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Capire qualcosa della storia che scrivi

Da Marcofre

Come diavolo si riesce a capire che “qui” si deve sviluppare la storia, e “là” no?

Bella domanda, sul serio. Rispondere che è sufficiente scrivere perché in quello che metti nero su bianco c’è la soluzione e non solo il problema: è bello. Pure comodo. Ma non molto pratico.

Non lo puoi sapere nemmeno tu, perché sei in cammino e quello che scopri è una novità anche per te.

È facile quando si scribacchia, prendere delle cantonate. Imboccare una strada che sembra quella giusta e trovarsi alle prese con qualcosa che gira a vuoto. Direi che succede spesso. Forse tutto si risolve nelle prime righe, nell’incipit, che però spesso si riscrive, oppure si travolge. E allora?

Allora niente. Le istruzioni non sono da nessuna parte, o meglio: ciascuna storia ha le sue, e chiusa quella, la prossima ha le proprie. Che non combaciano con le precedenti.

Se non è intrattenimento probabilmente intuisci che la storia da qualche parte ha un cuore. Come diceva il buon Raymond Carver, esatto. Quanto sia grande, dove si trova… Sono questioni che solo tu sarai forse in grado di risolvere. Dico “forse” perché… esatto. Non c’è nulla di certo.

Immagino però questo. Da una parte, quella sagomaccia di Alessandro (Manzoni) aveva ragione quando diceva che bisogna “pensarci su”. Dall’altra, diventa evidente che quando smetti di mangiare pappine e passi ai pasti completi (Tolstoj, Dostoevskij, Dickens), il desiderio di misurarti con argomenti impegnativi, aumenta.

Per un po’ fai palestra di roccia nel finalese, ma viene il momento che la prospettiva di scalare il Gran Paradiso diventa irresistibile.

Un’altra buona ragione per leggere, dunque. Non è che si diventa migliori. Buona parte degli scrittori sono persone da evitare: alcolizzati, violenti, stupidi, infantili. Quando va bene, sono solo depressi e con inclinazioni al suicidio. Di rado, sono passabili. Però la lettura sviluppa i neuroni, li mette alla frusta.

Pure io ho notato che la perpetua conversazione di “donne&calcio” diventa noiosa e irritante se frequenti Balzac e Zola. Non è che non ne parli più, ma lo fai in modo differente. Capisci che esiste dell’altro, eccome.

Torniamo all’argomento del post: come capire se “qui” devo sviluppare e “là” no? A me lo chiedi? È la tua storia.

 


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