Pdl, dalla Lega e… pure dal Pd.
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