L’arte di Lucio Antonucci, un mestiere tra sogno e realtà. Una fiaba da raccontare in tutte le sue sfaccettature. Dall’ideazione di un capo alla sua realizzazione. Un poeta di altri tempi che fa rivivere la sua poesia tramite gli abiti e gli accessori, romantici e fiabeschi, che produce nella città magica di Firenze. Gli abbiamo rivolto alcune domande, scopriamo assieme cosa ha risposto.
Qual è stato il tuo percorso artistico?
Sono arrivato a Firenze nel 1981, dopo studi artistici, di disegno e di immagine editoriale fotografica. Per caso ho cominciato come stylist per le pubblicità di moda; poi – grazie a un’innata capacità di mettere insieme vari elementi rendendoli più interessanti – sono stato richiesto da molte aziende italiane di prêt-à-porter come stilista di accessori. Questo percorso mi ha portato anche a sfilare a Milano come giovane proposta. Nel contempo ho approfondito lo studio della Couture per aprire così il mio atelier di Alta Moda. Il marchio LUCIO ANTONUCCI HAUTE COUTURE sfila principalmente a Firenze e conosce il suo culmine con Roma Alta Moda e Piazza di Spagna. L’Atelier è situato in un antico palazzo a due passi dal Ponte Vecchio, in una nuova e romantica sede, piccolo e tutto da scoprire.
Da dove nasce il nome “Le Fiabe di Lucio”?
Mi ripetevano spesso che realizzavo capi e accessori poetici dai tratti fiabeschi. Nel decidere una nuova etichetta, in alternativa a quella della Couture, è nata spontanea la scelta! Oggi, questo nome corrisponde anche a una filosofia di abiti e accessori un po’ stile campagna toscana, freschi e giocosi. Capi sempre unici, realizzati a mano con un saper fare acquisito nel tempo.
Il tuo mestiere: “una favola o un sogno a occhi aperti” ?
Da sempre rifletto molto, in maniera solitaria, sui nuovi progetti. Produco le mie creazioni a mano, in solitudine. La favola è nella leggerezza visiva di un lavoro complesso e il sogno è nel vederlo vivere sulle donne.
Qual è il momento più emozionante delle tue creazioni?
Sicuramente quando scatta il momento febbrile di trasformare un disegno veloce in realtà; in un capo indossabile e donante, sicuramente pensato per rendere più bella una donna.
San Francesco D’Assisi afferma: “Chi lavora con le mani, la testa e il cuore è un artista”.
Sì, una cosa decisamente vera e giusta, soprattutto in una città come Firenze; luogo magico in cui è possibile superare il limite dell’Artigianato storico, rinnovando la sua arte antica, aggiungendo a essa una poesia sottile ma allo stesso tempo percepibile.
Qual è l’elemento indispensabile per rendere speciale il giorno di una sposa?
Per una sposa la scelta di una abito o di un accessorio, tra le varie proposte, è spesso molto istintiva, intima e personale. In un Atelier come il mio, il rapporto che si va a creare è molto amichevole: rassicurarle, renderle uniche e a loro agio, in un giorno importante e molto impegnativo, è per me la cosa più gratificante.
E voi, future spose, siete pronte a entrare in questo magico mondo?