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Bilanci.

Da Fishcanfly @marcodecave

E niente.
Quando arriva l’ultimo dell’anno, pure se sei anticonformista, pure se non te ne frega un cacchio di metterti le mutande rosse e farti saltare in aria con i botti made in china, pure se lo zampone te fa schifo e le lenticchie te le magni tutti i giorni perchè sei vegetariana, pure se carlo conti che presenta il concertone del 31 dicembre ti getta nello sconforto più totale, pure con tutto questo, comunque non puoi sottrarti all’istinto di fare il bilancio di questi ultimi dodici mesi che ti stai lasciando alle spalle, nonchè di elaborare qualche misero buon proposito per la prossima dozzina in arrivo “sui-vostri-schermi-anzi-on-streaming“.

Bilanci.

E quindi la prendo con filosofia e faccio finta che sia una specie di giorno del ringraziamento in cui appunto dico grazie per tutto quello che ho avuto in regalo e per quello che mi sono guadagnata con la fatica e le batoste. Ringrazio per le nuove persone che inaspettatamente mi ritrovo accanto (tutte) e che hanno reso la mia vita più piena e più bella, semplicemente; ma ringrazio anche per le persone che ho ancora vicino, come ieri, come domani, come sempre, perchè banalmente sono le uniche certezze in questo mondo incasinato e sconclusionato, che ho ancora l’ingenuità di poter cambiare un giorno. Ringrazio pure per quei momenti che mi hanno lasciato col culo per terra, perchè ora non mi faccio più fregare, e ringrazio per quei momenti che invece mi hanno sparato nell’iperspazio tipo shuttle ai tempi d’oro, perchè sono stati una gran figata e se ci penso ancora mi emoziono.
E alla fine, tanto per non scordare nessuno, ringrazio me stessa, perchè anche se sono il primo ostacolo al mio equilibrio e alla mia serenità, senza di me non potrei stare. E meno male che mi sono ritrovata anche quest’anno. Perchè sapete, penso che ci perdiamo più spesso di quanto crediamo e allora è sempre bene farle queste riflessioni di fine anno, anche se sono una rottura di palle per noi che scriviamo e per voi che leggete, perchè ci fanno sentire comunque salvi. Salvi come quando siamo alla fermata ed è buio e piove e fa freddo e stiamo per perdere le speranze di tornare a casa ma alla fine l’autobus spunta in lontananza e tiriamo un sospiro di sollievo. Montiamo su e partiamo e ci scordiamo dove stavamo andando, perchè alla fine chissenefrega, l’importante è andare.

Buon anno a tutti miei cari.
Le mutande rosse lasciamole a carlo conti però.



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