Buffalo Bills
Sammy Watkins, WR (4), Cyrus Kouandjio, OT (44), Preston Brown, LB (73), Ross Cockrell, CB (109), Cyril Richardson, G (153), Randell Johnson, OLB (221), Seantrel Henderson, OT (237)
Sammy Watkins è un WR molto interessante, con il talento e le caratteristiche giusti per dettare i tempi in NFL: i Bills hanno gestito la prima scelta in modo eccellente. Il problema, però, è come la dirigenza di Buffalo sia arrivata in quarta posizione, ossia cedendo il first-round pick del 2015 per salire di cinque gradini. Comunque, Watkins è un potenziale campione che sarà molto utile a Manuel. Buona la scelta di risolvere un problema sulla linea con la chiamata di Kouandjo, così come la scommessa su Richardson, guardia sottostimata a causa del suo peso. Attenzione anche al LB Brown. In conclusione, una mossa spinta per conquistare il portento Watkins e una serie di passi ponderati: 6,5.
Miami Dolphins
Ja’Wuan James, OT (19), Jarvis Landry, WR (63), Billy Turner, OT (67), Walt Aikens, CB (125), Arthur Lynch, TE (155), Jordan Tripp, OLB (171), Matt Hazel, WR (190), Terrence Fede, DE (234)
Anche i Dolphins hanno anteposto l’utilità allo spettacolo: James e Turner sono stati scelti con quest’ottica, al fine di risolvere la priorità del rinforzo della linea offensiva. Tra i due, forse Turner potrà essere più redditizio per Miami, soprattutto se gli allenatori riusciranno a trasformarlo in una guardia. La chiamata al secondo round poteva essere giocata meglio rispetto alla scelta di Landry. Qualche incertezza inoltre su Lynch e Tripp, seppure non si tratti di pick fuori luogo. Un Draft privo di grandi emozioni, razionale e senza rischi: 6.
New York Jets
Calvin Pryor, S (18), Jace Amaro, TE (49), Dexter McDougle, CB (80), Jalen Saunders, WR (104), Shaq Evans, WR (115), Dakota Dozier, OT (137), Jeremiah George, LB (154), Brandon Dixon, CB (195), Quincy Enunwa, WR (209), IK Enemkpali, DE (210), Tajh Boyd, QB (213), Trevor Reilly, OLB (233)
I Jets possono senz’altro considerarsi soddisfatti del Draft 2014, poiché, nonostante alcune scelte discutibili, i giocatori chiamati concorreranno a rinforzare la squadra. Cominciando dal first pick, Pryor, safety muscolare, ha spiazzato vari addetti ai lavori, ma l’idea di aggiungere peso e forza alla difesa non è insensata. Più dubbia è la scelta di Amaro: nonostante si tratti di un TE con vocazione alla ricezione, New York avrebbe potuto spendere il secondo giro per un WR di ruolo, circostanza comunque arginata all’arrivo di Saunders ed Evans. Discreti i pick di Boyd e Reilly, mentre l’unica vera pecca potrebbe essere McDougle al terzo round. Jets, quindi, ben sopra la sufficienza: 7.
New England Patriots
Dominique Easley, DE (29), Jimmy Garoppolo, QB (62), Bryan Stork, C (105), James White, RB (130), Cameron Fleming, OT (140), Jon Halapio, G (179), Zach Moore, DE (198), Jemea Thomas, CB (206), Jeremy Gallon, WR (244)
Il Draft di New England non è molto semplice da interpretare, perché ispira molti quesiti dalle risposte incerte. Proviamo un esempio. Tom Brady è ormai nella fase conclusiva della propria carriera, quindi per i Patriots è importante – detto cinicamente – cominciare a guardarsi intorno. Ecco, Garoppolo al secondo round è una scelta contraddittoria: da un lato sembra che New England si stia muovendo proprio per l’avvicendamento del QB, ma dall’altro lato pare che non ci sia la reale intenzione di individuare un prospetto importante. Garoppolo non è sicuramente un giocatore di terza fascia, sia chiaro, però i Pats avrebbero potuto gestire il pick in modo alternativo, scegliendo tra un QB diverso o un atleta di un altro ruolo. Interessanti il centro Stork e il tackle Fleming. Un po’ di scetticismo su Easley al primo turno, considerato che le sue qualità potrebbero essere limitate dal riacuirsi di infortuni pregressi. Da parte di New England, quindi, un Draft ambiguo, con scelte ragionate e non emotive, ma condizionato dalla non chiara strategia dietro la chiamata di Garoppolo al secondo round: 7.
Beniamino Franceschini