Nei giorni scorsi ha fatto molto riflettere e ha intenerito la storia di Blessed (Benedetta in italiano), scolaretta di 6 anni di origine nigeriana che vive con i genitori a Castel Volturno (Caserta).
La piccola ha tutti bei voti in pagella, tra cui una sfilza di 10. È la più brava della classe… una bambina prodigio. Però mamma e papà non si sono recati a ritirare gli ottimi risultati scolastici della figlia, perché la coppia è clandestina e teme di essere espulsa.

Blessed, che parla inglese a casa e un perfetto italiano a scuola, è un modello di alunna da imitare per i suoi compagni, sostiene la maestra, Teresa Patararo. Intendiamoci, non è che la madre della bambina non si sia mai fatta vedere: anzi, è sempre andata lei a prenderla a scuola e sicuramente l’avrà anche aiutata a fare i compiti.
Però lei e il marito sono clandestini e la legge italiana dice che i figli degli immigrati irregolari hanno sì il diritto di frequentare la scuola, ma al compimento dei 18 anni d’età, rischiano l’espulsione assieme ai loro genitori, se non vengono regolarizzati.
Quindi Blessed rimarrà in Italia finché sarà maggiorenne (e comunque mancano ancora un bel po’ di anni), ma poi? Quante pagelle non vorranno ritirare, orgogliosi, i suoi genitori? Essi non sono evidentemente cattive persone e devono in qualche modo essere regolarizzate se vogliono entrare nella legalità affinché la loro figlia non si senta diversa dagli altri e abbia un avvenire sicuro con tutte le possibilità di istruzione che merita, e che evidentemente la bambina non potrebbe ottenere in Nigeria.
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Ecco perché penso che i genitori debbano essere aiutati, perché un domani Blessed possa considerarsi una di quelle persone di origine immigrata che sono perfettamente integrate nel nostro Paese e di cui noi stessi possiamo andare fieri. Le premesse sono ottime: ora manca il pezzo di carta “benedetto”.



