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Bobcats in recupero

Creato il 28 gennaio 2011 da Basketcaffe @basketcaffe

Paul SilasQuando il proprietario della franchigia è stato il miglior giocatore di tutti i tempi di quello sport è ovvio che ci si aspetta il meglio da lui e dai ragazzi che giocano per lui. Questo è quello che deve aver pensato anche Michael Jordan che nella prima parte della stagione ha visto i suoi Charlotte Bobcats colare a picco in una conference, la Eastern, in cui l’ottavo posto è tutt’altro che irraggiungibile; ecco che allora la separazione con Larry Brown, allenatore della squadra del North Carolina per due stagioni e qualche mese, è stata inevitabile. La decisione è stata presa consensualmente dopo il 9-19 di record ottenuto e i due hanno subito dichiarato che è stato fatto il meglio per tutti, sia per i singoli sia per la squadra che non rispondeva più alle direttive di coach Brown, che sappiamo essere piuttosto esigente con i suoi ragazzi.

Al suo posto, per cercare di riportare sulla retta via un gruppo che l’anno scorso era riuscito ad arrivare ai playoff, pur perdendo 4-0 contro Orlando al primo turno, è stato chiamato un altro insegnante di basket che non si sedeva su un pino da parecchi anni, Paul Silas, primo allenatore NBA di LeBron James ai Cavaliers. I Bobcats al momento si trovano al quarto posto della loro division, la Southeast, e all’ottavo della Eastern Conference con un record di 19-25, nettamente negativo ma che per ora basta per andare alla post season nella parte Est del tabellone.

La squadra sotto Silas si è ripresa vincendo 10 partite e perdendone 6 anche se alcuni problemi permangono: ad esempio l’attacco, che è il 28esimo dell’intera Lega con 93.2 punti segnati, e l’evidente mancanza di alcuni giocatori in ruoli chiave per la NBA. Intanto si parte con Augustin che sta sì crescendo (14.8 punti e 6.3 assist) ma rimane ancora piuttosto sospetto in questo sistema di gioco; poi il trio formato da Diaw-Wallace-Jackson: sono tre grandi giocatori, tre grandi lettori su un parquet ma spesso si nascondono all’interno della partita, mentre c’è bisogno che loro si prendano responsabilità, sempre. Il francese è clamorosamente in sovrappeso e nonostante questo viaggia a 11.8+5.7+3.8, tanto che Jordan qualche mese fa ha bloccato una trade che lo vedeva andare a Toronto; discorso diverso invece per Gerald Wallace che rimane on the block per essere ceduto, ha tanti estimatori in giro per la NBA anche se il suo rapporto con Charlotte sembra essere migliorato dopo la partenza di Brown.

Wallace-Jackson
Infine c’è Captain Jack, da sempre giocatore controverso capace di trascinare la sua squadra nel bene e nel male, nelle ultime partite ha cambiato marcia, abbassando un po’ le sue cifre personali (in stagione segna 18 punti) che a cavallo tra dicembre e gennaio erano state incredibili, ma innalzando quello dei compagni coinvolgendoli di più, anche emotivamente.

Problema non da poco poi è il settore lunghi dove è stato riesumato Kwame Brown, da sempre amore di Jordan che dopo averlo scelto alla numero 1 al draft con Washington se l’è riportato a casa facendolo per lo meno tornare a essere un giocatore, viaggia a 7 punti e 6.5 rimbalzi; con lui c’è Mohammed (7.6+5) un po’ pochino per sperare di impensierire le altre squadre della Eastern ad essere sinceri, soprattutto finchè sarà fuori per infortunio Tyrus Thomas (operato al ginocchio sinistro e fuori altri 2 mesi) che dava una dimensione diversa alla squadra con il suo atletismo.

Il calendario da quì alla fine della regular season dice ancora 18 partite in casa e 20 in trasferta, quindi abbastanza equilibrato; per riuscire a resistere agli assalti di Indiana e Milwaukee, rispettivamente nona e decima ad Est bisognerà che i Bobcats riescano a trovare anche un equilibrio interno evitando di perdere partite contro squadre alla loro portata.


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