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C’è la crisi, e quindi?

Creato il 07 ottobre 2013 da Davideciaccia @FailCaffe

C’è la crisi, e quindi? Dobbiamo rassegnarci ad un presente e un futuro grigi e tristi, oppure possiamo tirar fuori il meglio (per non dire le palle), e metterci in gioco? Non ci si può rassegnare a questa pellicola triste e sbiadita: servono ambizione, coraggio e buone idee. E un sorriso sul volto. 

Oscar Farinetti è il patron di Eataly, il marchio che rappresenta in tutto il mondo il buon cibo italiano. Nel 2003, in pieno boom tecnologico, l’imprenditore

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piemontese decide di vendere UniEuro, di cui è proprietario, per lanciarsi in una nuova avventura. Dopo quattro anni di analisi e studi di mercato, a Torino apre il primo dei negozi Eataly. Nel 2012, il gruppo fattura 250 milioni di € annui, lo store di New York è la terza attrazione della grande mela (ha più visitatori del MOMA!). Chiunque si sentirebbe appagato da questi successi, e, invece, qualche giorno fa, salta fuori la sua ultima idea, in collaborazione con CAAB e Coop: Fico, Fabbrica Italiana Contadini, ovvero 80000 mq di eccellenze alimentari, impatto 0 sull’ambiente, traffico di visitatori stimati tra 5 e 10 milioni annui (1/3 stranieri), 5000 nuovi posti di lavoro.

Diego Reforgiato, invece, è ricercatore di informatica presso l’Università di Catania, ha pubblicato su Science un articolo dal titolo “Toward a green internet”. In poche parole, la crescita della rete non è stata accompagnata da un efficientamento energetico dei dispositivi tecnologici (modem, server, router). Reforgiato sostiene che si possa ridurre dell’80% il consumo di energia, con dei semplici accorgimenti: programmare lo stand-by automatico dell’apparecchio, quando non utilizzato, e renderlo “intelligente”, adattandolo alla capacità effettivamente utilizzata (ad esempio: un modem è progettato per rendere sempre al 100%, uno spreco enorme, se si utilizza la connessione solo per andare su Facebook!) … tradotto in soldoni? Almeno 20€ di risparmio sulla bolletta dell’Enel!

Crafy Parking, ancora, nasce in Campania, da un’idea di Giuseppe De Pascale, 28 anni, è un’app, attualmente in fase di sviluppo presso la Città della Scienza, che permetterà agli automobilisti di non perdere più tempo (e salute mentale) nella ricerca del parcheggio libero: sarà sufficiente geolocalizzarsi, e sul proprio touch screen appariranno tutti i posti liberi in zona. Semplice, ed utile.

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Perché raccontare, in qualche riga, queste realtà? Non certo per fare delle marchette, soprattutto quando non retribuite, ma perché credo sia necessaria, mai quanto adesso, una fortissima e sana scossa: c’è la crisi, non si arriva alla fine del mese, le aziende chiudono, il governo è immobile, e nei tg e nei talk show si parla di falchi e pitonesse sconfitti, e del loro futuro nel centrodestra italiano (roba che fa sembrare interessante anche un libro di procedura civile), è vero … ma è vero pure che Farinetti, Reforgiato e De Pascale, nonostante la crisi, nonostante una classe dirigente politica, finanziaria, imprenditoriale e sindacale degenere, ce l’hanno fatta!

Ce l’hanno fatta loro, e ce l’hanno fatta tante altre realtà, piccole e grandi che siano: da Eataly che pensa in grande, a un ragazzo che si è inventato l’aperisushi nel proprio bar, del proprio paesino, che, ogni domenica, è sempre pieno.

Inutile prenderci in giro: le belle realtà, dappertutto, sono frutto del coraggio e del lavoro degli individui, di gente che ha tirato su le maniche, ci ha messo testa e braccia, tenacia e passione, ha fatto dei sacrifici, ed è stata premiata, senza aspettare la pappa pronta dal Governo, dal caporeparto, o da chicchesia.

Spesso si sente dire in giro che servirebbe “qualcuno che decida”, che si assuma delle responsabilità, e che faccia funzionare le cose. Io, invece, credo ci sia bisogno di qualcuno che dica due semplici cose: “Ce la possiamo fare” e “Fatevela una risata!” (e non per dire, ma ormai è rimasto solo Jovanotti a urlarlo, e, guarda caso, è l’unico a riempire gli stadi!).

Entusiasmo ed energia, questo serve. Seppelliamo il grigiore che ci circonda, mandiamo in platea il coro greco che intona solo sciagure, e sostituiamolo con una risata liberatoria. Non avremo messo la crisi alle spalle, ma, almeno, avremmo lo spirito giusto per uscirne. Sempre meglio che piangersi addosso!

“Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose.

La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall’angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. È nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere superato.

Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà, violenta il suo stesso talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni.

La vera crisi, è la crisi dell’incompetenza.

L’ inconveniente delle persone e delle nazioni è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie di uscita. Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non c’è merito. È nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze.

Parlare di crisi significa incrementarla, e tacere nella crisi è esaltare il conformismo. Invece, lavoriamo duro. 

Finiamola una volta per tutte con l’unica crisi pericolosa, che è la tragedia di non voler lottare per superarla.”

Albert Einstein, autore delle righe che hanno dato spunto a questa riflessione.


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